Rientra tra le mansioni del Catania SSD: umanizzare i giocatori, anche i più rappresentativi, ritraendoli mentre sorridono, mentre calciano goliardicamente un pallone in allenamento; umanizzare il presidente Rosario Pelligra, mentre esulta per un gol del Catania o perché ha deciso di invitare a casa tifosi rossazzurri pern seguire insieme a loro Catania-Canicattì: un’azione di marketing, qualcuno potrebbe a ben donde intuire, ma anche un processo di conoscenza dei tratti distintivi che connotano la personalità di Pelligra, un ragazzo di cuore oltreché di cervello:
“Vivo da otto mesi qui a Melbourne – ha raccontato ai microfoni del quotidiano “La Sicilia” Anthony Clarinetto – mi sono trasferito qui perché Catania non offriva lavoro. Parlare con il presidente è stato un sogno diventato realtà, abbiamo lasciato Catania per cercare fortuna altrove, ma sempre con i colori rossazzurri nel cuore. E poi ci è capitata questa cosa.
Dopo averlo conosciuto, ci è arrivato un messaggio dello stesso Pelligra (“Venite a vedere la partita a casa mia”). Non so descrivere la felicità che abbiamo provato nell’assistere alla gara accanto al presidente. Ci ha accolti come un amico di famiglia, con una gentilezza e una semplicità che ci ha colpiti”.
Cosa ha ottenuto Pelligra attraverso questo semplice gesto? Che per novanta minuti molti catanesi hanno sognato di trovarsi a 13mila chilometri da casa, indecisi se scegliere di assiepare gli spalti del “Massimino” o recarsi in capo al mondo per avere l’onore di seguire la partita insieme al presidente. Umanizzare dirigenti, calciatori e calcio, è un’azione di marketing e di buonsenso volta a sradicare la concezione contemporanea di “mito” legata ai protagonisti di uno sport che, spesso, dà l’impressione di non appartenerci più (vedi ingaggi stellari, rispetto del Fair Play finanziario come una chimera, l’ipercriticismo ai Mondiali in Qatar, bravate dei fuoriclasse, ecc.).
Quanti di noi/voi avrebbero voluto essere al posto di Anthony Clarinetto e Antonio Parisi? Allora grazie presidente. Peccato non essere a e di Melbourne!