Il Catania cambia modulo ma non pelle. Un confusionario 4-4-2, secondo la distinta, in realtà un 3-5-2 con Ladinetti e Zammarini a centrocampo, Marsura largo a sinistra, Chiricò quinto di centrocampo a destra con licenza di accentrarsi, Bocic seconda punta e Di Carmine terminale offensivo, ancora una volta il più pericoloso nei primi 45′.
Primo tempo che si chiude sullo 0-0 dopo un predominio territoriale sterile, una manovra macchinosa e stucchevole e l’ennesima prova incolore dei rossazzurri guidati da Tabbiani: Marsura evanescente, Ladinetti impreciso, Bocic mai innescato, Chiricò imbrigliato tra scorribande sulla fascia e dribbling ubriacanti, ma sempre troppo lontano dagli ultimi sedici metri.
Nella ripresa il Catania scende in campo con un piglio decisamente più combattivo e dopo una serie di azioni offensive degne di nota, stavolta con rinnovato pragmatismo, arriva al gol grazie a un bel cross confezionato da Castellini che imbecca Marsura, sponda di testa per l’accorrente Di Carmine che con un’inzuccata fa esplodere il Massimino rammentando a tutti i presenti che quando si è bomber di razza, se innescati, prima o poi il gol si realizza.
Il Catania potrebbe raddoppiare, ma i legni dicono no prima a Curado su colpo di testa, poi a Dubickas che entra subito in partita nonostante l’esiguo minutaggio. Il Taranto non riesce a pungere come vorrebbe mister Capuano, così, nonostante qualche rischio di troppo, Tabbiani e il Catania incassano tre punti d’oro e iniziano un percorso di risalita che deve proseguire, immancabilmente, mercoledì pomeriggio contro il Monterosi.
(foto: Di Carmine Catania FC)