Intervistato ai microfoni di Tuttoc.com il presidente del Potenza, Salvatore Caiata, nel corso della sua lunga intervista è tornato a parlare dell’episodio legato alla partita interna contro il Catania che gli ha causato una maxi squalifica:
“Mi spiace solamente di non essermi goduto fino in fondo questo traguardo: non ho potuto festeggiare la permanenza in C in mezzo al campo a causa dell’ennesima squalifica. Non ho potuto salutare il mio pubblico, andare sotto la curva, applaudire io stesso tutti coloro che mi hanno sostenuto in questi cinque anni. L’amaro in bocca di dover andare via a fine partita è stato tanto, lo confesso“.
“Per quella gara tutti ci dicono che abbiamo fatto casino, nessuno dice che siamo stati offesi con gesti di tutti i tipi nei confronti di panchina e pubblico. L’avessimo fatto noi a Catania saremmo ancora chiusi negli spogliatoi. Poi io sono dell’idea che le cose del campo rimangono in campo ma qualcuno in quell’occasione ha deciso di portarle fuori visti i problemi che aveva in casa. E poi, se ti fanno il dito medio in faccia è chiaramente benzina sul fuoco che produce una fiammata: la colpa è di chi getta la benzina o di ha la fiammata? Io onestamente penso sia più del primo“.
“Ogni anno produciamo mille documenti e poi il Catania ha giocato un anno intero praticamente senza requisiti. Vengono fatti da anni proclami di riforma ma poi di fatto non accade mai niente. Questo è un calcio che crea disaffezione, come dimostra l’oggettivo calo di presenze negli stadi“.