L’ex terzino sinistro del Catania, Giovanni Marchese, originario di Delia in provincia di Caltanissetta,attualmente riveste il prestigioso ruolo di commissario tecnico della Nazionale siciliana che sabato 10 affronterà la Corsica giusto a Caltanissetta per la Sikelia Cup.
Questo è uno stralcio dell’intervista rilasciata da Marchese ai microfoni de La Gazzetta dello Sport:
C’è qualche nome importante tra i convocati?
«Curiale ha giocato in molti club siciliani, compresi Catania e Messina. Grillo ha ultimato la stagione a Messina, Currenti era al servizio della Gelbison. Ho un gruppo di 23 giocatori che possono comunque migliorare»..
C’è qualche giocatore che consiglierebbe ai club siciliani per la stagione ventura?
«Nessun consiglio, ma tenete d’occhio – tra i tanti – il centrale Bulevardi del Gubbio, nativo di Mazara del Vallo».
Nella sua Sicilia il Catania torna in Serie C con un club nuovo e una dirigenza ambiziosa.
«Il campionato di Serie D, vinto a mani basse, è stato un trionfo annunciato. Era normale che il Catania vincesse dopo aver costruito una grande squadra in pochi giorni, anche se non è semplice vincere specie quando si è favoriti».
Che differenza ha colto tra i rossazzurri e tutti gli altri club?
«Un lavoro di programmazione, il fatto di non lasciare nulla al caso. Ecco, la società ha sempre seguito il tecnico e i giocatori. Ci sono esperti di calcio in dirigenza. Ne cito due su tutti: il direttore sportivo Laneri e il vice presidente Grella che, per inciso, oltre che essere stato un calciatore di Serie A ha disputato pure due mondiali con la nazionale australiana».
In rossazzurro ha giocato quattro stagioni in Serie A.
«Ed ero nel gruppo promosso dalla Serie B. Quei ricordi sono indimenticabili, i tifosi sostenevano la squadra in modo eccezionale. Ancora mi rispettano per l’apporto in campo e soprattutto per il ragazzo umile e legato alla maglia che sono stato. I momenti più belli? Quando la speaker Stefania Sberna, che ora non c’è più, annunciava i gol e la gente l’accompagnava con boati da non dire. Ho provato gioie personali per esempio contro Napoli e Novara».
Nell’ultima stagione al Massimino andavano più di 15 mila spettatori per la Serie D.
«Inutile negarlo, una presenza così massiccia regala punti in più. C’è stato l’orgoglio per la rinascita. Se una squadra è forte e con il pubblico al suo fianco parte avvantaggiata: come se facesse subito due gol».
Che squadra nascerà ai piedi dell’Etna?
«Forte, ambiziosa. Con tanti giocatori importanti che in Serie C possono fare la differenza».
(fonte foto: Globusmagazione.it)