Scuro in volto e non potrebbe essere diversamente. Un pareggio che, dobbiamo preservare la nostra onestà intellettuale, sa di sconfitta. Turris e Catania impattano, vuoi per la poca dimestichezza rossazzurra negli ultimi quindici metri, praticamente una sola occasione da gol ben congegnata da Guglielmotti e finalizzata dal solito Inglese, vuoi per amnesie arbitrali, la squadra di Toscano raggranella un misero punticino e perde il contatto con la vetta, occupata dal Benevento, sempre più nebulosa e irraggiungibile.
Infortuni sì, sfortuna sì, errori arbitrali, ok, ma c’è molto altro. Il Catania “tira la carretta”, parafrasando lo stesso Mimmo Toscano, ma lo fa con meno convinzione delle scorse settimane. Gli infortuni, numerosi e pesanti nell’economia del gioco rossazzurro, c’erano comunque ma la verve era lavica, il pubblico applaudiva perché i ragazzi sudavano la maglia e trasudavano grinta, poi qualcosa s’è spento, il sacro fuoco dell’agonismo si è ridotto a fiammella, le certezze di marzapane, costruite nelle prime giornate, si sono sgretolate.
Occorre rimettersi in carreggiata per agguantare il più possibile in una stagione che si preannuncia altalenante ma, quanto meno, più sopportabile di quella scorsa. Ci spiace, ma a Catania non ci si può accontentare del “meno peggio”, dobbiamo riconquistare, a fatica e dopo errori imperdonabili ma valicabili da parte del club, le dimensioni spettanti.
Subito derby col Messina al Massimino, un avversario incerottato e infelice: e noi, dopo 2 pareggi e una sconfitta nelle ultime tre partite, non possiamo certo fallire.
(foto: Catania FC)