Deplorevole, becero, ignobile, inumano: siamo tutti padri o, quanto meno, figli, ed è inaccettabile che un bambino di 10 anni venga coinvolto in disquisizioni calcistiche con atteggiamento, come emerso, minatorio. Detto ciò, e analizzando le dichiarazioni del vice presidente e amministratore delegato del Catania, Vincenzo Grella, occorre sottolineare innanzitutto il tono piacevole e pacato (ieri ci chiedevamo in questa sede quale approccio avrebbe caratterizzato la conferenza stampa, alla “Lo Monaco” o “alla Gasparin”, tanto per intenderci), ma ciononostante denso di contenuti interessanti.
Grella è apparso visibilmente stanco e deluso dagli uomini che ha scelto, soprattutto da alcuni calciatori ma anche dall’allenatore, Luca Tabbiani, che manca di carisma commisurato a una piazza esigente come Catania, oltreché di risultati.
Siamo d’accordo con alcuni passaggi, per esempio con i semplici calcoli matematici inconfutabili, relativi al budget investito dal Gruppo Pelligra sul Catania FC-Prima Squadra (a conti fatti sono 0€ per l’acquisto di calciatori e una cifra vicina ai 6 milioni per il monte ingaggi, ndr), un’altra di analogo valore destinata a giovanili e calcio femminile.
Ma non siamo d’accordo sull’ambiente che si sfalda innescando un punto di non ritorno in caso di contestazione: il diritto di contestare in maniera civile, come è stato, da parte dei 17mila tifosi rossazzurri accorsi allo stadio Massimino nonostante l’andamento tutt’altro che esaltante rispetto agli obiettivi sbandierati dal club in agosto, è sacrosanto, fa parte del calcio, almeno di quello latino: a Catania di british non c’è proprio nulla, altra cultura, altra mentalità, siamo fatti così, nel bene e nel male, ma se in Inghilterra reagiscono alla stessa maniera a un 5-0 o uno 0-5, significa che vincere da noi è molto più esaltante ma, se le cose non vanno per il verso giusto, il tifoso del Catania reagisce fischiando, per amore, non per disunire l’ambiente, ma per dare quella sterzata che il club, fino a oggi, non è stato in grado di dare.
Ecco le dichiarazioni di Vincenzo Grella:
«Quando ho scelto il tecnico ho analizzato più aspetti, anche quello del gioco piacevole ma efficace. Abbiamo perso tante partite, adesso bisogna cambiare marcia. Ho incontrato più volte la squadra, quando si commette un errore, non tecnico, ovviamente, si perdona una volta. La seconda no. Poi si innescano altre valutazioni. I giocatori devono onorare la maglia, rispettare le direttive della società, se non si è all’altezza ci si saluta.
Ho letto di tutto e voglio chiarire che la famiglia Pelligra non vuole tirarsi indietro, ma continuare il percorso ambizioso e virtuoso allo stesso tempo. Virtuoso non vuol dire che non immette capitale per portare avanti la vita del club. Quando sento dire in città che il presidente non scuce denaro sgrano gli occhi. Senza l’apporto dei tifosi non andiamo avanti, bisogna restare uniti.
Ci sono difficoltà legate ai risultati, non mi spiego tanti infortuni e per questo sto monitorando in maniera ancora più intensa gli allenamenti quotidiani del gruppo. Restiamo insieme, così possiamo crescere, così possiamo vincere le partite. Se di fronte a una crisi l’ambiente si sfalda abbiamo perso. Avremmo dovuto lavorare in modo diverso, giocando test estivi con squadre di livello più alto, mi assumo la responsabilità per questo errore. Il mercato? Abbiamo speso tanto, la cifra nei discorsi affrontati con dirigenti di altri club è stata paragonata alle spese che si fanno nella B di vertice e in alcune società di Serie A. Non è una questione di soldi spesi o non spesi.
Il nostro obbiettivo non cambia perché vogliamo e possiamo arrivare fra le prime tre del girone. L’ho detto in estate, ne sono convinto anche adesso. Detto adesso, dopo tre sconfitte interne e alla vigilia di due gare fuori casa magari suona come una frase detta tanto per. Invece ci crediamo».
(foto: catania fc)