Riduttivo il duello di genere tra “Arancino” e “Arancina”. Oppure a chi ce l’ha…”fritto meglio”. Il cannolo, s’intende. La scorza chiara, quella scura perché nell’impasto c’è il cacao; l’iris alla crema bianca o al cioccolato da una parte, quello con ricotta dall’altra. La tavola calda più ricca, le luminarie di Natale più sfarzose.
COS’E’ LA SICILIA?
La Sicilia è anche tutti gli altri sette capoluoghi che, rigorosamente in ordine alfabetico, ci premureremo di elencare: Agrigento, ossia la Valle dei Templi dove il tempo si è fermato ad ammirare le colonne doriche; Caltanissetta, la “piccola Atene” come la definì Leonardo Sciascia per sottolinearne il fermento culturale; Enna, il capoluogo più alto d’Italia con i suoi 931 metri di altitudine e urbs inespugnabilis per i romani in virtù della posizione strategica in altura; Messina, la città dello Stretto di Sicilia, l’intermediaria tra isola e penisola, il passaggio obbligato per molti turisti, lavoratori e pendolari, un tassello fondamentale della Trinacria nonché terza città siciliana per popolazione e, pertanto, area metropolitana; Ragusa, con Ibla che rappresenta un gioiello di rara bellezza, un’architettura barocca protetta dall’UNESCO che l’ha dichiarata “patrimonio dell’umanità”; Siracusa, quarta città per popolazione, culla della civiltà e della cultura siciliana, metropoli antica che guerreggiò con Cartagine durante i conflitti greco-punici e che oggi conserva un patrimonio architettonico e naturalistico con pochi eguali; Trapani, che affaccia sull’estremità occidentale della nostra meravigliosa Isola, con tramonti mozzafiato e con le Isole Egadi, Favignana, Levanzo e Marettimo, poggiate tra i due mari, Tirreno e Mediterraneo, come perle incastonate su una distesa d’azzurro lucente.
Vi starete chiedendo: “Cosa c’entrano le altre città siciliane?”. Be’, secondo noi è una scelta azzeccata. Il “Derby di Sicilia” numero 80, “di Sicilia”, badate bene, porta con sé l’intero patrimonio storico, culturale, gastronomico, naturalistico dell’isola. Ogni città, persino ogni paese, ha una propria marcata identità, una storia leggendaria tramandata di generazione in generazione, un nonno seduto su una panchina nella piazzetta centrale che col suo particolare vernacolo narra storie che appartengono solo a quel luogo, a quel cielo e a quelle casupole malconce. Ma la Sicilia, tutta, si mobilita in occasione del derby. Agrigento, Caltanissetta, Enna e Ragusa si dividono tra tifosi del Catania e del Palermo e persino a Siracusa, nonostante la storica rivalità coi rossazzurri, conosciamo tanti supporters etnei.
A Messina, spettatore disinteressato o perlomeno interessato solo ai fini della classifica, la maggior parte dei calciofili non propenderà certo per noi mentre a Trapani, per vicinanza geografica con Palermo e per il gemellaggio che ci lega ormai ufficialmente dal 1999 ma con un’amicizia che perdura almeno dal 1994, il supporto al Catania è scontato.
COS’E’ CATANIA?
“L’eterna seconda”, direbbero a Palermo. Eppure, in questo duello tra poveri che arrancano fra disoccupazione giovanile (e non solo), disagi sociali e infrastrutture da Terzo Mondo o quasi, Catania vanta uno scalo aeroportuale da piccola metropoli, rappresenta un centro di snodo necessario per l’economia isolana, possiede un agglomerato industriale di ingenti proporzioni con alcune multinazionali che contribuiscono in maniera determinante al P.I.L. della regione siciliana e poi, come Napoli e come Tokyo, è impreziosita da un vulcano che digrada fino al mare, uno spettacolo più unico che raro dati i 3357 metri d’altezza della nostra Etna, che da oltre 2,5 milioni di anni ci regala la vita, poi ci distrugge, ma ci rende ancora più forti di prima. Un’area metropolitana gigantesca che conta oltre 1 milione di abitanti e una conurbazione (nessun’altra città d’Italia possiede comuni contigui e inglobati dalla città metropolitana) da 700mila individui.
COS’E’ PALERMO?
Il capoluogo di regione, un trionfo di architettura arabo-normanna con pochi eguali, la quinta città d’Italia per popolazione. Palermo è una città di respiro europeo, bella, affascinante, da visitare e da rivedere. Le cattedrali di Monreale e Cefalù, oltre a quella maestosa che giganteggia nel centro cittadino di Palermo, sono state inserite dall’UNESCO tra i siti protetti poiché considerati a ben donde “patrimonio dell’umanità”, come il barocco catanese del resto. Lo street food, pane e panelle, pani ca meusa, ma anche la pasticceria e la tavola calda, sono proverbiali. Anche qui il duello con Catania è sempre aperto: arancina-arancino, cannoli dell’uno vs cannoli dell’altra, Vucciria contro Pescheria, perché il folclore da noi la fa da padrona.
E QUINDI…COS’E’ IL DERBY?
E’ “il Derby di Sicilia”. E’ Catania, è Palermo, ma è anche tutta la regione, inclusi chi lo snobba, chi non segue il calcio, chi non vive più nella propria città d’origine ma si sente a casa solo quando i clacson strombazzano all’impazzata o quando l’incivile di turno getta una cartaccia dal finestrino e vorresti che il vento gliela restituisse direttamente tra le fauci.
Catania e Palermo soffrono, e non stiamo parlando di calcio. Soffrono anche Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani. Novanta minuti che non possono certo essere definiti “riscatto” ma, perlomeno, e concedetecelo, la bellezza di uno sport come il calcio può contribuire ad alleviare le paturnie quotidiane, a indirizzare il nostro focus, per una santa volta, solo su “u palluni”, perché quello è universale se ammettiamo che la Sicilia sia il nostro universo. U palluni, da Marsala ad Acireale, non muta forma e, pertanto, anche la sostanza resta invariata. E’ un sorriso, al di là del risultato finale, perché quando lo dipingiamo sul nostro volto quel semicerchio può essere completato solo da un altro uguale e insieme formeranno un pallone.
(foto: calciocatania.it)