Altro che non guardarsi indietro! E’ da pessimisti? E’ da sfigati? Forse lo era qualche settimana addietro, ma non certo adesso, nella logica del piano inclinato. La direzione in cui si esplica la forza di gravità è, inesorabilmente, verso il basso. Questa squadra non ha un’anima, non ha un’identità, non ha amor proprio, non è gestita da un club competente alle spalle, si lascia andare perché è allo sbando e non trova appigli in mezzo al mare tumultuoso del calcio professionistico, questo illustre sconosciuto.
I sogni della Serie A, caro vice presidente Grella, non sono solo lontani, sono utopistici. Prima che sia troppo tardi, ammesso che la fortuna ci assista e i play-out non ci risucchino, provi a immaginare il “Lido Umiltà” alla playa, si rechi sulla battigia e vi si tuffi. Dei buoni propositi iniziali, della promozione in C, ce ne facciamo ben poco. Stiamo vivendo un incubo infinito, di quelli che fanno svegliare sudati, e da svegli si sta pure peggio.
Ritiro sì, ma a tempo indeterminato, e immediata esclusione di giocatori che non sudano la maglia a dovere, tenendo i “meno peggio” e aggregando alla Prima Squadra giovani della Primavera. Non esistono, purtroppo, molte ancore di salvezza allo stato dell’arte, s’intervenga laddove si può non tanto per onorare la stagione o salvare la faccia, entrambi gli obiettivi sono perduti da tempo, ma per salvare la categoria e rifondare la struttura societaria ancor prima che la rosa.