“Se il presente cerca di giudicare il passato, perderà il futuro.” Frase storica del famoso Primo Ministro del Regno Unito Sir Winston Churchill. Una frase che disegna perfettamente gli ultimi eventi a Catania. Stare lì, ancora aggrappati al passato, rischiando di perdere di vista ciò che ha reale importanza: il futuro. Un preambolo che non è fatto a caso, specialmente se si va ad analizzare quanto accaduto nella stampa catanese negli ultimi due-tre giorni. Un tuffo nel passato alquanto discutibile. A maggior ragione perché si è data ulteriore visibilità a chi, onestamente, non lo meriterebbe. Una piazza che non si castiga mai, anche e soprattutto dal punto di vista giornalistico. Che ragiona più sui propri interessi anziché, come sarebbe legittimo, vigilare sul futuro imminente del calcio ai piedi dell’Etna.
Non vogliamo issarci a giudici morali. Non è da noi. Interesse principale è il bene del Catania, nient’altro. Proprio per tal motivo, condividiamo poco, anzi niente, alcune scelte di alcuni nostri colleghi. Le domande sono spontanee: perché continuare a dare voce in capitolo a chi ha distrutto il Calcio Catania? Perché permettere, ed era logico aspettarselo, una pronta risposta a chi, non ricapitalizzando, ha tolto al Catania la possibilità di salvezza e di rinascita? Perché, nonostante le numerose dichiarazioni ambigue dovute ascoltare nelle scorse settimane, richiamare all’appello il signor Benedetto Mancini?
Siamo onesti: premesso che ognuno lavora ed agisce come meglio crede, viene lecito domandarsi perché? Siamo certi che, in qualsiasi altra piazza, tutto questo non sarebbe successo. A Parma, ad esempio, dopo la fine del club ducale non si andò a cercare le dichiarazioni post-fallimento di Manenti. Oppure, a Palermo, non si andò a cercare la dichiarazione da “scoop” del signor. Tuttolomondo. Perché, invece, a Catania succede?
È davvero più importante fare a “gara” tra chi effettua il “colpo migliore” anziché compattarsi ed unirsi verso un unico e solo obiettivo, ovvero vigilare sul futuro del Catania?
Se si vuole sperare in una rinascita del calcio a Catania, bisogna cambiare mentalità. Non mettere prima di tutto i propri interessi, ma il bene della causa che si vuole sostenere e supportare, in questo caso il Catania. Ergersi a giudici supremi, commettendo per primi errori gravi, non è la strada migliore da percorrere!