I tempi gloriosi della Serie A che ho avuto la fortuna di vivere sono ormai lontani. Ma sembrano lontano anni luce anche i match di playoff di Serie C (vedi Siena o Trapani) con stadio pieno e quella convinzione di potercela fare anche se traverse e avversari, poi, hanno avuto la meglio.
Per la prima volta da quando ho memoria, siamo in Serie C e lottiamo per retrocedere. Quando, a febbraio, lo scrissi su Catania Mood, venni insultato da tifosi che mi additavano come “cucca” ed eccoci qui. Non volevo crederci ma quel piano inclinato lo scrutavo fin troppo limpidamente, fino al suo orizzonte dove svettava una bandiera rossazzurra con su scritto “playout”. Non dobbiamo arrivarci perché non siamo attrezzati nemmeno per questo. La speranza di fare risultato col Messina e che le altre continuino a perdere anche quando affronteremo Sorrento e Benevento c’è, esiste, ma deve essere supportata dai fatti.
Un ritiro, non fasullo ma che perduri fino a fine campionato, potrebbe rappresentare un’occasione per rafforzare la coesione di un gruppo che di coeso ha ben poco. Rinsaldare prima del rush finale, nove punti a disposizione per evitare il baratro dei playout e la beffa di perdere i playoff.
Ormai le nostre sconfitte sono all’ordine del giorno tant’è che se fino a qualche settimana fa facevano notizia, ora vengono relegate a remoti trafiletti sulle pagine dei maggiori quotidiani nazionali. Che tristezza! Arrusvigghiativi, la nostra pazienza è finita.
(foto: Catania FC)