L’analisi de “La Gazzetta dello Sport” , proposta oggi nelle pagine del quotidiano rosa, è quanto mai veritiera e offre spunti di riflessione.
Già prima dell’aumento della capienza, quando il “Massimino” si fermava a 9.700 posti, gli abbonamenti avevano superato quota 7.000 mentre, oggi, si viaggia verso i 9.000 con oltre 12.000 tessere We Catania sottoscritte. A ciò occorre aggiungere l’impossibilità dei tifosi che vorrebbero invadere Ragalna, quartier generale degli allenamenti e,a lavori ultimati, pensano già di assiepare la tribuna del campo di Nesima.
Anche qui però il punto interrogativo resta d’obbligo perché occorre comprendere come Digos e questura possano gestire una mole di persone così ingente in centri sportivi e arterie del traffico non propriamente adeguati.
Inoltre, come se non bastasse, gli impianti delle squadre avversarie difficilmente potranno venire incontro alla richieste provenienti dal capoluogo etneo. Basti pensare a quanto accaduto a “l’Aldo Campo” di Ragusa dove gli ultras iblei hanno protestato per i 1.200 biglietti riservati ai tifosi rossazzurri (peraltro solidali con loro, ndr). A Licata, domenica 2 ottobre, potrebbe andare peggio: il settore ospiti dello stadio “Liotta” contiene appena 400 spettatori e sarebbe già un miracolo se il presidente dei gialloblù, Massimino, riuscisse a risolvere in tempo il problema delle “porte chiuse”, come in occasione del match d’esordio giocato sul neutro di Ravanusa contro il Castrovillari.