Avellino che vuole consolidare il terzo posto insidiato dalle inseguitrici Virtus Francavilla, Monopoli e Palermo (quest’ultime due con una gara in meno, e riscattare il mezzo passo falso casalingo di domenica contro il Messina (1-1). Catania che scende in campo al “Partenio-Lombardi” per rimuovere dalle menti dei tifosi rossazzurri le nefandezze di Foggia.
Nonostante non facciano sfracelli, i “lupi” sono stati costruiti per un campionato di vertice e si nota dalle giocate del senegalese Kanoute, che ha un altro passo rispetto agli altri, di Carriero (ex del Catania poco pervenuto in rossazzurro), ma anche del tedesco Kragl. Ciononostante il primo e unico sussulto della prima frazione di gioco arriva al 38′ con la palla che carambola sulla testa di Murano dopo una respinta di Stancampiano su cross tagliato di Kragl ma la sfera si spegne di poco sopra la traversa.
Il Catania invece fa fatica a costruire gioco, a verticalizzare e a creare superiorità numerica. Attentissimi dietro Lorenzini e Monteagudo. Tiri in porta di marca rossazzurra non pervenuti nel primo tempo, che si conclude con l’ammonizione a mister Baldini e l’espulsione di Claiton dalla panchina per proteste.
Nella ripresa Baldini manda Provenzano negli spogliatoi, arretra Simonetti sulla linea dei centrocampisti e inserisce Biondi. Il gioco etneo ne giova quantomeno in termini di profondità così nasce il gol di Sipos che scatta sul filo del fuori e su prezioso assist di Cataldi beffa Forte con un diagonale. Purtroppo però Lorenzini commette un fallo giudicato da ultimo uomo dal direttore di gara e si fa espellere: dentro Pino, fuori Russini. Inevitabile monologo irpino che però produce solo qualche timida sortita offensiva e pochi brividi fino al 92′ quando la palla sfila lungo l’area piccola senza incontrare zampate vincenti dei lupi.
Catania che riscatta la debacle di Foggia come meglio non avrebbe potuto espugnando il “Partenio” con coraggio, determinazione e concentrazione massima. Bravi ragazzi.