Giorno 22 dicembre ore 17:30, allo stadio Angelo Massimino, ci sarà anche il presidente del Catania, Ross Pelligra a seguire la gara col Sorrento. Inutile sottolineare che l’entusiasmo con cui il pubblico di fede rossazzurra accoglieva il patron siculo-australiano è ormai un lontano ricordo.
Per riaccenderelo occorre una ricetta semplice: i fatti. Lo avevamo scritto ieri, lo ribadiamo oggi: l’investimento su Nesima, ancora da accertare, non fungerebbe comunque da scappatoia per le critiche che piovono a ragione. I risultati latitano, le scelte gestionali in estate, sciagurate e snervanti anche per lo strascico in classifica, gridano vendetta sportiva.
La questione del logo tiene banco al pari del centro sportivo, con quest’ultimo in vetta alla gerarchia delle priorità assolute per improntare l’immediato futuro. La società vuole autofinanziarsi con un “progetto sostenibile”? Per farla breve: per sanare le perdite maturate in 2 anni e mezzo di gestione finanziaria del club, si vuole puntare su settore giovanile e relative, eventuali, plusvalenze? Bene, ma occorre tempo per far crescere i giovani e, ancor prima, strutture adeguate. Torre del Grifo aspetta con ansia che l’attuale proprietà inserisca una chiave nella toppa arrugginita dall’inesorabile tempo e offuscata da ingenerose ragnatele, le ruspe devono scaldare, presto, i loro motori. O così, o colì, la burocrazia non aiuta, i venditori di terreno speculano, tanto vale ripartire dal centro sportivo che Florentino Perez e Marcello Lippi avevano ammirato.
Il margine di errore, a partire del nuovo acquisto Alessandro Farrone, deve essere pari a zero per salvare una stagione fallimentare nell’atteggiamento più che nella classifica deficitaria che, nel calcio, può sempre capitare. I risultati contano, certo, ma passano attraverso progettualità, identità e idee. Tre elementi imprescindibili che, finora, non abbiamo avuto la fortuna di riscontrare. Grella, batti un colpo; Pelligra battene almeno un paio. E che siano sonori.
(foto: catania fc)