“Audaci” dobbiamo essere noi. Per l’onore di Catania

Vigilia di un match dalla rilevanza inestimabile. Catania-Audace Cerignola, apparentemente non di prim’ordine, ma i nomi non conferiscono la giusta dimensione alle rispettive squadre di calcio, vale per l’una e vale per l’altra. Pertanto, una città metropolitana, come spesso accade nelle serie minori in cui siamo relegati ormai da dieci, lunghissimi anni, sfida una cittadina di provincia di 50.000 abitanti, nemmeno tanto piccola a dire il vero.

Ma Catania è Catania, Catania è un’altra cosa. Ragazzi miei, e mi rivolgo ai calciatori non ai tifosi, se finora ogni partita era stata definita come “crocevia” o “spartiacque”, qui siamo di fronte a una “partita d’onore”: siete chiamati a difendere il vostro ma, soprattutto, il nostro! 

Basta prestazioni, appunto, disonorevoli; basta superficialità, approcci sommari, atteggiamenti irriverenti e irritanti, bisogna solo correre, sudare, sprintare con l’avversario fino all’ultima goccia di sudore rossazzurro, e vincere. Audaci dobbiamo essere noi, non i nostri avversari, quindi incuranti dei pericoli e dei rischi a cui andremo incontro, magari su contropiede. Dobbiamo risollevarci in campionato prima di dedicarci alla pagina dorata della finale di Coppa Italia. Fatecela godere, per favore, non capita tutti i giorni di giocarsi una finale, soprattutto dalle nostre parti. Affrontiamo la partita di Padova, martedì all’Euganeo (ore 20:00), con la consapevolezza di potercela giocare con chiunque ma, soprattutto, a mente fresca, dopo una vittoria in campionato che varrebbe più del trofeo nazionale dato che la classifica langue e l’umore pure peggio.

Vincete per noi e per voi, non ci sono più alibi! Mister Zeoli vi starà già instillando quella catanesità di cui, tanti di voi, non hanno cognizione. Imparate in queste ultime settimane, recepite per bene, poi, stagione 2024/25, tiratela fuori e dimostrate chi siete e, ancor prima, chi rappresentate.

Catania Mood
Padova, Belli: “Giocare una finale contro il Catania è emozionante e affascinante”

Il giocatore del Padova, Francesco Belli, era presente ieri al negozio Sky del capoluogo veneto, di fronte al trofeo che verra assegnato allo stadio “Massimino” nella gara di ritorno con il Catania, valevole per la finale di Coppa Italia:

“Sensazioni della doppia sfida? Una finale è sempre una partita speciale – riporta padovacalcio.it-. Vincere il campionato rimane l’obiettivo principale ma giocare una finale come sarà quella tra Padova e Catania è emozionante ma soprattutto affascinante.

L’andata qui all’Euganeo e il ritorno al Massimino possono essere gare in stile playoff e quindi ci può essere di grande aiuto. Ho grande considerazione da parte del mister anche se nell’ultimo periodo sono stato fuori”.

Grella: “Tifosi hanno diritto di contestare, l’importante è credere in ciò che si fa””

Ieri il vice presidente e amministratore delegato del Catania, Vincenzo Grella, ha concesso un’intervista a Chancebet.news, ve ne proponiamo uno stralcio:

Abbiamo parlato dei prossimi sviluppi con Bresciano e Pelligra, c’è dispiacere per la mancanza di continuità nei risultati. Il cambio alla guida tecnica è stata una decisione molto difficile perché c’era un feeling, un rapporto anche personale con mister Lucarelli. Non è mai facile prendere una decisione del genere, ma abbiamo riflettuto e parlato, arrivando a questa conclusione e affidando la panchina a Zeoli che conosce molto bene i valori del club. La ricerca del gioco è importante, ma in questo momento conta di più fare punti. Da Zeoli ci aspettiamo di vedere un po’ di continuità con un certo tipo di lavoro settimanale.

Quando vuoi portare avanti un progetto, ci sono dei momenti di difficoltà in corso d’opera. I tifosi hanno il diritto di contestare ciò non toglie dalla testa della dirigenza il nostro obiettivo. C’è dispiacere quando viene a mancare un po’ di fiducia, ma noi sapevamo delle esigenze della piazza e che avremmo incontrato difficoltà. L’importante è credere in quello che si fa senza cercare scuse o alibi per convenienza personale”.

 

Kontek: “Ripartiamo dal secondo tempo di domenica”

Intervistato durante la trasmissione televisiva Corner andata in onda su Telecolor, il difensore rossazzurro Ivan Kontek ha parlato del momento negativo vissuto insieme ai propri compagni di squadra, e del pareggio ottenuto domenica contro il Potenza: 

Non sono del tutto felice dato che sarebbe stato importante vincere domenica. Sappiamo qual è la classifica attuale. Siamo il Catania, e tenendo conto del blasone e del valore della nostra rosa non possiamo essere contenti nel vedere quella posizione. Dobbiamo assolutamente risalire la classifica. Purtroppo non riusciamo a trovare continuità, anche se a livello tattico abbiamo sempre preparato bene le partite come se fossero delle finali, ma quando prendi 4 gol fuori casa in contropiede ad Avellino non va bene.

Domenica credo che abbiamo giocato bene, avendo costruito 3-4 occasioni nitide per fare gol, purtroppo non siamo riusciti a sbloccare il risultato. Adesso ci proiettiamo con la mente a correggere gli errori commessi e a preparare il match con il Cerignola. Ripartiamo dal secondo tempo e dalle cose che non avevamo fatto in precedenza. Vogliamo vincere la Coppa Italia, però adesso testa al campionato, che viene prima di tutto“. 

Catania-Inter: 3-1, cucchiaio di granita di Mascara, ubriacanti amari dell’Etna del Malaka Martinez

12 marzo 2010, e sono quattordici anni! Il Catania affronta l’Inter di José Mourinho, squalificato per l’occasione ma golosamente seduto in Tribuna con arancini al seguito. I nerazzurri, che firmeranno uno storico triplete vincendo scudetto, Coppa Italia e Champions League, devono inchinarsi al “Catania formato magia” che prima subisce lo 0-1 del Principe Milito, poi pareggia, ribalta e cementa un tris storico con Maxi Lopez, Mascara che fa a assaggiare a Julio Cesar un cucchiaio di granita e Martinez che serve amari dell’Etna a tutta la difesa interista e, dopo averli ubriacati a dovere, insacca per il 3-1.

Nel mezzo di questi anni, Sinisa Mihajlovic, allora allenatore del Catania e The Voice, Stefania Sberna, hanno preferito raccontarla attraverso un’eco eterno, chi da una panchina su una nuvola, chi con la voce celestiale da angelo prestato alla Tribuna Stampa divina.

Un ricordo indelebile: non so voi, ma difficilmente passa più di un mese senza che da PC, cellulare o Smart TV non riveda per l’ennesima volta il video di quella partita che ricordo benissimo e che porterò per sempre nel cuore come la più bella, finora, della storia del Catania. Ovviamente è un gusto puramente soggettivo, anche perché di vittorie storiche ne abbiamo centrate parecchie in quegli otto anni di serie A dal 2006 al 2014, derby stravinti inclusi, ma quella con la futura “triplettista”, resta senza eguali.

(foto: Il Primato Nazionale)

Turris batte Casertana e si porta a -4 dal Catania: la situazione in chiave playout

La Turris vince il derby campano contro la Casertana (1-0) e rosicchia 2 punti al Catania, che occupa il 15esimo posto con 36 punti. Ciononostante, i rossazzurri vantano al momento 12 punti sul Monterosi, penultimo, per cui se anche il Catania si trovasse, malauguratamente, al sedicesimo posto, quindi in piena zona playout, questi non si disputerebbero perché il margine tra sedicesima e diciannovesima supera gli 8 punti di distacco.

Per fare ulteriore chiarezza: Catania 16° con 38 punti e Monterosi 19° con 31 punti (7 punti di distacco), si disputano i playout; Catania 16° con 38 punti e Monterosi 19° con 30 punti (8 punti di distacco), i playout non si disputano. Fermo restando che, ne siamo pienamente convinti, i rossazzurri non si troveranno mai in questa situazione inaccettabile.

Questo recita il regolamento, che strizza l’occhio a un Catania incapace di vincere dal 18 febbraio, quando ebbe la meglio proprio sulla capolista Juve Stabia (2-0). Ora, sotto con l‘Audace Cerignola (venerdì 15 marzo ore 20:45)che ieri ha esonerato l’allenatore Ivan Tisci, ufficializzando l’ingaggio dii una nostra vecchia conoscenza, Giuseppe Raffaele, che sedette sulla panchina etnea tre anni fa, fino al 18 marzo 2021, quando venne esonerato.

(foto: Catania FC)

UFFICIALE: Giuseppe Raffaele nuovo allenatore del Cerignola

Dopo l’esonero di Ivan Tisci, l’Audace Cerignola ha scelto il nuovo allenatore. Si tratta dell’ex rossazzurro, Giuseppe Raffaele, che ha sottoscritto un contratto fino al 2025.

Venerdì alle 20,45, pertanto, Raffaele esordirà proprio contro il Catania.

Padova-Catania: domani sarà possibile ammirare da vicino la coppa

I tifosi di Padova e Catania avranno la possibilità di ammirare da vicino il trofeo che verrà assegnato il prossimo 2 aprile al “Massimino” in occasione della finale di ritorno di Coppa Italia Serie C:

“Prima di essere alzata al cielo dal capitano di Padova o Catania, – riporta padovacalcio.it- la Coppa Italia di Serie C attraverserà lo stivale da Nord a Sud in vista del doppio confronto finale che si disputerà tra stadio “Euganeo” (19 marzo) e stadio “Massimino” (2 aprile).

Lega Pro, in collaborazione con SKY, permetterà a tifosi delle due squadre e appassionati di vedere da vicino il trofeo che verrà esposto domani, 12 marzo 2024, alle 18:30 all’interno del negozio Sky in Via Federico di Roma 119 a Padova.

All’evento sarà presente la delegazione dei calciatori del Padova Calcio composta da Antonio Donnarumma, Filippo Delli Carri, Francesco Belli e Carmine Cretella.

Giuseppe La Venia (RAI): “Ho conosciuto Pelligra e mi sono fatto un’idea. Pulvirenti-Lo Monaco come Spalletti e Totti… Ecco come sono arrivato in Rai”

Catania Mood ha l’onore di ospitare una firma di grido del giornalismo nazionale: Giuseppe La Venia, corrispondente per il Tg1 RAI, che si è formato a Telecolor. E’ partito da Adrano per scalare la montagna del giornalismo, fino a raggiungerne la vetta a suon di poliedricità e indiscusse qualità cronachistiche.

Con Giuseppe La Venia abbiamo parlato del Catania FC, senza soffermarci sul lato tecnico, ma discutendone ad ampio raggio: del Presidente, Rosario Pelligra, che ha conosciuto in occasione di una premiazione a Sant’Alfio, dei progetti della società e del futuro che, secondo il suo infallibile fiuto da giornalista d’assalto, attende i tifosi catanesi.

Grazie Giuseppe di aver accettato il nostro invito, la tua presenza su Catania Mood impreziosisce la nostra redazione. Hai avuto l’opportunità di conoscere il Presidente del Catania, Rosario Pelligra, che idea ti sei fatto del tycoon siculo-australiano? Di cosa avete discusso?

“Ho conosciuto il presidente Pelligra al comune di Sant’Alfio, in occasione di un premio. E’ stata una piacevolissima serata, abbiamo chiacchierato un po’, insieme ad Angelo Scaltriti, capo ufficio stampa del Catania FC e mio fraterno amico. Lo conoscevo già a distanza, dato che sono di Adrano, Catania è sempre nel cuore, quindi sapevo chi fosse, degli investimenti che ha fatto e del legame che lo porta in Sicilia e a Catania in particolare e del campionato che ha regalato lo scorso anno almeno a mezza Sicilia.

Quest’anno non sta andando benissimo, ma l’importante è che ci sia un progetto. Da quanto ho letto e ascoltato nelle sue parole, credo ci sia questo progetto ad ampio raggio. Io ho imparato, con gli anni, che conta il risultato, fare bene in campo, ma il risultato fine a se stesso, senza pensare a dove saremo tra 4-5 anni, a mio avviso, non porta da nessuna parte. Pertanto, sono sicuro che vi sia in prospettiva la crescita dell’intero movimento della prima squadra, fino ad arrivare a quella serie che nemmeno voglio nominare…Però conta anche il settore giovanile, penso ai giovani che non hanno strutture e devono essere pilotati altrove, non sempre in provincia hanno queste opportunità e spero che il Catania divenga catalizzatore per questo movimento e che riesca a schierare in Serie B o in Serie A due-tre giocatori nati e cresciuti in Sicilia, come Mascara, gol bellissimi perché realizzati in maglia rossazzurra ma anche perché è un siciliano, nativo di Caltagirone e cresciuto a Comiso”.

Da catanese e da giornalista: cosa ti aspetti dalla nuova proprietà? E come interpreti questa fase di transizione, tra la promozione in Serie C della scorsa stagione, la finale di Coppa Italia centrata pochi giorni fa e la pericolosa alternanza di risultati in campionato?

“Leggo commenti apocalittici sui social, ormai sono abituato, ma è come stare al bar: anni fa, se la squadra vinceva, si diceva che eravamo da Champions League, se perdeva eravamo da Serie C, si dà un’importanza eccessiva agli sfoghi del lunedì pomeriggio o della domenica seria. Penso che, come in tutte le fasi di transizione, richieda l’arguzia, l’attenzione nel cogliere ciò che dev’essere migliorato. Non sempre le fasi negative sono negative al 100%, insegnano molto, per cui io sono fiducioso che, da un’annata imperfetta, possa nascere qualcosa di importante, anche solo imparare dagli errori commessi.

Voglio aggiungere un aneddoto. In un territorio che ha sofferto, dicevo, è importante il risultato ma anche quello che si restituisce. Nei primi anni 2000, nel Catania di Pulvirenti con Lo Monaco direttore generale, alla vigilia di una partita importante, in Serie B, Lo Monaco porta i giocatori all’ospedale oncologico pediatrico del Cannizzaro. Quando uscirono chiesi a Lo Monaco il perché di questa decisione e lui mi rispose che bisogna sempre ricordarsi di chi sta male, e se possiamo donare un sorriso non dobbiamo mai tirarci indietro. Quando un mese fa Spalletti e Totti si sono chiariti, Spalletti ha dichiarato alla stampa che si sarebbero incontrati nel reparto pediatrico dell’ospedale Gemelli, Totti sa dove si trova perché ci siamo stati insieme. Quando ho sentito questa frase mi sono ricordato del Catania e di quanto è importante che si facciano queste cose, perché i giocatori non sono importanti solo per i gol, che fanno, ma anche per le emozioni che trasmettono, è di grande aiuto e di grande stimolo reciproco. E il Catania quella partita la vinse…”.

Da appassionati di giornalismo saremmo curiosi di conoscere meglio la tua storia: come sei arrivato da Telecolor a RaiUno?

“Io, che vengo dalla provincia, sono arrivato a Telecolor nel 2000, in una redazione prestigiosa, importante, nella quale ho appreso tantissimo e ho avuto l’onore di avere come direttore Nino Milazzo che mi ha assunto. Con i miei colleghi abbiamo fatto una battaglia di libertà e, per quella battaglia, ci abbiamo rimesso il posto di lavoro e sono fiero di dire che era giusto farla anche se il prezzo da pagare è stato salatissimo, sono contento di averlo fatto. Nel momento più nero ho lavorato in provincia di Ragusa, in un’emittente che si chiama Eventi Sicilia perché c’era un grande amico e collega che si chiama Massimo Leotta che mi ha chiamato per darmi una mano e farmi lavorare, poi un autore televisivo, peraltro catanese, che ha lavorato con Pippo Fava ai siciliani, un grande giornalista come Michele Gambino, aveva visto alcuni miei lavori e mi aveva contattato perché si era liberato un posto da inviato alla Rai, per il programma ‘La vita in diretta’. Mi hanno messo alla prova, si comincia a partita iva, e se non piaci non c’è la seconda puntata…Grazie a Dio è andata bene. Poi ho fatto il concorso Rai, l’ho vinto, sono andato al Tgr Liguria per un po’ di anni poi il Tg1 mi ha chiesto di andare alla redazione cronaca, sono diventato inviato dal 2018 e adesso sono nella cronaca del Tg1, contento. Una serie di coincidenze, un percorso che, in un periodo che sembrava sfigato, dove sembrava tutto nero, nel buio totale, è arrivato uno spiraglio di luce, come potrebbe succedere al Catania. Non sempre la notte è totalmente buia”.

(foto: facebook.com)

Catania, difesa solida ma l’attacco?

Continua il momento di difficoltà per gli etnei che nella sfida di ieri hanno portato a casa solamente un punto in una sfida che vedeva di fronte due squadre che attualmente occupano gli ultimi posti disponibili per la salvezza in terza serie.

Sono tanti gli aspetti da analizzare in base a quello che abbiamo visto ieri contro il Potenza: sicuramente la solidità difensiva i cui interpreti hanno ben figurato, da elogiare la prestazione di Sasà Monaco, ex di turno, che in diverse occasioni si è fatto trovare pronto per annullare le offensive avversarie, così come Kontek e gli esterni bassi Castellini e Celli. Sicuramente parliamo del reparto più corposo e di qualità della squadra rossazzurra che anche ieri, nonostante vari attimi di sofferenza, ha saputo reggere la pressione del cambio di guida tecnica avvenuta in settimana.

Il problema principale di questo organico rimane il reparto offensivo che, nonostante diverse occasioni, alcune delle quali molto appetibili, non riesce a concretizzare al meglio non riuscendo a trovare di conseguenza la via del gol. Una crisi abissale che penalizza fortemente i rossazzurri inficiando negativamente sul rendimento complessivo e sulla classifica attuale che diventa sempre più pericolosa anche in base ai risultati ottenuti dalle avversarie attualmente in zona playout.

Zeoli dovrà lavorare principalmente sull’aspetto mentale dei suoi attaccanti che vivono certamente un momento di difficoltà nel trovare la via del gol. Maggiore concretezza e maggiore lucidità sottoporta, gioverebbero e non poco per risalire pian piano la classifica e riacquisire un aspetto morale certamente positivo in vista del rush finale della regular season.