Ritorna il nostro appuntamento settimanale dedicato ai tifosi rossazzurri. Questa volta, daremo voce a Marco Sapienza, assiduo sostenitore del Catania e da anni abbonato fedele in Tribuna B. L’occasione è ghiotta per discutere dell’ultimo nefasto turno di campionato e sulla sua passione verso gli etnei. Ecco le sue risposte alle nostre domande.
1) Ciao Marco, raccontaci la tua vita da tifoso fin qui. Qual è il ricordo più bello e quello più brutto che ti legano alla fede rossazzurra e cosa significa per te essere tifoso del Catania?
“Il ricordo più bello che conservo del Catania risale al 25 aprile 1999, anno del ritorno tra i professionisti. È stato un giorno indimenticabile, forse più di quello della promozione in A. Il momento più brutto, invece, è stato quando nell’estate del ’93 dal telegiornale appresi la notizia della mancata iscrizione al campionato del Catania. Paradossalmente il bello di sostenere questi colori è proprio questo: non avrai mai soddisfazioni sportive a livello di vittorie, ma il Catania è qualcos’altro, è uno stile di vita che si coltiva negli anni. Questo è ciò che conta”.
2) Purtroppo la tua intervista cade a seguito della disfatta nel derby col Palermo. Quali sono state le tue impressioni e chi o cosa ti ha deluso di più?
“Disfatte ne ho viste tante, ma questa è stata abbastanza brutta perché inaspettata. A parte due/tre elementi, il resto della squadra secondo me non ha capito la valenza della gara e, purtroppo, nemmeno l’allenatore Raffaele, che comunque finora ha fatto un campionato egregio. È proprio lui, che mi ha deluso più di tutti”.
3) Pensi che la sessione di mercato invernale abbia rafforzato o indebolito il Catania? I nuovi innesti hanno fatto davvero bene alla squadra o, invece, alcune scelte hanno creato delle crepe all’interno dello spogliatoio?
“Non credo la squadra sia stata indebolita, anche perché chi c’era prima, come Biondi o Pecorino, per citarne alcuni, avevano la testa già altrove. Semmai non ho capito alcune scelte, perché se ad esempio Russotto è stata una mossa valida, allo stesso tempo non ho compreso il ritorno di Matteo Di Piazza. Penso che il suo carattere non si sposa con Catania. Non che in altre piazze abbia fatto meglio, anzi. Non penso ci siano crepe nello spogliatoio, anche perché quest’anno il gruppo mi sembra unito rispetto alle scorse stagioni. Forse ci sono dei malumori legati soprattutto agli ultimi risultati negativi”.
4) Closing Tacopina. Che sensazioni hai riguardo questa lunghissima vicenda? Secondo te, alla fine, il Catania passerà all’avvocato americano?
“Oltre Tacopina non c’è un’altra possibilità. Se una persona sta tutto questo tempo dietro un’affare vuol dire che l’interesse c’è. Sono convinto che alla fine il closing si farà e l’avvocato americano diventerà il nuovo proprietario”.
5) Infine, ti chiedo un tuo resoconto della stagione finora e ti chiedo quali aspettative nutri per questa parte finale del campionato?
“Siamo in linea con la stagione che mi aspettavo. Vedevo il Catania tra il quarto e l’ottavo posto, ed è quello che sta accadendo. Al netto della sconfitta nel derby, non sono particolarmente deluso. Mi auguro che dopo questa brutta battuta d’arresto, i giocatori cerchino di rimediare sul campo e spero che alcuni giocatori cardine come Piccolo o Zanchi rientrino nei loro standard e finalmente possiamo avere un finale di campionato senza infortuni”.