Per la rubrica “Il punto tattico di…” torna a deliziarci con le sue pillole di saggezza, il guru (come amo definirlo) della panchina catanese, Mister Turi Distefano, che ha analizzato la partita di domenica contro il Bari e ci ha lanciato al match di Pagani. Inoltre è intervenuto sulla questione rigori e ha voluto fare gli auguri all’amico Pino Rigoli.
Il Catania ha affrontato il Bari in casa utilizzando il 3-5-2 con Maldonado in cabina di regia e Russotto e Di Piazza in avanti. Secondo lei qual era il pensiero tattico del tecnico etneo?
“Raffaele ha ben pensato di sfruttare la velocità di Russotto e Di Piazza contro una difesa forte fisicamente ma macchinosa, il pensiero dell’allenatore era giusto ma bisogna ricordare che ci sono anche gli avversari, e domenica si chiamavano Bari.
Di Raffaele stimo molto la lettura delle partite e la varietà di idee, di fatto, nel secondo tempo ha tolto il difensore (Sales) inserendo Golfo, dando così alla squadra l’input di non arrendersi e provare a mettere sotto l’avversario, come poi è accaduto. Come si dice solitamente se si offende in maniera ordinata, la miglior difesa è sempre l’attacco. Devo inoltre sottolineare che la squadra affronta diversi moduli con grande disinvoltura, dando così al proprio allenatore varie opportunità, come domenica che si è cambiato il modulo più volte, 3-5-2, 4-2-4 e 4-3-3.”
In questa stagione i rossazzurri hanno avuto l’opportunità di calciare cinque rigori segnandone solo due, l’ultimo errore è arrivato proprio domenica al 92° annullando così la gioia dei tre punti. Come si spiega tutti questi lapsus e come lavora un allenatore su queste situazioni?
“Parto sottolineando il fatto che il rigore era nettissimo, ma il difensore è stato molto ingenuo nel tirare clamorosamente la maglia a Sarao. Per quanto riguarda l’errore c’è da fare comunque un plauso a Dall’Olio perché non è semplice prendersi la responsabilità di andare a calciare al 92° l’estrema punizione che avrebbe dato un’importantissima vittoria, inoltre è stato molto bravo anche il portiere. Solitamente ogni squadra ha il suo rigorista ma data l’assenza di Piccolo era giusto che andasse a calciare chi se la sentiva di più. Ovviamente durante la settimana ogni allenatore, almeno io lo facevo, dovrebbe fare calciare una serie di rigori ai propri calciatori per poi valutare chi sia il più capace, ma in partita è un altra cosa.”
Ma che caratteristiche deve avere il rigorista perfetto?
“Un rigorista perfetto deve avere una buona tecnica e fantasia, per poter decidere dove mettere il pallone, serenità e una gran dose di incoscienza, così come Mascara e Totti contro Inter e Olanda con i loro cucchiai quasi incoscienti.”
Come si spiega questa differenza di approccio tra primi e secondi tempi del Catania di Raffaele? Che nei primi 45 minuti sembra essere un po’ più succube dell’avversario.
“Ricordiamoci che c’è sempre un avversario che vuole far bene contro una squadra come il Catania, sicuramente il mister le prepara bene, ma non sempre può andare come si vorrebbe. La cosa più importante è riuscire a recuperare uno svantaggio e la squadra reagisce sempre alla grande. Potrebbe anche essere un fattore di preparazione fisica, che fa dare il meglio ai giocatori sul lungo tempo.”
Dopo due partite con un solo punto in saccoccia, i rossazzurri recupereranno la gara di Pagani. È giusto aspettarsi i tre punti? E come si potrà schierare la squadra per fare sua la partita?
“Per fortuna domenica la Paganese ha vinto, e potrebbe tranquillizzare un po’ l’ambiente, ma contro queste squadre che si devono salvare è sempre una “partita trappola”. Il Catania deve entrare in campo con il piglio della grande squadra, senza sottovalutare l’avversario, ma devono dare subito un accento al loro atteggiamento iniziale. Per quanto riguarda lo schieramento, la Paganese gioca con il 3-5-2 e Raffaele potrebbe andare a specchio o formare un attacco a tre. Mi potrei aspettare Sarao dal primo minuto, dato che ha segnato nei due ultimi incontri.”
Lei ci teneva molto a salutare e fare gli auguri al suo amico e collega Pino Rigoli. Cosa ne pensa della situazione che si è venuta a creare con l’ F.c. Messina che ha esonerato l’ex allenatore del Catania che era ricoverato in ospedale a causa del Covid19?
“Sono rimasto costernato! Sia calcisticamente che umanamente. Calcisticamente perché a mio avviso il Messina non è una squadra in crisi, avendo ancora partite da recuperare poteva raggiungere benissimo la vetta e la sconfitta con l’ Acireale poteva starci. Inoltre la società non potrà sostituire facilmente un tecnico con così tanta esperienza e capacità tattica come Pino, che a mio avviso è un grande professionista oltre che essere un grande allenatore e amico.
Umanamente quello che è accaduto a Messina è “indefinibile”. Come si fa ad offendere l’intelligenza di un uomo (riferito a Pino Rigoli, ndc) che è ricoverato in ospedale per un’infezione così grave!?
La società insieme ai giocatori, avrebbe dovuto dare conforto al proprio allenatore, un po’ come fece il Bologna con Mihajlovic. Perché non c’è categoria per l’umanità.
Con Pino ci siamo sentiti, lui è a casa e si sta riprendendo per fortuna. Quando uscirà completamente da questa situazione avrà vinto il suo campionato, poi lui è giovane e preparato, troverà sicuramente una squadra di livello superiore.”