Ai microfoni di Catania Mood, risponde l’amico e collega Marco Zappalà (City Zone). Tema centrale dell’intervista è il difficilissimo momento che attanaglia il
Calcio Catania. La piazza aspetta ancora l’azione della SIGI di immettere le 600k per poter prolungare l’esercizio provvisorio. Di seguito le risposte di Marco alle nostre domande.
Marco, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito di Catania Mood.
“Grazie a voi. È sempre un piacere ricevere il vostro invito ed il “centauro” Marco Platania sa bene la stima che nutro nei confronti della vostra realtà”.
Siamo al 29 Dicembre, ma ancora non arrivano segnali dalla SIGI. Quali sono le tue sensazioni sulla tribolata questione dei 600mila euro?
“Il fatto che non arrivano segnali non è positivo. Avrebbero dovuto già adempiere. È un debito che Sigi ha nei confronti del Catania, devono assolutamente evitare di lasciare questa città senza calcio per sei mesi. Sarebbe uno scenario straziante. Spero possano immettere questa somma entro il 2 gennaio anche perché, in caso contrario, chi ha ricoperto le cariche potrebbe incorrere in gravi ripercussioni”.
Qualora si arrivasse al prolungamento dell’esercizio provvisorio, ti aspetti grosse novità, ovviamente in uscita, dalla sessione imminente di calciomercato?
“Molto probabile. Sicuramente quei calciatori che già da tempo hanno mostrato la volontà di cambiare aria rescinderanno il contratto. Chi avrà mercato andrà via”.
Se, invece, si dovesse ripartire da zero, e quindi dalla Serie D, quali sarebbero i rischi maggiori per il nuovo Catania?
“Perdere buona fetta dell’unico e vero patrimonio del Catania, ovvero i propri tifosi. In realtà questo è un rischio già esistente perché in molti si riconoscevano solo nella matricola 11700. Il rischio è rimanere impantanati nel dilettantismo, anche se con zero debiti non vi è nessuna certezza riguardo l’arrivo di un imprenditore serio. Dopo il fallimento di una qualsiasi società il problema è il richiamo degli avvoltoi. Inoltre la scalata dalla D non è affatto semplice. Serve competenza, disponibilità economica e tanto coraggio. Catania è una piazza con un bacino d’utenza notevole ma bisogna avere il coraggio di credere in un investimento a lungo termine”.
Qual è lo scenario che, nelle vesti di tifoso prima che di giornalista, ti aspetti di poter vivere da qui ai prossimi mesi?
“Innanzitutto spero che venga salvato il titolo sportivo. Successivamente mi auguro che la nuova eventuale proprietà possa restituire serenità ed ambizione a questa città, dopo tanti anni di sofferenza lo merita davvero”.