La lunga intervista rilasciata da Francesco Rapisarda, terzino destro del Catania, ai microfoni di Telecolor, fotografa perfettamente il momento che sta attraversando la formazione rossazzurra:
“Non siamo mai riusciti a ribaltare un risultato. Ed è una pecca che ci portiamo dall’inizio della stagione. Non è una questione fisica, ma mentale. Siamo monitorati in allenamento in modo costante se scendiamo al di sotto della soglia di allenamento i preparatori si accorgono subito. In organico chi è rimasto e chi è arrivato non ha bisogno di presentazioni, non ho una risposta a tutti i problemi incontrati. Nessuno di noi è riuscito a cambiare il trend della squadra. Siamo tutti responsabili, facciamo un esame di coscienza perché il tempo sta per scadere.
I nuovi sono qui da poche settimane, non è giusto addossare loro responsabilità, piuttosto diamo una mano per farli inserire nei meccanismi. Chi ha cominciato la stagione ha una carriera importante e deve esprimersi al massimo.
Non si possono prevedere acciacchi o infortuni gravi ma ce ne sono stati tanti. Il fondo dei campi? Ci siamo allenati anche l’anno passato a Ragalna sul sintetico e non avevamo accusato tanti infortuni. Forse paghiamo il salto in una categoria diversa con intensità differenti di gare e avversarie di altra caratura.
Non è una stagione perduta, mancano 15 gare più la semifinale di ritorno della Coppa Italia, che è una sfida importante, non possiamo fermarci di fronte alla difficoltà, siamo ancora in tempo a dare una svolta dopo i primi sei mesi non certo memorabili. Si segna poco? Se non avessimo commesso errori non avremmo perso alcune gare che sarebbero finite 0-0.
Con Lucarelli dopo le vittorie contro Turris e Giugliano avevamo dominato pure il Francavilla subendo il pari in modo rocambolesco. Ci sono sempre mancate le vittorie di fila. Con Tabbiani giocavamo bene ma non riuscivamo a spiccare il volo. Tante colpe non erano del tecnico precedente, così come ora non sono di Lucarelli».
(foto: sambenedettesecalcio.eu)