La settimana del paradosso. C’è il derby Catania-Palermo, la “partita delle partite”, ma c’è anche la scadenza immediata del 16 dicembre, data entro la quale il club dovrà elargire una somma pari a 320mila euro per versare due mensilità ai tesserati.
C’è Catania-Palermo, ma il 21 dicembre il Tribunale potrebbe emettere una sentenza in merito all’istanza prefallimentare. C’è il derby, sì, ma c’è tanta, troppa amarezza. Leggiamo di tifosi imbufaliti contro SIGI mentre una frangia di addetti ai lavori tace contribuendo alla pantomima. Altri sostenitori, invece, si appigliano al ciuffo immaginario di un pelato covando speranze insostenibili (ad oggi). Le “interlocuzioni”… interloquire con arabi e inglesi, svizzeri, catanesi e italiani: finora somiglia più al principio di una barzelletta.
Ah quanto vorremmo sbagliarci! Ah quanto vorremmo che i tifosi “so tutto io” ci sbandierassero in faccia e con sarcasmo lo stendardo della vittoria urlando: “Lo dicevo io! Siamo salvi, cucche di m…!”. Perché noi vorremmo che l’arabo Al-Tizion, lo svizzero Caio Switzerland o l’inglese John Semprony acquistassero il Catania. Ca…spita se lo vogliamo!
Il derby è tutto! Oriente contro Occidente dell’isola più incantevole del creato. Due popoli a confronto, tradizioni storiche, culturali, calcistiche e culinarie che si incontrano su un manto verde per contendersi lo scettro di regina, come se estirpando un ciuffo d’erba si potesse torcere un capello all’avversario, a ogni accelerazione compiuta, a ogni cross effettuato, a ogni gol insaccato. E la “guerra del cannolo”, è l’LGBT dell’Arancin*, sterile diatriba perché maschio o femmina è la stessa cosa, buono comunque ma non vorremmo che si trattasse dell’ultima battaglia…
Catania-Palermo, era in Serie A, e non importa se a campi invertiti: il gol che più di qualsiasi altro, al di là del colore credeteci, ingloba alla perfezione il significato di questa poesia, è quello di Mascara da centrocampo. Non staremo qui a rammentare il risultato finale né a concentrarci sulla combinazione cromatica che tinteggiava la sua casacca.
Quel gol da cineteca “è Catania-Palermo”, perché nella follia del genio ritroviamo l’anima sicula di poeti e musicisti natii e nella parabola arcuata e spiovente, un’ellissi degna dell’eliocentrismo galileiano, che parte dal basso e raggiunge il picco per poi ridiscendere, ritroviamo gli umori alterni di chi annaspa nella nostra meravigliosa terra tra sole e lacrime.
Se la vita è un’ellissi lo è, a maggior ragione, quella del siciliano: piange-ride-piange poi ride, siamo solari e nostalgici, fieri ma sensibili. E se un pallone si spegne in fondo al sacco, ed è stato calciato dal nostro beniamino, non si tratta solo di un gol ma di riscatto morale, di iniezione di fiducia, di vita allo stato puro.
Catania-Palermo è di quelle partite da vivere tutte d’un fiato. Finché avremo fiato.
(foto: calciocatania.it)