La redazione di Catania Mood ha il piacere di ospitare Vito Leuzzi, papà di Filippo, il bimbo di 9 anni che ha emozionato i 1.200 tifosi rossazzurri accorsi al “Neri” per assistere alla semifinale d’andata di Coppa Italia Serie C tra Rimini e Catania lo scorso 24 gennaio.
Mercoledì 28 febbraio alle ore 20:30 andrà di scena al “Massimino” il match di ritorno, in uno stadio che ha già fatto registrare il tutto esaurito ben cinque giorni prima del fischio d’inizio.
Ci saranno anche Vito e Filippo Leuzzi, di Bellaria Igea Marina, tifosi del Rimini.
Innanzitutto grazie di aver accettato il nostro invito. Vito, ci racconteresti la storia di Filippo e maggiori dettagli su quella pioggia di sciarpe e gadget piovuti prima dagli spalti del “Romeo Neri”, poi recapitati anche a domicilio?
“Buongiorno alla redazione di Catania Mood e grazie di avermi contattato per l’intervista. Vi spiego un po’ dall’inizio. Filippo giocava tre anni fa a pallone, come tutti i bambini, a Bellaria Igea Marina, vicino Rimini, dove abitiamo. Ha iniziato a zoppicare la mattina, a sinistra, e pensavo si trattasse di una botta presa in partita o in allenamento ma, dopo gli accertamenti, abbiamo scoperto che è affetto dal morbo di Perthes, che ti mangia la testa di uno dei due femori, a Filippo è toccato quello sinistro, e te lo consuma, ma essendo bambini le ossa si ricreano.
Il problema è che non può caricare peso quindi da quasi tre anni, Filippo alterna carrozzina, stampelle, in casa cammina ma senza gravare sulla gamba sinistra. Quella volta gli ho detto: facciamo così, dato che la sfortuna ti ha messo sulla sedia a rotelle, ti faccio vedere che in questa situazione negativa, buia, c’è un punto di luce, anche se piccolissimo, perché potrai assistere a tanti eventi in prima fila. E da lì gli ho promesso che lo avrei portato ogni domenica da qualche parte. Siamo andati a San Siro a vedere il Milan, perché siamo milanisti, e il Rimini perché è la squadra per cui tifiamo dato che è quella del posto. Se capita andiamo anche al “Dall’Ara” di Bologna, ma siamo stati anche a Valencia, per esempio. Ho cercato di fargli vedere che la situazione che sta vivendo non è tutta nera. A Rimini, però si sente a casa, perché non avendo il “Romeo Neri” una postazione specifica per i disabili, il disabile viene messo a bordo campo, sulla pista d’atletica, e la prospettiva del tifoso è bellissima perché fai due chiacchiere con i giocatori, ed essendo un appassionato di calcio piace anche a me.
Filippo, a Rimini, chiede sempre di fare il giro di campo a fine primo tempo per salutare i tifosi avversari. Quando c’è stata la partita Rimini-Catania, gli ho detto: “sei sicuro di voler andare?”, perché onestamente così tanti tifosi li abbiamo visti poche volte a Rimini, forse nel derby col Cesena. Lui ha insistito e quando siamo passati ci hanno applaudito, è stato un bel momento, molto toccante: vedere più di mille persone che ti riservano un applauso, ti incitano, sapendo io cosa ha passato Filippo, cioè due interventi chirurgici molto lunghi, di cui uno lo ha costretto per 40 giorni all’immobilità, mi sono emozionato: anche un adulto andrebbe fuori di testa se passasse ciò che ha passato lui. E’ stato un momento in cui stentavo a trattenere le lacrime. Io, essendo originario di Brindisi, mentre mia moglie è di Rimini, avevo detto a Filippo: “vedrai che in Coppa, se arriveranno avversarie del Sud Italia, sarà tutta un’altra storia, per calore”. Dopo una decina di minuti eravamo tornati alla nostra postazione e sono arrivati due raccattapalle del Rimini, due ragazzini, con una maglia relativa alla promozione del Catania e una sciarpa, allora ho pensato di salutare, a fine partita, i tifosi rossazzurri. L’intento c’era ma non siamo riusciti a metterla in atto, lì sono piovute altre sciarpe ma non siamo riusciti a salutare chi le avesse lanciate inizialmente.
Poi, siccome Filippo ha un canale YouTube dove parla di calcio, ‘Il calcio secondo Filippo’, aperto questa estate in giugno, quando è finita la scuola, dove si parla del calcio vissuto con gli occhi dei bambini, emozionale, bello, delle giocate, senza odio e violenza. Ho posto due regole: doveva essere un canale di calcio, non del Milan o del Rimini, infatti sono venuti anche i suoi amici a casa per girare video insieme con maglie di Juventus e Napoli, per esempio, e l’altra regola è non dire parolacce (sorride, ndr).
L’ospitata al “Massimino” nasce da un’idea dei nostri amici Liotrizzati, ragazzi che nutrono una passione sfrenata, autentica e genuina per i nostri colori e dal cuore grande. Avrete modo di conoscervi a Catania?
Così abbiamo girato un video e lo abbiamo pubblicato nel suo canale per ringraziare i catanesi, pensando che si trattasse di un video come gli altri. Da lì, invece, si è scatenato il putiferio: hanno iniziato a contattarmi numerosissimi tifosi del Catania, su Messenger, Facebook, telefonicamente, mi ha contattato Giuseppe Leone dei Liotrizzati, dicendo che avevano pensato di invitarci per la partita di ritorno a Catania e noi abbiamo aderito subito. I ragazzi di Vanedda Cucchiara mi hanno chiesto l’indirizzo per mandarmi contenente una maglia gigante, la prima del 2024, una sciarpa, e altri gadget. Dopodiché mi ha contattato Angelo Scaltriti, addetto stampa del Catania FC, e lo ha invitato ufficialmente al “Massimino”.
Quanti giorni vi fermerete a Catania? Avete già programmato un tour per conoscere la città?
E’ la prima volta che andiamo in Sicilia, arriveremo martedì sera e saremo a cena con i ragazzi dei Liotrizzati e di Vanedda Cucchiara e col signor Marcello Prato, maresciallo della base militare di Sigonella. Il 28 mattina saremo ospiti a Sigonella insieme a Leonardo, il bambino di 11 anni che ha regalato la sciarpa a Filippo. Ci siamo scambiati il numero di telefono con il papà, che peraltro vive a La Spezia e lavora in marina, E’ stata una cosa grandiosa perché Filippo era andato via , e Leonardo ha deciso di togliersi la sciarpa, darla a uno steward, e farla recapitare a Filippo che si trovava dall’altra parte dello stadio. Il gesto ha avuto un’eco pazzesco e bisogna rimarcarlo. Allo stadio saremo insieme e speriamo sia la prima di tante partite insieme. La sera saremo ospiti del Catania Calcio”.
Che vinca il migliore. Ma, dato che si parla di calcio e, nella fattispecie, di Catania-Rimini, ci diresti quali sono i giocatori del Catania che temi di più e quali sono, invece, i punti di forza del Rimini?
Partita importante, intensa. Noi non siamo abituati a fare un giro di campo in uno stadio tutto esaurito con 23.000 persone. Catania ci è entrata già nel cuore dopo tutto questo e, anche se non abbiamo un tour turistico organizzato, ci torneremo volentieri per ammirare il barocco e tutta la città.
Mercoledì sarà una partita molto delicata. Il Rimini è arrivato in semifinale di Coppa Italia per la prima volta nella storia, si gioca la finale e all’andata i biancorossi avrebbero potuto tentare di fare il secondo gol. Gara apertissima, a leggere i nomi è una squadra che non dovrebbe stare in Serie C soprattutto dopo il calciomercato di gennaio. Temo Chiricò, il suo estro e poi è del paese di fianco al mio, Mesagne (provincia di Brindisi, ndr), siamo legati anche alla stessa terra anche se non ci conosciamo personalmente, Poi temo l’entusiasmo di Ciccio Rapisarda, è catanese, vedo come incita la squadra, come crea entusiasmo, è stato un grande e ha parlato tanto con Filippo.
Nel Rimini il bomber Claudio Morra sta facendo molto bene. Ieri ha segnato ad Ancona il 15° gol stagionale, l’anno scorso era arrivato massimo a 12 a Piacenza, e ancora mancano diverse partite alla fine del campionato e Coppa. Bomber Morra, e da parte nostra speriamo che segni, e il collettivo, speriamo possano regalarci la finale.
Sappiamo che sei influenzato e Filippo è preoccupatissimo per il tuo stato di salute dato che non vuole perdersi per nessun motivo al mondo la trasferta di Catania. Vuoi rassicurarlo, e rassicurarci, pubblicamente?
“Sì, stai tranquillo Filippo sono imbottito di farmaci (sorride, ndr) e conto di tornare a lavoro domani prima di partire alla volta di Catania”.
(foto: Vito e Filippo Leuzzi, stadio Mestalla di Valencia).