Amico della nostra redazione e collega, è un piacere fare quattro chiacchiere con Ivano Teodoro (Unica Sport). Ci siamo serviti della sua esperienza per commentare la vittoria del Catania nel derby col Palermo, ma anche per affrontare le delicate questioni societarie.
Ivano, innanzitutto bentornato su Catania Mood. Come va?
“Va tutto bene e vi ringrazio per questo nuovo invito qui a Catania Mood”
Domenica avrai sicuramente assistito alla bella vittoria del Catania ai danni del Palermo. Un tuo giudizio sulla gara?
“Non c’è dubbio che il derby sia sempre una partita particolare nella quale tutti vorrebbero essere protagonisti. Domenica il Catania ha dimostrato, sin dai primi minuti, di essere sceso in campo con la mentalità giusta, con quella voglia di vincere che probabilmente è mancata ai cugini rosanero. Ha fatto la partita, specialmente nel primo tempo, ha saputo soffrire quando è rimasto in inferiorità numerica e avrebbe potuto dilagare dopo la doppia espulsione di Almici e Luperini. Insomma, a prescindere dalle scelte sapienti di mister Baldini, si è visto subito la determinazione negli occhi dei rossazzurri, decisi più che mai a regalare una gioia ad una tifoseria sempre più provata dalle note vicende societarie. Sebbene non sia stato di certo il derby più importante della storia, resta comunque una delle vittorie più appaganti e convincenti della società etnea”.
Al derby mancava Ceccarelli per le note vicende. Qual è il tuo parere sulla decisione presa dal ragazzo?
“La decisione di Ceccarelli di tirarsi fuori dai giochi, resta un fatto assolutamente personale e legittimo sul quale ogni parere di terze parti sarebbe fuori luogo e inopportuno. Tuttavia mi aspetto che la questione venga definita e spiegata alla piazza attraverso un comunicato o una conferenza stampa congiunta tra società e calciatore. Mi sento anche di poter dire tranquillamente che, qualora il calciatore decidesse di rimettersi a disposizione di Baldini, lo stesso tecnico possa riaccoglierlo tenendo a mente, nelle scelte da fare in futuro, che c’è chi non si è mai tirato indietro, nemmeno nei momenti di difficoltà. Ci sono quindi delle nuove gerarchie che vanno create all’interno dello spogliatoio, che esulano dal fattore tecnico che è sì importante, ma, personalmente, secondario rispetto a quello disciplinare”.
Ieri sera è giunto l’ennesimo rinvio dell’assemblea dei soci SIGI. Non è un buon segnale in vista di giorno 21, non credi?
“Guarda, sull’ennesimo rinvio dell’assemblea di SIGI, sinceramente non so che dire. È chiaro che si tratti dell’ennesimo flop di una proprietà che sino ad oggi, dal punto di vista societario, non è mai riuscita a dare una svolta decisiva e che non ha realizzato quanto più volte affermato attraverso interviste dei singoli o comunicati più o meno discutibili. Il pagamento anticipato degli stipendi di ottobre ci aveva illuso, ma questo rinvio di certo non è un buon segnale. Significa sostanzialmente che non si ha ancora intenzione di ricapitalizzare e che non si è trovata una figura che possa sostituire l’avvocato Ferraù nel ruolo di presidente. E il tribunale incalza…”.
Qual è la tua opinione riguardo le ultime notizie che circolano su presunti gruppi esteri (arabi, inglesi) interessati al Catania o, comunque, a immettere liquidità nella casse rossazzurre?
“Sugli interessi di eventuali investitori stranieri resto ancora assolutamente scettico. Vuoi perché le voci sono tante ma, di concreto, in realtà non esiste ancora nulla. Leggendo qualche giorno fa un’intervista rilasciata dal commercialista Gianluca Vidal, presidente in pectore della Sampdoria dopo l’arresto di Massimo Ferrero, lo stesso professionista sottolineava che nonostante la due diligence effettuata da un gruppo interessato, il closing di una trattativa così complicata come la cessione di una squadra di calcio non può avvenire prima di 5 o 6 mesi. Ragion per cui mi sento di dire che SIGI debba comunque lavorare ad una ricapitalizzazione che possa permettere al Catania di concludere la stagione, nella speranza che a giugno possano palesarsi, in maniera fattiva, gruppi interessati a rilevarne le quote e a rilanciarne le ambizioni. Se ciò non avvenisse, ahimè, non vedo altre soluzioni all’orizzonte…”.