Parla come un veterano, gioca come un veterano e segna come un veterano. Alessio Castellini ha talento e carattere da vendere e, proprio ieri sera, dopo la doppietta siglata alla Juve Stabia capolista, ha deciso di estrarre dal cilindro un’altra magia e regalare, in tandem con Cicerelli, la finale di Coppa Italia al Catania:
“Non ho ancora fatto nulla, nel calcio, non mi sento l’uomo in più, altri giocatori anche con una parola sono molto importanti. Il mio ruolo preferito è centrale ma posso giocare ovunque. Dedico questa rete ai miei compagni, al mister, allo staff, alla società e a tutti i tifosi. Da domani testa già a domenica, dobbiamo fare i punti e avviare una striscia positiva. L’occhio? Ho subito un colpo in allenamento. Il Rimini si muoveva bene e giocava bene la palla, abbiamo concesso qualcosa ma siamo stati bravi a sfruttare le nostre occasioni.
Il gol? Bello, importante ed emozionante, ha svoltato un po’ la stagione, ma è stato importante anche quello di Emanuele. In ritiro l’importante è stare insieme e fare gruppo ed è un fattore, perché altrimenti non vinci questa partita. Siam partiti forte, sapevamo di non poter tenere questo ritmo per 90-120 minuti, abbiamo spinto inizialmente e poi di nuovo appena loro si sono aperti, anche i cambi hanno fatto molto bene.
Sappiamo benissimo di dover fare più punti possibili in campionato e anche in Coppa Italia dobbiamo fare il nostro dovere e vincerla. Non mi piace giudicarmi, bisogna avere una certa consapevolezza di se stessi e tenerla per sé. Calciare con entrambi i piedi è una cosa che ho sviluppato crescendo, non è sempre stato così ed è servito per migliorarmi. L’azione del 2-0? Ho deciso di calciare dopo aver controllato, ho visto uno spiraglio e ho detto provo a calciare li, non voglio abituarmi perché l’emozione di far gol o farlo fare deve essere un’ossessione”.
Un “giovane vecchio”, nell’accezione semantica positiva del termine: maturo, consapevole, predestinato.
(foto: Castellini, Catania FC)