Come riportato nella giornata di ieri, l’ex calciatore di Catania e Napoli, attuale allenatore dello Šachtar Doneck, è rientrato da poche ore in Italia insieme ai componenti italiani del suo staff tramite un volo proveniente dall’Ungheria.
“Siamo contenti perché torniamo nel nostro paese ad abbracciare le nostre famiglie, ma non saremo mai felici fin quando i nostri giocatori ucraini e i nostri amici ucraini saranno liberi come noi. Gli ucraini purtroppo sono rimasti là, adesso ci saranno tre-quattro giorni di compressione. Quello che ha fatto impressione è stata l’unione del popolo ucraino. Viaggio infinito però avremmo fatto anche qualche giorno in più se fosse stato necessario. Abbiamo fatto un pezzo di viaggio in treno, poi in un pullmino, per passare la frontiera per arrivare fino all’aeroporto di Budapest dove ci aspettava un volo messo a disposizione dallo Šachtar. Tutto il nostro viaggio è stato possibile grazie a Čeferin, perché l’ambasciata italiana oltre che a consigliarci non poteva fare, dobbiamo anche ringraziare il presidente Gravina che è stato molto bravo. Non ho mai pensato di non riuscire a tornare, ma avevo paura e preoccupazione anche per chi si trovava con me. I nostri parenti l’hanno vissuta sicuramente peggio di noi. In Ucraina non c’era la percezione più di tanto di un possibile attacco russo, tant’è che secondo la federazione ucraina si pensava di giocare al 70% sabato. Noi qualche domanda ce la siam fatta quando Putin ha fatto la conferenza stampa, quando ha invaso il Donbass, quando in Bielorussia continuavano ad arrivare carrarmati, però fin quando non sospendevano il campionato noi non avremmo preso l’aereo per tornare a casa. Bisogna capire gli sviluppi e le varie dinamiche. Stop alla guerra subito!“.
(foto: calcionews24.it)