Ritorna l’appuntamento settimanale con la nostra rubrica interamente dedicata ai tifosi rossazzurri. Ospite odierno è Angelo Sangiorgio, sostenitore da oltre trent’anni del Calcio Catania. Il nostro ospite ci ha raccontato del suo rapporto con questi colori, fornendoci anche un suo punto di vista sulle prospettive future.
Angelo, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Come stai?
“Buonasera a tutti. Sto bene e vi ringrazio per l ‘ occasione che mi date di parlare del nostro amato Catania”.
Tu e il Catania: ci racconti brevemente la tua storia da tifoso rossazzurro?
“Negli anni ottanta, anche grazie a mio padre che mi ha portato allo stadio, è nato il mio amore per il Catania. Anche negli anni in cui feci il militare, con alcuni miei colleghi andavamo in giro per gli stadi italiani a seguire la squadra: ricordo in particolare una trasferta al Delle Alpi di Torino. Ti racconto un aneddoto: quando il Catania salì in Serie A, l’indomani uscì un articolo sul quotidiano La Sicilia con in primo piano la foto di un ragazzo festante con la lettera A in mano, beh quel ragazzo ero io. La passione l’ho trasmessa pure a mio figlio affetto da autismo. Non potete capire quanto il Catania lo ha aiutato, regalandogli un gol o una vittoria, nel suo problema di salute”.
Tu sei uno degli artefici dell’iniziativa che in queste ore sta riempiendo anche le pagine dei quotidiani. Ce la spieghi meglio?
“Abbiamo un gruppo Telegram con diversi tifosi presenti. Una mattina per caso è nata questa iniziativa, proprio perché volevamo fare qualcosa di concreto per il bene del Catania. Abbiamo inviato numerose email e PEC ad aziende forti e anche a personaggi catanesi famosi. Sappiamo che non dipende da noi, ma ci sentivamo in obbligo di giocarci una carta anticipando ciò che dovrebbe fare l’amministrazione comunale. Il fatto di finire sul giornale è una soddisfazione, ma sarebbe ancora meglio riuscire a portare bene per il futuro del Catania. Comunque vada, tuttavia, siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto e stiamo continuando a fare”.
Da tifoso, quali sono le tue speranze da qui guardando verso il futuro?
“Credo che Catania ed il Catania non abbiano nulla da invidiare ad altre piazze che attualmente fanno bene nel calcio che conta. Da tifoso, quindi, mi aspetto che possa arrivare un gruppo o un imprenditore forte, che possa permettere al Catania di risalire la china e ritornare in categorie più consone. Spererei in proprietà non locali, perché se ad oggi vogliamo essere obiettivi e realisti, Il Catania è stato distrutto da personaggi catanesi, il che è davvero assurdo”.
Secondo te, di chi sono le principali colpe e responsabilità della fine del Catania dello scorso 22 dicembre: Antonino Pulvirenti o SIGI?
“Le colpe principali sono della SIGI. Il Catania non è fallito per i debiti pregressi, ma per una mancata ricapitalizzazione non fatta dai 24 soci catanesi. Hanno sbagliato tutto, partendo dal non dare il club a Tacopina fino ad arrivare alla scellerata conclusione di non mettere i soldi per evitare il definitivo baratro. È stato un bene che il Catania non sia finito in mano a Mancini, perché in base ai soldi che servivano da qui a fine stagione, il finale sarebbe stato sempre quello. Ormai non c’era altra via d’uscita, ma adesso tutti questi personaggi devono restare alla larga dal Catania”.