Spinesi: “Il nuovo Catania targato Pelligra è un club forte”

Il Gabbiano, Gionatha Spinesi, ha concesso un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” dove si è soffermato sul presente e sul futuro a tinte rossazzurre targato Pelligra: 

“Il nuovo Catania è un club forte e non c’è nulla di scontato nel vincere, è una garanzia per il futuro, vuol dire che c’è una programmazione solida, non avventata. Mi hanno colpito sia la gioia dei giocatori che dei tifosi.

Ferraro è stato bravo a gestire gli attaccanti perché quando ne hai uno da 20 gol gioca sempre, in questo caso invece li ha alternati in base alle caratteristiche”. 

(foto: catania ssd)

 

Ferraro: “Sono contento di aver riportato il Catania tra i professionisti”

Al termine del match tra Canicattì e Catania, mister Giovanni Ferraro ha parlato ai giornalisti nella consueta conferenza stampa post gara in merito alla grande promozione ottenuta. Di seguito parte dell’intervista: 

Posso dire che è stato un anno facile adesso che vediamo la classifica, ma anche difficile, di grande lavoro con lo staff. Devo ringraziare il presidente Pelligra perché ci ha messo nelle condizioni di fare calcio ad alti livelli. Penso che ognuno di noi ha il dovere di rispondere sul campo per i sacrifici che la società ha fatto, con un pubblico così importante. Raggiungere un obiettivo con tanti punti di vantaggio sulla seconda non è facile. Sono contento di aver riportato il Catania tra i professionisti e sicuramente verremo ricordati in città come dei lavoratori che hanno raggiunto questo successo. La vittoria del Catania è una vittoria di squadra, raggiungere questi risultati solo una squadra coesa può riuscirci. Laneri è stato l’artefice di questa squadra, ottimo conoscitore di questo campionato e la ripartenza è importante per tutti noi. Dedico questa vittoria a mia figlia, è dura stare 10 mesi lontano da lei, a tutti i papà e al mio caro papà che dal cielo festeggia insieme a me. Io credo che mettere delle etichette sugli allenatori non sia una cosa giusta, per giudicarlo bisogna vederlo all’opera, io mi reputo un allenatore a prescindere dalle categorie in cui vengo chiamato. Gli allenatori di serie C non hanno due cervelli o il campo di serie C è di 200 metri, penso che l’importante è che ci sia la società a mettere a disposizione un gruppo di giocatori e l’allenatore deve essere bravo a compattare il gruppo. È sempre il campo a decidere il risultato”. 

Pelligra: Catania is back and winning again!

Mr Ross Pelligra, owner and president of Catania SSD, has expressed his happiness concerning the huge result of his team. The Sicilian team has reached an important promotion to the Italian third division (Serie C)

Catania is back and winning again!

As of last night, we have qualified to compete in the Italian Serie C League.

We’re still working hard to complete this season. Well done to the players, Vince Grella and the rest of the management team.

We’re looking forward to completing the season on the 7th May”.

Catania, Pelligra e Bresciano a fine aprile per il passaggio da SSD a S.p.A

Ross Pelligra e Mark Bresciano saranno di nuovo a Catania a fine Aprile! Con il passaggio al professionismo Il Catania cambierà diventato una S.P. A e questo verrà fatto alla prossima venuta di Ross Pelligra! Mark Bresciano entrerà ufficialmente nel CDA con un ruolo definito. Tutto avverrà tra fine Aprile e iniziò Maggio

(Fonte Alessandro Vagliasindi Corner).

Biagianti: “È la vittoria di tutti NOI”

Attraverso i propri profili sui vari social, lo storico capitano rossazzurro e attuale team manager Marco Biagianti, ha espresso la propria gioia per la grande promozione della squadra etnea che ritorna tra i professionisti: 

Dove eravamo rimasti?
Pianti, collette, tribunali, punti di penalizzazione, modifiche regolamenti, conferenze e chi più ne ha più ne metta! Quanta sofferenza, troppa!

Essere tornati di nuovo alla normalità ad essere felici è quello che merita Catania, la gente di Catania, che meritate voi tifosi!

Un grazie speciale a tutti voi, alla Società che ci ha permesso di sognare e di sperare nel domani, alla “Squadra invisibile” pronta a lavorare sodo per non far mancare niente alla squadra.

Allo Staff Medico e Tecnico, al Mister Ferraro ed al Direttore Laneri per aver guidato giornalmente alla perfezione una squadra super, fatta di ragazzi speciali e grandi giocatori, uomini legati a questa maglia dal primo giorno che l’hanno indossata.

È la vittoria di tutti NOI ❤️💙

(Foto: Catania SSD)

Jefferson: “Vedere tutti quei tifosi è stata una grande emozione”

Al termine del match tra Canicattì e Catania conclusosi con il risultato di 1-4 sancendo la matematica promozione per i rossazzurri, l’attaccante brasiliano Jefferson autore del terzo gol ha parlato ai giornalisti nella consueta conferenza stampa post-gara: 

Ringrazio tutti perché è stato un anno pieno di emozioni con il raggiungimento di un grande obiettivo. Il futuro? Ancora non so, bisogna dimostrare sul campo che posso rimanere. Quando siamo arrivati allo stadio e vedere tutti quei tifosi è stata una grande emozione, poi prima della partita tutta la tifoseria compatta che cantava… da brividi, sono orgoglioso di essere qui perché è una sensazione bellissima. Mi pesava un po’ l’assenza del gol ma adesso spero di avere più continuità. Sono contento per la vittoria del campionato. Dobbiamo continuare così, avremo lo stesso approccio e la stessa mentalità. Fisicamente sto bene, lascio sempre al mister la scelta, io do sempre il massimo. Per un giocatore l’obiettivo è quello di giocare titolare e far gol, chiaramente bisogna anche rispettare le scelte del mister. Voglio arrivare in doppia cifra perché da quando sono in Italia è sempre successo qualcosa e non ci sono riuscito. Non so se sarò capocannoniere della squadra ma voglio raggiungere questo personale traguardo”.

Catania, la serie C è tua! Città in festa!

Il giorno dopo è sempre più bello. Tra festeggiamenti ed esultanze possiamo finalmente dirlo: il Catania è matematicamente promosso in serie C con ben sette giornate d’anticipo, un ritorno tra i professionisti dopo l’incubo dello scorso anno che rappresenta il primo grande traguardo per la proprietà italo-australiana con a capo Ross Pelligra, presidente del club etneo che ha costruito uno staff dirigenziale di tutto rispetto permettendo quindi la scelta di un organico forte e competitivo. 

La vittoria per 1-4 allo stadio “Marco Tomaselli” contro il Canicattì sancisce dunque il ritorno degli etnei tra i professionisti, generando l’entusiasmo degli oltre quattromila supporters presenti a sostenere i propri colori nell’impianto nisseno, oltre che di una intera città che nelle ore successive alla partita, immediatamente dopo il rientro da Caltanissetta, si è riversata in zona lungomare-piazza Europa per festeggiare insieme ai componenti della squadra con un pullman scoperto. 

Una rinascita tutta rossazzurra che è stata determinata in primis dal solido progetto del presidente Pelligra, congiunta al costante supporto della città di Catania con migliaia di tifosi al seguito sia in casa che in trasferta. Un entusiasmo ritrovato dopo anni bui. È tempo di festeggiare, ce lo meritiamo, Catania se lo merita! 

Pelligra: “Serie A? Non è un sogno, è un progetto. Ora ampliare stadio e centro sportivo”

Il presidente del Catania, Rosario Pelligra, in compagnia dell’inseparabile fratello Paul, di Mark Bresciano e di tanti tifosi e simpatizzanti dei colori rossazzurri, suona la carica da Melbourne:

“Quello della Serie A non è un sogno ma un progetto ben preciso – ha dichiarato Pelligra a “La Gazzetta dello Sport”-. Vogliamo programmare in vista della prossima stagione per vincere di nuovo, programmando anche l’attività giovanile e portando i ragazzini della città sui nostri campi, ne vogliamo costruire 8-10 in un centro sportivo a ridosso del centro storico e amplieremo il ‘Massimino’ “.

Ferraro: “Catania città che vive di famiglia, Sant’Agata e squadra: è nel mio cuore”

Relegati alle pagine della “Gazzetta di Sicilia&Calabria” che, con tutto il rispetto possibile, non rispecchiano l’eco del nome “Catania” che risuona in tutti i continenti. Oggi siamo balzati, nuovamente, agli onori della cronaca nazionale dopo 17 anni dall’ultima promozione.

Queste le parole di Giovanni Ferraro, allenatore e artefice di questa promozione ampiamente anticipata, riprese proprio da “La Gazzetta dello Sport”:

“Vincere in una città che ha storia e un pubblico straripante è una sensazione che mi porterò nel cuore per sempre. Catania è una città umana, che ama la Patrona Sant’Agata, la famiglia e il calcio. Una città barocca e amata dai turisti che riconosce il lavoro di tutti, anche di chi come me è arrivato senza avere un nome come i tecnici che mi hanno preceduto. Abbiamo lavorato in un ambiente da Serie A.

La professionalità del presidente Pelligra e dei dirigenti che hanno seguito la squadra in città, da Laneri a Grella, da Carra a Caniglia, è stata da Champions. Abbiamo vinto le prime nove gare generando entusiasmo immediato. Vedere il Massimino festante, con una media di 15 mila spettatori a partita è un’emozione che si ripete ad ogni appuntamento

Ho avuto uno staff di prim’ordine. Zeoli il vice è stato protagonista di una promozione epica in B, Biagianti – il team manager – è stato il capitano in Serie A. Tutti gli altri collaboratori hanno messo al servizio dei calciatori una professionalità non certo di Serie D.

Ho rivissuto il mio passato in città non così importanti come Catania. Mi sono commosso di fronte alla chiamata di mia figlia Caterina. E dinanzi alle telefonate dei miei concittadini di Vico Equense.

Il nuovo Catania merita la Serie A, l’organizzazione è pronta, Il pubblico all’altezza toccherà a chi va in campo recuperare il tempo perduto. Vogliamo vincere tutte le partite e anche il girone tra le vincenti della D per cucirci un piccolo grande scudetto.

Se resto a Catania? Non tocca a me dirlo, ma se questa domanda la facessero i dirigenti, conoscerebbero già la mia risposta”.

(foto: catania ssd)

“C” come Catania e “Cibali”, Como e Cremonese, Canicattì e Caltanissetta: era scritto Così

I 40.000 dell’Olimpico li ho visti solo nei video di YouTube, ero ancora in fasce ma, ne sono certo, al triplice fischio dell’arbitro Gianfranco Menegali in Catania-Cremonese (0-0) del 25 giugno 1983 avrò smorzato il pianto a dirotto, fregandomene pure della tanto agognata poppata pomeridiana.

C’ero eccome, invece, il 13 maggio 1995 quando Angelo Busetta veniva portato in trionfo dai suoi giocatori in quel di Gangi, tra lacrime di gioia e speranze futuristiche, salutando con un arrivederci il CND che avremmo rivissuto, fugacemente, nei giorni nostri.

C’ero anche quando Cicchetti crossava per Manca scatenando l’apoteosi del vecchio “Cibali” o quando Michele Fini invertiva il piede naturale con quello d’appoggio, che nemmeno un mancino puro avrebbe potuto fare meglio, mettendo la palla nel sette e mandando in visibilio il pubblico sugli spalti: 9 giugno 2002, fu Serie B.

C’ero, alle spalle dell’attuale responsabile del settore giovanile del Catania, Orazio Russo, perché riteneva ingiusto che l’arbitro tardasse a decretare la fine delle ostilità in quel 28 maggio 2006, Catania-Albinoleffe 2-1, che fotografò alla perfezione il sapore lento della nostra procrastinata vittoria: Umberto Del Core spinse la palla con un tocchetto acuito dallo sguardo “pesante” dei 25.000 spettatori (lo stesso che mister Giovanni Ferraro ha riconosciuto al gol di Lodi contro il Cittanova al 96′), lemme lemme s’insaccò dentro i nostri cuori e, da altre lacrime, quelle degli adolescenti che avevano inumidito di gioia la terra battuta del “Grotta Polifemo” di Milazzo (di questi tempi, era il 25 marzo 1995 quando Maurizio Pellegrino e Mimmo Crisafulli lo espugnarono, inanellando dieci vittorie consecutive, fino a Gangi, che valsero la promozione in Serie C1), germogliò finalmente una realtà lussureggiante: la Serie A.

Ci siamo abbeverati dalle mammelle prosperose di mamma Etna per otto anni, prima di un lento e inesorabile calvario, iniziato nel 2014 e compiutosi il 9 aprile 2022. Otto anni di estasi, altrettanti di oblio, culminati con la cancellazione del club, eppure il numero dell’infinito, nel bene, nel male e ancora nel bene, ci ha condotto sin qui, fino a una promozione dalla Serie D alla Serie C.

Rispetto ai fasti dell’età moderna rossazzurra, ogni festeggiamento sarebbe ingiustificato da un’arsura da latitanti trionfi “di un certo rilievo”. E’ vero: Catania merita il palcoscenico della Serie A, merita l’Europa (perché no?), ma gli step sono vari ed eventuali, e il primo si chiama Serie C.

Ora che l’elefantino è tornato a barrire cingendo nella sua proboscide i proseliti di sempre, dallo zoccolo duro agli iniziati, la via lattea dei sogni rossazzurri disegna, finalmente, una scia di speranza su cui camminare a passo sicuro dopo aver girandolato in quei mesi nefasti e indecorosi.

Melior de cinere surgo significa anche questo: non solo rinascere dalle proprie ceneri, ma ridestarsi, rivivere i fasti perduti e, laddove possibile, sognare in grande, sognare l’Europa.

Agli scettici di oggi rispondiamo che nel 2000 nessuno avrebbe immaginato il Catania in Serie A, capace di battere l’Inter del triplete 3-1, vincere un derby per 0-4 a Palermo con un gol da Holly e Benji di Giuseppe Mascara o espugnare il vecchio “Delle Alpi” infliggendo alla Juve un secco 1-2. Eppure è successo.

Non si tratta solo di “sognare non costa niente” ma di avere fiducia nella dirigenza attuale che ha iniziato col piede giustissimo e proseguirà altrettanto bene secondo un business plan ben definito che prevede una crescita societaria e territoriale sincrona. Ci appelliamo alle forze politiche, pregandole di lavorare soprattutto dopo le amministrative senza ostentare colori e stendardi sventolandoli sulla matita indelebile del voto al fine di orientare la scelta della casella. Non lasciate solo il presidente Rosario Pelligra e il suo entourage, non abbandonate né il vice presidente e amministratore delegato, Vincenzo Grella, né il direttore generale Luca Carra, non ve lo perdoneremmo mai.

E’ tempo di festa, ora. Non è solo una promozione in C, è una promozione di una città intera relegata al dilettantismo urbano dalle nostri amministrazioni a cui il fato, tanto generosamente, fornisce un’occasione di redenzione. Perché “la fede non conosce categoria”, va al di là della lettera dell’alfabeto che contrassegna il campionato d’appartenenza con tutto il suo corollario del livello di gioco. Non è voler banalizzare il momento storico strumentalizzando frasi fatte, è voglia di riemergere dalla melma che ci aveva inghiottiti.

Il campionato Cadetto ci aspetta, il preludio all’elite del calcio è lì, a un passo, come se fosse ogni giorno il 9 giugno 2002. CrediamoCi fin d’ora, tutti, appelliamoci al “fattore C”, “C” come Catania, come Cibali, come gli spareggi con Como e Cremonese nel 1983, come Canicattì, come Caltanissetta, come Serie C, come Club Calcio Catania, come il Cross di Cicchetti, come la “C” di Del Core ma, soprattutto, “C” come Categoria di passaggio e come “Campionato cadetto”. 

(foto: catania ssd)