Qualche mese fa, nei pressi di Corso Sicilia, consumava una granita con brioche. Cristiano Lucarelli non ha mani nascosto di amare la città di Catania, di ritenerla una delle più belle d’Italia, e di sentirsi legato alla città e alla gente:
“Amo la città, mi trovo bene con la gente – diceva Lucarelli qualche mese addietro-, conosco il carattere generoso di chi abita in uno dei posti più belli d’Italia“, ricorda stamani La Gazzetta dello Sport.
Firmerà fino al 2026 e sarà chiamato a dare una scossa a tutto l’ambiente: squadra, club e tifoseria, quest’ultima giustamente delusa finora. Un bomber da 234 gol in carriera, ancor prima che allenatore cazzuto e preparato, identikit perfetto per incutere timore reverenziale ai suoi ragazzi che ancora devono mangiare di pane prima di raggiungere le vette di Lucarelli, capocannoniere in Serie A nella stagione 2004-2005.
Può apparire come un dettaglio trascurabile, ma a Tabbiani è mancato proprio il carisma adatto per gestire un gruppo tecnicamente di valore che ha bisogno di essere pungolato a dovere per rendere anche dal punto di vista della grinta, aspettando l’altro miracolo, quello del nuovo preparatore atletico, Giuseppe Colombino, classe 1985 ed ex Catania (stagioni 2009/10 e 2020/21), cresciuto sotto l’egida di Alberto Bartali (altro ex del Catania, 2007/08 e 2017/18, e di Galatasaray, Zenit e Ternana ovviamente), che dovrà porre rimedio al numero esorbitante di infortuni occorsi fin qui.
(Foto: Filippo Galtieri)