Catania, la serie C è tua! Città in festa!

Il giorno dopo è sempre più bello. Tra festeggiamenti ed esultanze possiamo finalmente dirlo: il Catania è matematicamente promosso in serie C con ben sette giornate d’anticipo, un ritorno tra i professionisti dopo l’incubo dello scorso anno che rappresenta il primo grande traguardo per la proprietà italo-australiana con a capo Ross Pelligra, presidente del club etneo che ha costruito uno staff dirigenziale di tutto rispetto permettendo quindi la scelta di un organico forte e competitivo. 

La vittoria per 1-4 allo stadio “Marco Tomaselli” contro il Canicattì sancisce dunque il ritorno degli etnei tra i professionisti, generando l’entusiasmo degli oltre quattromila supporters presenti a sostenere i propri colori nell’impianto nisseno, oltre che di una intera città che nelle ore successive alla partita, immediatamente dopo il rientro da Caltanissetta, si è riversata in zona lungomare-piazza Europa per festeggiare insieme ai componenti della squadra con un pullman scoperto. 

Una rinascita tutta rossazzurra che è stata determinata in primis dal solido progetto del presidente Pelligra, congiunta al costante supporto della città di Catania con migliaia di tifosi al seguito sia in casa che in trasferta. Un entusiasmo ritrovato dopo anni bui. È tempo di festeggiare, ce lo meritiamo, Catania se lo merita! 

Pelligra: “Serie A? Non è un sogno, è un progetto. Ora ampliare stadio e centro sportivo”

Il presidente del Catania, Rosario Pelligra, in compagnia dell’inseparabile fratello Paul, di Mark Bresciano e di tanti tifosi e simpatizzanti dei colori rossazzurri, suona la carica da Melbourne:

“Quello della Serie A non è un sogno ma un progetto ben preciso – ha dichiarato Pelligra a “La Gazzetta dello Sport”-. Vogliamo programmare in vista della prossima stagione per vincere di nuovo, programmando anche l’attività giovanile e portando i ragazzini della città sui nostri campi, ne vogliamo costruire 8-10 in un centro sportivo a ridosso del centro storico e amplieremo il ‘Massimino’ “.

Ferraro: “Catania città che vive di famiglia, Sant’Agata e squadra: è nel mio cuore”

Relegati alle pagine della “Gazzetta di Sicilia&Calabria” che, con tutto il rispetto possibile, non rispecchiano l’eco del nome “Catania” che risuona in tutti i continenti. Oggi siamo balzati, nuovamente, agli onori della cronaca nazionale dopo 17 anni dall’ultima promozione.

Queste le parole di Giovanni Ferraro, allenatore e artefice di questa promozione ampiamente anticipata, riprese proprio da “La Gazzetta dello Sport”:

“Vincere in una città che ha storia e un pubblico straripante è una sensazione che mi porterò nel cuore per sempre. Catania è una città umana, che ama la Patrona Sant’Agata, la famiglia e il calcio. Una città barocca e amata dai turisti che riconosce il lavoro di tutti, anche di chi come me è arrivato senza avere un nome come i tecnici che mi hanno preceduto. Abbiamo lavorato in un ambiente da Serie A.

La professionalità del presidente Pelligra e dei dirigenti che hanno seguito la squadra in città, da Laneri a Grella, da Carra a Caniglia, è stata da Champions. Abbiamo vinto le prime nove gare generando entusiasmo immediato. Vedere il Massimino festante, con una media di 15 mila spettatori a partita è un’emozione che si ripete ad ogni appuntamento

Ho avuto uno staff di prim’ordine. Zeoli il vice è stato protagonista di una promozione epica in B, Biagianti – il team manager – è stato il capitano in Serie A. Tutti gli altri collaboratori hanno messo al servizio dei calciatori una professionalità non certo di Serie D.

Ho rivissuto il mio passato in città non così importanti come Catania. Mi sono commosso di fronte alla chiamata di mia figlia Caterina. E dinanzi alle telefonate dei miei concittadini di Vico Equense.

Il nuovo Catania merita la Serie A, l’organizzazione è pronta, Il pubblico all’altezza toccherà a chi va in campo recuperare il tempo perduto. Vogliamo vincere tutte le partite e anche il girone tra le vincenti della D per cucirci un piccolo grande scudetto.

Se resto a Catania? Non tocca a me dirlo, ma se questa domanda la facessero i dirigenti, conoscerebbero già la mia risposta”.

(foto: catania ssd)

“C” come Catania e “Cibali”, Como e Cremonese, Canicattì e Caltanissetta: era scritto Così

I 40.000 dell’Olimpico li ho visti solo nei video di YouTube, ero ancora in fasce ma, ne sono certo, al triplice fischio dell’arbitro Gianfranco Menegali in Catania-Cremonese (0-0) del 25 giugno 1983 avrò smorzato il pianto a dirotto, fregandomene pure della tanto agognata poppata pomeridiana.

C’ero eccome, invece, il 13 maggio 1995 quando Angelo Busetta veniva portato in trionfo dai suoi giocatori in quel di Gangi, tra lacrime di gioia e speranze futuristiche, salutando con un arrivederci il CND che avremmo rivissuto, fugacemente, nei giorni nostri.

C’ero anche quando Cicchetti crossava per Manca scatenando l’apoteosi del vecchio “Cibali” o quando Michele Fini invertiva il piede naturale con quello d’appoggio, che nemmeno un mancino puro avrebbe potuto fare meglio, mettendo la palla nel sette e mandando in visibilio il pubblico sugli spalti: 9 giugno 2002, fu Serie B.

C’ero, alle spalle dell’attuale responsabile del settore giovanile del Catania, Orazio Russo, perché riteneva ingiusto che l’arbitro tardasse a decretare la fine delle ostilità in quel 28 maggio 2006, Catania-Albinoleffe 2-1, che fotografò alla perfezione il sapore lento della nostra procrastinata vittoria: Umberto Del Core spinse la palla con un tocchetto acuito dallo sguardo “pesante” dei 25.000 spettatori (lo stesso che mister Giovanni Ferraro ha riconosciuto al gol di Lodi contro il Cittanova al 96′), lemme lemme s’insaccò dentro i nostri cuori e, da altre lacrime, quelle degli adolescenti che avevano inumidito di gioia la terra battuta del “Grotta Polifemo” di Milazzo (di questi tempi, era il 25 marzo 1995 quando Maurizio Pellegrino e Mimmo Crisafulli lo espugnarono, inanellando dieci vittorie consecutive, fino a Gangi, che valsero la promozione in Serie C1), germogliò finalmente una realtà lussureggiante: la Serie A.

Ci siamo abbeverati dalle mammelle prosperose di mamma Etna per otto anni, prima di un lento e inesorabile calvario, iniziato nel 2014 e compiutosi il 9 aprile 2022. Otto anni di estasi, altrettanti di oblio, culminati con la cancellazione del club, eppure il numero dell’infinito, nel bene, nel male e ancora nel bene, ci ha condotto sin qui, fino a una promozione dalla Serie D alla Serie C.

Rispetto ai fasti dell’età moderna rossazzurra, ogni festeggiamento sarebbe ingiustificato da un’arsura da latitanti trionfi “di un certo rilievo”. E’ vero: Catania merita il palcoscenico della Serie A, merita l’Europa (perché no?), ma gli step sono vari ed eventuali, e il primo si chiama Serie C.

Ora che l’elefantino è tornato a barrire cingendo nella sua proboscide i proseliti di sempre, dallo zoccolo duro agli iniziati, la via lattea dei sogni rossazzurri disegna, finalmente, una scia di speranza su cui camminare a passo sicuro dopo aver girandolato in quei mesi nefasti e indecorosi.

Melior de cinere surgo significa anche questo: non solo rinascere dalle proprie ceneri, ma ridestarsi, rivivere i fasti perduti e, laddove possibile, sognare in grande, sognare l’Europa.

Agli scettici di oggi rispondiamo che nel 2000 nessuno avrebbe immaginato il Catania in Serie A, capace di battere l’Inter del triplete 3-1, vincere un derby per 0-4 a Palermo con un gol da Holly e Benji di Giuseppe Mascara o espugnare il vecchio “Delle Alpi” infliggendo alla Juve un secco 1-2. Eppure è successo.

Non si tratta solo di “sognare non costa niente” ma di avere fiducia nella dirigenza attuale che ha iniziato col piede giustissimo e proseguirà altrettanto bene secondo un business plan ben definito che prevede una crescita societaria e territoriale sincrona. Ci appelliamo alle forze politiche, pregandole di lavorare soprattutto dopo le amministrative senza ostentare colori e stendardi sventolandoli sulla matita indelebile del voto al fine di orientare la scelta della casella. Non lasciate solo il presidente Rosario Pelligra e il suo entourage, non abbandonate né il vice presidente e amministratore delegato, Vincenzo Grella, né il direttore generale Luca Carra, non ve lo perdoneremmo mai.

E’ tempo di festa, ora. Non è solo una promozione in C, è una promozione di una città intera relegata al dilettantismo urbano dalle nostri amministrazioni a cui il fato, tanto generosamente, fornisce un’occasione di redenzione. Perché “la fede non conosce categoria”, va al di là della lettera dell’alfabeto che contrassegna il campionato d’appartenenza con tutto il suo corollario del livello di gioco. Non è voler banalizzare il momento storico strumentalizzando frasi fatte, è voglia di riemergere dalla melma che ci aveva inghiottiti.

Il campionato Cadetto ci aspetta, il preludio all’elite del calcio è lì, a un passo, come se fosse ogni giorno il 9 giugno 2002. CrediamoCi fin d’ora, tutti, appelliamoci al “fattore C”, “C” come Catania, come Cibali, come gli spareggi con Como e Cremonese nel 1983, come Canicattì, come Caltanissetta, come Serie C, come Club Calcio Catania, come il Cross di Cicchetti, come la “C” di Del Core ma, soprattutto, “C” come Categoria di passaggio e come “Campionato cadetto”. 

(foto: catania ssd)

LIVE – Grella: “Faccio fatica a non esternare la mia emozione oggi”

Il vicepresidente e amministratore delegato del Catania, Vincenzo Grella, ha concesso l’usuale intervista ai microfoni di Telecolor, prima della diretta tv offerta dall’emittente televisiva catanese:

“Possiamo scrivere insieme questa pagina di storia, il supporto ella gente è fondamentale per il club, per avere successo in futuro. La squadra ha soddisfatto non solo per il campo ma anche perché ha capito cosa voleva fare il Catania, il comportamento non è una cosa scontata, il risultato sportivo non basta alla società, sono soddisfatto di tutti quelli che lavorano per il club e sono orgoglioso di ricoprire questo ruolo.

Faccio fatica a non esternare queste sensazioni di energia positiva che emana questa gente. Oggi è la Festa del papà e non pensavo, il 19 marzo, di avere questo distacco dalla seconda perché so che non è mai facile ma dentro di me sono soddisfatto e sto vedendo come portare in avanti questo club, dove merita di stare”.

(foto: catania ssd)

Canicattì-Catania, probabile “storica” formazione dei rossazzurri

L’emozione inizia a giocare brutti scherzi. Non è stato facile, per chi scrive, sedersi davanti al pc e raccogliere le idee, dopo aver indagato le fonti, per approntare la probabile formazione che mister Giovanni Ferraro potrebbe schierare a Caltanissetta, stadio “Marco Tomaselli”, in occasione di Canicattì-Catania.

Fresco di convocazione nella Nazionale Under21 lettone, Klavs Bethers sarà il portiere titolare nell’undici che potrebbe festeggiare la promozione in Serie C a meno di un anno dalla sparizione del ’46. In difesa l’assenza di Alessio Castellini dovrebbe essere colmata da Aniello Boccia sulla corsia di sinistra, con Somma e Lorenzini centrali e Rapisarda sulla fascia opposta.

A centrocampo, dovrebbe farcela Vitale, che farà compagnia al capitano Lodi e al vice capitano Rizzo; in attacco spazio a Sarao, centroboa, con Chiarella e De Luca a supporto. 

Forza ragazzi!

CATANIA (4-3-3): Bethers; Boccia, Somma, Lorenzini, Rapisarda; Lodi (c.), Vitale, Rizzo (vc.); Chiarella, Sarao., De Luca. All. Giovanni Ferraro.

Mignemi (Gubbio): “Catania schiacciasassi. Sarao e Palermo innamorati della città”

Davide Mignemi, catanese doc e direttore sportivo del Gubbio, squadra militante nel campionato italiano di serie C, ha parlato ai microfoni di Telecolor in merito alla stagione dei rossazzurri: 

Il Catania è una squadra schiacciasassi in questo campionato, lo sta dimostrando per blasone, organizzazione societaria e collettiva di squadra, lo sta dimostrando anche attraverso il gioco. Se ha tutti questi punti di distacco dalla seconda è perché non c’entra niente questa squadra con la categoria. Marco Palermo? Un figlio della nostra Catania. Ha un senso d’appartenenza non certo indifferente. Insieme abbiamo condiviso una bella parentesi a Lentini, sono contento perché si sta meritando tutto il bene anche con la maglia della sua città. Sarao è un ragazzo che io portai lo scorso anno, all’inizio della mia esperienza al Gubbio, proprio dal Catania che purtroppo navigava in cattive acque. Ha fatto una buona annata. Lui, anche se è una persona che abita dall’altra parte d’Italia, ama Catania e appena ha avuto la possibilità di ritornarci non ci ha pensato due volte”. 

Catania in ritiro prima del match contro il Canicattì. Ferraro fa il punto della situazione

L‘allenatore del Catania, Giovanni Ferraro, ha rilasciato una lunga intervista in mix-zone prima di Canicattì-Catania, crocevia della stagione rossazzurra:

Facciamo il Catania fino alla fine.Dire che era tutto semplice a cose quasi fatte non è giusto. La squadra si è calata nella parte di una protagonista assoluta in una categoria rognosa. Vincere un campionato due mesi prima significa che il lavoro pensato e messo in pratica – ha rilevato Ferraro – era di enorme spessore. Dovevamo vincere, lo sapevamo. Siamo quasi arrivati a destinazione, ma la gara bisogna affrontarla come sempre. Da Catania, senza trascurare il minimo particolare. E, allora, nessuna distrazione, sappiamo di avere addosso gli occhi di una città intera che non vede l’ora di sfilare in corteo e di celebrare una giornata che deve restare nella storia di ognuno di noi.

Siamo fieri che Castellini vada a rappresentare il Catania in una competizione storicamente importante e così prestigiosa – ha ammesso l’allenatore – In difesa ho tante soluzioni, da Boccia a Pedicone fino ad Alessandro Russotto che ha giocato anche da difensore. In mezzo vedremo se Vitale sarà recuperato, altrimenti potrò utilizzare altri giocatori, tenendo attenzione alla regola degli under.

Confermo, andiamo in ritiro con la squadra per vivere l’ultimo giorno prima della gara più attesa dalla città. Sì, avvertiamo questo clima di gioia e di speranza attorno a noi. Giocheremo con serenità senza sconvolgere il nostro modo di essere. Ricordiamoci che in avvio di campionato in tanti concorrevano per il primo posto, siamo partiti tardi e non era detto che avremmo vinto a mani basse. Se ripenso alla gare affrontate e vinte contro Sant’Agata e Locri, allora confermo: non è stato mai semplice e nemmeno scontato.

Mi do un 7 in pagella, ma posso anche migliorare o peggiorare. Il campionato non è ancora terminato e dovremo affrontarlo ogni giorno come se dovessimo preparare uno spareggio”.

(Foto: Ferraro Catania SSD

Agatino Chiarenza: “Il Catania è parte della mia famiglia. Grazie Scibilia, Pelligra e a mia moglie”

La nostra rubrica “Tifosi Mood” ospita, ed è un graditissimo ritorno, Agatino Chiarenza, storico tifoso del Catania, Curva Sud, innamorato pazzo dei colori rossazzurri, uno che vede rossazzurro da quando apre gli occhi la mattina fino alla sera prima di richiuderli sognando un “Massimino” stracolmo insieme al figlio Samuel, prima di tornare a casa e regalare una duplice gioia alla moglie Laura che non vede loro di condividere questo tripudio di emozioni con i “masculi” della famiglia.  Ormai è il nostro talismano e non potevamo esimerci dal contattarlo alla vigilia di una partita così importante, quella fra Canicattì e Catania.

Agatino Chiarenza bentornato! Un po’ per scaramanzia, un po’ perché sei sempre un ospite gradito, ne approfittiamo per porgerti alcune domande. Come stai preparando la “partita delle partite”? Che emozioni stai provando in queste ore che precedono Canicattì-Catania? Ovviamente, conoscendoti, sarai presente al “Marco Tomaselli” di Caltanissetta, contrada Pian del Lago.

“In questo momento la tensione è altissima perché sembra che domani stiamo andando a giocare una partita per salire in Serie A. E’ da 16 anni che aspetto di rivivere un momento storico, anche in seguito al fallimento dell’anno scorso quando mi è crollato il mondo addosso. Mi moglie Laura è stata la prima a infondermi coraggio dopo il fallimento e domenica sarà con me a Caltanissetta per condividere questa gioia: mi disse ‘Catania rinascerà, non devi versare lacrime’. E noi dobbiamo dire sempre grazie a Rosario Pelligra e a Dante Scibilia che ha portato a Catania questa grazia di Dio”. 

Cosa ti aspetti l’anno prossimo dal presidente Pelligra e dalla dirigenza attuale in generale? Che tipo di rosa allestiranno? Ritieni che la squadra possa vincere il campionato senza avere antagonisti pericolosi lungo il percorso, ricalcando le orme della stagione corrente?

“Ci vogliono alcuni innesti di categoria superiore per condurre un campionato di vertice come abbiamo fatto quest’anno. Hi fiducia nel vice presidente e amministratore delegato, Vincenzo Grella, sia nel presidente Pelligra che nel direttore sportivo, Antonello Laneri”. 

In ultimo, ti chiediamo di mandare un messaggio diretto alla squadra in vista della partita di domani.

“Domenica dovete regalarci questa gioia che è da tanto che aspettiamo, dopo otto anni che abbiamo masticato amaro. Ma sono sicuro che domenica questi cuori rossazzurri ci daranno questa gioia, ne sono sicuro al 150mila%! A Caltanissetta, con mia moglie, condivideremo questa gioia dopo i pianti a singhiozzo dell’anno scorso. Grazie Ross Pelligra e a tutta la dirigenza e allo staff. Ci sarà una festa grande prima a Caltanissetta, poi a Catania, perché il Catania ‘l’avemu ndo cori’, non penso ad altro tutto il giorno, è come se fosse parte della mia famiglia”.

Ecco i link delle altre interviste con l’amico Agatino Chiarenza:

https://www.cataniamood.com/2023/02/18/agatino-chiarenza-a-locri-ci-saro-pelligra-a-santagata-uno-spettacolo-sul-nuovo-centro-sportivo/

https://www.cataniamood.com/2023/01/14/agatino-chiarenza-a-locri-con-mia-moglie-pelligra-su-massimino-e-nesima-ha-ragione/

https://www.cataniamood.com/2022/10/28/agatino-chiarenza-pelligra-ha-riportato-entusiasmo-gioia-e-amore-mio-figlio-samuel-innamorato-pazzo-del-catania/

https://www.cataniamood.com/2022/01/20/tifosi-mood-agatino-chiarenza-noi-tifosi-meritiamo-gioie-dopo-tante-sofferenze/

 

Champions League- Al “Maradona” presenti tanti tifosi del Catania. I messaggi di napoletani e catanesi

Il sito internet e testata giornalistica sportiva, www.areanapoli.it, ha riportato la foto di tue tifosi etnei che si sono recati al “Diego Armando Maradona per seguire Napoli-Eintracht Francoforte (3-0), ottavo di finale di Champions League:

“A Fuorigrotta vi erano anche alcuni tifosi del Catania che sono legati ai napoletani da una profonda amicizia – si legge su arenapoli.it. Una foto di due catanesi pubblicata sui social ha raccolto migliaia di “like” e tantissimi commenti da parte di tifosi siciliani.

Ve ne riportiamo alcuni: “Un grande abbraccio a tutti voi fratelli Napoletani Catania è sempre al vostro fianco uniti di un amore Eterno..”, “Catania è con te, due cuori e due vulcani”.

“Napoli, ti amiamo”, “Napoli orgoglio del Sud”, “Speriamo presto che il Catania un giorno possa giocare in Serie A con il Napoli”, sono alcuni dei commenti che si possono leggere.

Bellissime parole alle quali i napoletani hanno risposto con messaggio di altrettanta stima e amicizia. Questo è il bello del calcio”.