Casertana-Catania: sei gli infortunati. Zanellato lavora per acquisire la forma migliore

La Gazzetta dello Sport abbozza una probabile formazione del Catania che andrà di scena a Caserta contro i padroni di casa domenica 1° ottobre alle ore 14:00.

Mister Tabbiani dovrà fare a meno di sei giocatori potenzialmente titolari: dall’estremo difensore Livieri al metodista Rizzo, dallo stantuffo destrorso, Rapisarda, agli attaccanti Chiarella, Popovic e Dubickas. In forse anche il neo acquisto, Niccolò Zanellato:

Una lista diventata gradualmente lunga. Troppo. In quattro gare disputate (una è da recuperare), il Catania ha dovuto rinunciare a giocatori importanti, alcuni anche essenziali. Così alla vigilia del confronto di Caserta il tecnico Tabbiani sarà costretto a fare l’appello fino al momento della partenza per il ritiro campano.

L’allenatore ex del Fiorenzuola dovrà lasciare in infermeria sei persone. Il portiere Livieri che ha una lesione muscolare e dovrà anche saltare il confronto con il Messina in Coppa (si gioca il 4 alle 20,45) e quello interno con il Latina in campionato (domenica 8 alle 16,15). In difesa mancherà ancora il laterale destro Rapisarda per infortunio muscolare. A centrocampo gli assenti saranno il regista Rizzo (noie al ginocchio) e forse anche Zanellato che è arrivato nei giorni scorsi e ha saltato il match col Foggia per squalifica.

Ma il club ha anche chiarito che Zanellato deve recuperare la forma fisica e poi verrà schierato. Non è detto che non venga convocato, ma ha un’autonomia ridotta. In avanti non c’è mai stato Dubickas, ancora ai box, così come Chiarella che sta rimettendosi in linea grazie agli allenamenti con i preparatori alternati a quelli con il gruppo. Mancherà ancora il centravanti Popovic (infortunatosi in allenamento).

In porta giocherà Bethers, col baby Torrisi in panca. In difesa a destra potrebbe toccare a Bouah, al centro è quasi certo il rientro di un uomo d’esperienza come Tommaso Silvestri. In regia potrebbero alternarsi Ladinetti e Quaini, avanzato dalla retroguardia com’era successo a Monopoli nella ripresa. In avanti Di Carmine dovrebbe scalzare Sarao e giocherebbe come centravanti dal primo istante. Sulle fasce Chiricò e Marsura? Possibile, anche se Bocic è deciso a mettersi in competizione fino all’ultimo istante”.

Mazzotta: “Dobbiamo migliorare e sposare il credo del mister”

Intervenuto ai microfoni di Telecolor, il terzino sinistro rossazzurro Antonio Mazzotta, ha commentato l’inizio di stagione del Catania. Di seguito riportiamo parte dell’intervista: 

Siamo un grande gruppo, possiamo fare bene. Abbiamo ampi margini di miglioramento, considerando anche che ci sono giocatori ancora non in condizione. A Caserta cercheremo di recuperare i punti persi tra le mura amiche. Molti giocatori siamo nuovi e le idee di gioco non sono facili da applicare, dobbiamo però sposare il credo del mister. Inoltre, dovremmo migliorare sulle palle inattive. Io palermitano? Si ma orgogliosissimo di giocare in questa piazza molto importante. Non vedo l’ora che piazze come questa tornino in Serie A, sono cresciuto vedendo Catania, Palermo e Messina nella massima serie”. 

(Catania FC) 

Catania, Livieri torna con il Taranto?

La Gazzetta dello Sport, stamani, ipotizza il rientro del portiere del Catania, Alessandro Livieri:

“Un’altra tegola per Tabbiani. Il portiere Livieri, costretto a uscire dopo il primo tempo di Catania-Foggia, salterà infatti la prossima sfida di Caserta e quasi certamente anche le successive due (Catania-Latina (8/10) e Juve Stabia-Catania (14/10), con in mezzo il derby di Coppa Italia col Messina del 4 ottobre). Gli esami medici a cui si è sottoposto hanno evidenziato”.

Il report medico diramato dalla società recitava così: “una lesione muscolare. Il portiere è indisponibile e le sue condizioni saranno ulteriormente valutate nelle prossime settimane.

Rientro che, pertanto, potrebbe avvenire il prossimo 22 ottobre quando il Catania ospiterà il Taranto allo stadio Angelo Massimino.

(foto: youtube.com)

Deli: “Emozionato col Foggia, tanti spettatori non capitano spesso. Sono fiducioso”

Il centrocampista Francesco Deli, uno degli ultimi arrivati in casa Catania, è ottimista per il prosieguo del campionato:

“La gara col Foggia era stata impostata bene, io resto fiducioso. Ero anche emozionato, non capita a chiunque di giocare davanti a tanti spettatori. Ho giocato da mezzala destra anche se ultimamente ho giocato a sinistra, mister Tabbiani me lo ha chiesto e mi sono reso disponibile. Ho espresso la mia preferenza di agire sul centrosinistra perché riesco a puntare con maggiore facilità la porta avversaria.

Ci mancano solo i gol e sono sicuro che un Catania così non sbaglierà tanto. Ora rientriamo in campo con la Casertana senza scoramento come ribadisco fino alla nausea”.

(Foto: Catania FC)

Spolli: “Non è l’inizio sperato, ma alla lunga la squadra verrà fuori”

Intervenuto ai microfoni di Sportitalia, l’ex difensore rossazzurro Nicolas Spolli ha parlato in merito alla società rossazzurra da poco approdata in serie C, e del suo inizio di stagione un po’ complicato: 

L’altra sera ho visto la partita in TV e mi ha emozionato vedere quello stadio e quella gente. Catania è una piazza che merita altri palcoscenici. Penso che la società abbia fatto un buon mercato, ha preso giocatori di categoria superiore. Non è l’inizio che noi tifosi speravamo ma credo che, alla lunga, la squadra verrà fuori e lotterà per la promozione”. 

Catania: tutti sotto esame e prima contestazione dell’era Pelligra

Impietosa ma condivisibile per certi aspetti la critica mossa da La Gazzetta dello Sport che analizza le criticità che stanno contraddistinguendo questo primo scorcio di campionato menzionando i fischi che una parte della tifoseria, per la prima volta nell’era Pelligra, ha rivolto sentitamente alla squadra dopo il secondo k.o. interno:

Il Catania che fa il pienone in casa ma perde due gare su quattro preoccupa dirigenti, tecnico e gli stessi atleti. E irrita i tifosi. La contestazione andata in onda lunedì sera dopo lo 0-2 col Foggia ha aperto di fatto un periodo complicato da gestire. Ecco perché.

Il Catania ha un gruppo rinnovato quasi per intero, ma ci sono tanti giocatori che non hanno una condizione ideale per reggere i 90 minuti. Dopo un’ora di palleggi, tentativi e pali (era successo anche contro il Crotone) l’avversario di turno avanza e fa suo il match. 

Quel che emerge dall’analisi di tutte e quattro le gare è la mancanza di verticalizzazioni. Chiricò è il fulcro del gioco negli ultimi venti metri, ma se viene arginato, il Catania va in difficoltà. Di Carmine, che ha segnato fin qui gli unici due gol al Picerno, non è ancora al cento per cento. Stesso discorso riguarda Marsura che è un talento indiscusso, ma non ha nelle gambe più di 50 minuti. A centrocampo Ladinetti è il regista designato con l’ostacolo di una forma fisica che deve maturare il più presto possibile. Sembrava più dinamico il rendimento del Quaini visto nella ripresa del match pareggiato a Monopoli, ma ieri l’altro l’allenatore, sacrificando inspiegabilmente Silvestri in panca, lo ha rimesso al centro della retroguardia.

Facile appellarsi agli infortunati, ma è una realtà da sommare pure questa nonostante le soluzioni tattiche abbondino in un gruppo che era stato costruito con un certo criterio. Lorenzini è rientrato adesso dopo tre turni di squalifica, a Caserta sarà disponibile anche Zanellato capace di spaccare la partita con esperienza e tecnica che porta in dote. 

Un altro fattore che preoccupa riguarda il pubblico. La media di 18 mila presenze nelle tre sfide interne fin qui sostenute è un dato eccezionale non solo per la Serie C. Lo sarebbe anche per il campionato cadetto. E il pubblico che anche lunedì ha sostenuto il Catania fino alla fine, dopo la conclusione del match ha contestato stizzito società e giocatori: «Vogliamo gente che lotta» il coro unanime delle curve.

Se dopo tanta attesa, speranza e vittorie collezionate lo scorso anno il gruppo Pelligra subisce la prima contestazione può anche starci. Ma c’è il fondato rischio che il pubblico si disamori e vada sempre di meno allo stadio. La prova di Caserta diventa esame verità per tanti aspetti. Anche Tabbiani,  sembra sotto esame. Anche se i dirigenti si affrettano a smentire ogni cattivo pensiero”.

(foto: Catania FC)

Catania, tegola infortuni che incombe: anche Livieri out

Tegola infortuni che incombe in casa Catania, dopo Francesco Rapisarda, Edgaras Dubickas, Giuseppe Rizzo, è arrivato purtroppo il turno di Alessandro Livieri, costretto a lasciare il campo anzitempo in occasione di Catania-Foggia. 

Di seguito riportiamo il comunicato ufficiale della società rossazzurra: 

Lesione muscolare per Livieri

Costretto a lasciare il campo anzitempo lunedì sera, Alessandro Livieri è stato sottoposto ieri a risonanza magnetica: gli accertamenti hanno evidenziato una lesione muscolare, il portiere è indisponibile e le sue condizioni saranno ulteriormente valutate nelle prossime settimane”. 

“Melior” e “Surgo”: prestazione da rivedere

“Melior de Cinere Surgo” è lo slogan scelto dal nuovo Catania per ripartire, per risorgere dalle proprie ceneri come una fenice instancabile. Anche sulle nuove maglie campeggia l’espressione latina che si trova nell’incisione di Porta Garibaldi.

Per questo, traendo spunto dal motto che tutti, dalla tifoseria alla dirigenza e fino alla squadra, abbiamo fatto nostro, ogni domenica il post-partita di Catania Mood si è arricchita di un nuovo contenuto, la rubrica: I “Melior” e i “Surgo”, che tradotto con buona dose di licenza letteraria starà per: “I migliori” (che in latino sarebbe: meliores) e “coloro che risorgeranno” (anziché: risorgo).

I MELIOR DI CATANIA-FOGGIA:

Quaini: uno dei più brillanti tra le fila dei rossazzurri, è riuscito a bloccare per più di un’occasione le trame offensive foggiane. Voto: 6

Castellini: adattato a terzino destro, ha giocato bene difendendo più volte il risultato. Nella parte finale del match è andato anche vicino al gol con un tiro pericolosissimo di poco a lato. Voto: 6

Zammarini: partito inizialmente dalla panchina, la sua assenza si è fatta sentire. Una volta entrato in campo, è riuscito a dare un po’ più di ordine a un centrocampo che ha sofferto parecchio la pressione avversaria. Purtroppo il risultato non ha aiutato. Voto: 6

 

I SURGO DI CATANIA-FOGGIA: 

Mazzotta: disattento in più di un’occasione, aiuta tanto in fase offensiva, ma in fase difensiva non ha dato il suo grande contributo. Molto spesso rimane alto senza rientrare per aiutare i compagni. Da rivedere. 

Curado: ancora in difficoltà quando gli ospiti creavano trame offensive. Imperdonabile il patatrac con Bethers in occasione del secondo gol ospite. 

Sarao: quasi inesistente. Nessun movimento da attaccante puro per contribuire alla costruzione del gioco. Molto statico, anche se non ha avuto la possibilità di ottenere grandi passaggi dai compagni. Anche lui, da rivedere. 

 

Tabbiani: “Mi prendo le mie responsabilità ma risultato ingiusto”

Luca Tabbiani, allenatore del Catania, in mixed-zone ammette gli errori, ma riparte dalla buona prestazione che sul piano del gioco ha convinto eccettuando gli ultimi 15 metri, che poi sono gli unici a fare la differenza trasformando una buona prova generale in tre punti:

“Dispiace perdere così dopo aver giocato una buona gara. Sinceramente questo 0-2 non è un risultato giusto ma bisogna andare avanti.

Il Foggia ci ha messo in difficoltà nei primi 10 minuti del secondo tempo ma noi siamo stati sempre in controllo della gara. Siamo stati sfortunati con la traversa di Chirico.

Mi prendo le mie responsabilità ma la prestazione c’è stata, è mancato solo il gol. Adesso bisogna rimanere equilibrati e tranquilli e guardare avanti”.

(foto: Catania FC)

Il Catania s-Foggia una prestazione evanescente (N.B.: vedi Crotone)

Da effervescente a evanescente. Il calcio propositivo di Luca Tabbiani doveva confluire in un attacco prolifico sulla scorta di trame di gioco spumeggianti, ficcanti ma, soprattutto, concrete. E invece ieri, nonostante una buona mole di gioco prodotta per lunghi tratti del match, abbiamo rivissuto il remake di Catania-Crotone, stavolta con un passivo ancora più ingeneroso e davanti a un pubblico “da Serie A”, come hanno sottolineato i telecronisti di RaiSport (a proposito, non abbiamo fortuna con loro…), e come recitano i numeri sugli abbonati di cui attendiamo ancora il totale così come degli spettatori presenti ieri allo stadio Massimino, verosimilmente intorno alle 16.500 unità.

Non è tutto da buttare, sarebbe un guaio pensarla così dopo quattro partite giocate. Ma, per coerenza, con quanto asserito in agosto, dopo quattro gare è possibile e opportuno tracciare un primo bilancio. Ieri il vice presidente del Catania, Vincenzo Grella, ha ammesso ai microfoni di RaiSport che la pazienza nel calcio è merce rara, ma ne ha implorato il ricorso, ribadendo la bontà del progetto tecnico di Tabbiani che ha sempre definito “una mia scommessa“.

Tabbiani, dopo la sconfitta, si è rammaricato per buona prestazione che, come nei primi 45′ con il Crotone, non è coincisa con la vittoria. Se a Monopoli abbiamo riscontrato un’involuzione sul piano del gioco, ieri sera la crescita tecnico-tattica c’è stata, ma non quella fisico-atletica dato che i contrasti erano pressoché appannaggio dei satanelli.

Al centrocampo dai piedi buoni, buonissimi, vedi Rocca, Deli, Zammarini, lo stesso Ladinetti e il neo acquisto Zanellato, deve corrispondere un maggior impegno atletico altrimenti in Serie C le partite si perdono, offrendo il fianco all’avversario nei contropiedi scaturiti, magari, da un contrasto maldestro o “poco convinto”. 

Il rodaggio, evidentemente, non è concluso. L’Avellino ha deciso di invertire subito la rotta cambiando tecnico e ha subito ottenuto risultati differenti. Ciò non significa che il Catania debba esonerare Tabbiani dopo quattro partite, con ammissione di colpa di Grella ed evidenti e un progetto tecnico/tattico tutto da rifare dopo appena un paio di mesi di implementazione. Semmai, sarebbe più opportuno sentire spronare l’allenatore, almeno in questo scorcio di campionato, a snaturarsi pur di centrare vittorie e punti perché ne abbiamo già dilapidati 8 su 12 ma siamo ancora in tempo per ritornare in carreggiata.

Il calcio propositivo e offensivo che l’allenatore vorrebbe imprimere come marchio di fabbrica alla squadra, al momento, è utopistico e sono i risultati a dirlo, non certo noi. Probabilmente per mere ragioni temporali, per la preparazione estiva scarna di amichevoli di livello, per la pausa imposta dal rinvio col Brindisi e, pertanto, per i tempo di ricezione dei giocatori che non erano abituati a un modulo così dispendioso (il pressing alto a tutto campo nei primi 45′ sfianca se non si è ancora al massimo). Occorrono punti e questo deve essere il primo e unico obiettivo al momento. Per assimilare schemi, concetti di gioco e per la forma fisica al top c’è tempo, per la classifica, no.