Partiamo da un dato certo. Ieri l’undici titolare del Catania era costituito interamente da giocatori nuovi di zecca, 11/11 rispetto alla passata stagione, dal portiere, Livieri, al terminale offensivo, Di Carmine. Impossibile dopo appena due mesi e mezzo e con l’allestimento della rosa ancora da completare al 22 settembre (il centrocampista Niccolò Zanellato, ex SPAL, è già a Catania e firmerà un biennale, ndr).
I ragazzi hanno disputato due gare in appena quattro giorni dopo una sosta forzata dovuta all’inagibilità dello Iacovone dove il Catania avrebbe dovuto disputare il match col Brindisi. Rispetto a Catania-Picerno, solo Rizzo e Castellini non sono scesi in campo dal 1′, sostituiti rispettivamente da Ladinetti e Bouah, ciò significa che per 9/11 Tabbiani ha confermato quasi in toto la squadra titolare del Massimino.
Stanchezza? Anche, ma non solo, E’ mancato il coltello tra i denti, quella voglia di vincere capace di sovrastare acido lattico e campo di patate (per una squadra tecnica come il Catania è davvero difficile fraseggiare su un manto erboso coloro paglierino), e poi è mancato l’apporto dei 17-18mila tifosi rossazzurri che, per dirla alla Chiricò, ti dà sempre una marcia in più.
Attenuanti, non giustificazioni. Il Catania deve abituarsi a fare la voce grossa anche in trasferta, anche in campi ostici per tradizione, proprio come Monopoli. Non ce la sentiamo di affibbiare voti, per cui le pagelle di oggi saranno atipiche, senza fare nomi perché, alla terza partita, ci sembra quanto mai prematuro.
MELIOR
Il reparto difensivo. Coppia di centrali fuori categoria e con “riserve” di valore assoluto.
SURGO
Centrocampo e attacco. La linea mediana, composta da giocatori di caratura tecnica superiore, deve anche imparare a calarsi nella mentalità della Serie C: prima i muscoli, poi i dribbling.
Attacco. Evanescente, stanco. Vanno bene le giocate a effetto, ma solo dopo quintali di pragmatismo.