Evidenziamo alcuni passaggi del pezzo su Catania-Taranto de La Gazzetta dello Sport, apparso stamani sulle pagine nazionali:
“La sofferenza, le difficoltà, l’accelerazione decisiva. Il Catania ha ritrovato il successo al Massimino (1-0 sul Taranto) dopo due ko interni contro Crotone e Foggia e dopo un pareggio contro il Latina. In uno stadio sempre stracolmo con 17 mila tifosi a supporto, i rossazzurri hanno giocato un’altra partita dal 9’ del secondo tempo in poi: più lucidità, aggressione degli spazi e pallone che viaggiava più velocemente.
Di Carmine ha segnato il suo quinto gol stagionale. La traversa di Curado e quella soprattutto di Dubickas nel finale gridano ancora vendetta, ma per il tecnico Tabbiani, considerato a rischio, i tre punti sono ossigeno puro in vista della trasferta di Teramo col Monterosi.
I rossazzurri rispetto alle precedenti uscite hanno cambiato modulo, dal 4-3-3 (rispolverato però nel finale) al 3-4-1-2 con lo stesso Chiricò piazzato dietro le punte Di Carmine e Bocic. Il possesso palla è stato tutto dei padroni di casa che dovranno registrare qualcosa in mediana: l’uscita di un evanescente Ladinetti per un più muscolare Rizzo è stata la mossa che ha inciso sull’esito del confronto”.
Inutile negare che per affacciarsi alle zone alte una contendente che si rispetti deve mandare in gol più giocatori possibili e i giocatori del Catania, alla casella marcatori, latitano eccettuando Di Carmine (5 reti) e Chiricò (3 reti). Certo, la sfortuna ci vede benissimo a giudicare dall’insolito numero di legni colpiti in appena 8 partite disputate (ben 11 di cui 8 traverse e 3 pali), ma occorre strizzare l’occhio alla dea bendata producendo più occasioni da rete derivanti da un incremento delle incursioni in area di mezzali, su azione offensiva, e centrali su calcio piazzato.
(foto: Di Carmine, Catania FC)