Il Catania, reduce da cinque vittorie su altrettanti match disputati, si coccola il bomber inatteso, il brasiliano Jefferson che, per essere l’ultimo arrivato, si è già ritagliato uno spazio in prima pagina siglando tre reti, diventando il capocannoniere dei rossazzurri e, dettaglio non trascurabile, entrando sempre nella ripresa. Una media gol, in proporzione al minutaggio, da vero bomber:
Intervista a “La Gazzetta dello Sport – Edizione Sicilia&Calabria” di stamani:
Adesso come gestisce forze e attenzioni?
«Resto concentrato sui minuti che ho a disposizione, non sono ancora al top della condizione, mi aiutano tecnici e preparatori. I compagni sono bravi e mi facilitano il compito».
Ha imparato in fretta schemi e movimenti.
«L’allenatore ci dà indicazioni, ma ci concede tanta libertà: basta confrontarsi per capire le caratteristiche di ognuno di noi».
Perché ha accettato Catania?
«Sono stato paziente a non considerare proposte arrivate dalla Serie C. Quando il procuratore mi ha detto del Catania, ero convinto e contentissimo. La trattativa è stata fulminea. La squadra e la città vanno al di là della categoria, io voglio godermi il momento fino alla fine».
Lotta e calci. Anche calcio. Che ne pensa del livello di questo girone?
«Sono per la prima volta in D, ho guardato le prime due gare da panca e tribuna, rispetto alla C non cambia molto, a parte qualche terreno di gioco più brutto. Si deve lottare».
Un pubblico così lo aveva mai avuto? Che effetto fa giocare al Massimino?
«In Italia a Latina in B c’era entusiasmo, ma lo stadio era più piccolo. Ho vissuto a Firenze ma ho disputato solo un’amichevole con il Psg. A Livorno c’era tanto pubblico, non numeroso come quello di Catania. In Brasile sì, ma era una Serie A. In Italia, Catania esprime un entusiasmo con pochi eguali».
Di testa. Di piede. Su rigore. Cosa altro può dare alla squadra in fase realizzativa?
«Dopo l’infortunio che ho avuto a Firenze (mandibola, ndr ) ho perso qualcosa nel gioco aereo. Non sono un attaccante statico, ho fatto anche l’esterno e il trequartista, con queste caratteristiche mi piace giocare palla a terra. In area se ci arrivo tento di far gol».
Mariglianese?
«Non semplice. L’importante è non sottovalutare chi hai di fronte. Confermeremo mentalità e cattiveria agonistica».
(foto: catania ssd)