Facciamo il punto della situazione. Anzi delle situazioni. Non ci improvviseremo né avvocati né burocrati perché il rispetto dei ruoli è fondamentale in qualsiasi contesto e, spesso e inopportunamente, viene disatteso.
CAPITOLO LO MONACO
- Il sequestro conservativo proposto dal Calcio Catania S.P.A. (non da SIGI!) è stato rigettato e, di conseguenza il club è stato condannato in prima istanza a pagare le spese processuali;
- Il tribunale ha anche rigettato la richiesta di responsabilità aggravata presentata da Lo Monaco nei confronti del Calcio Catania.
Si tratta di un provvedimento provvisorio e di natura sommaria, come chiarito dal comunicato stampa divulgato ieri dalla società. Normale amministrazione, diremmo da profani e senza padroneggiare il linguaggio giuridico, di un procedimento cautelare.
Posto che gli organi di stampa sono tenuti a fare e dare informazione e che il diritto di riportare i fatti sia quanto meno legittimo, sacrosanto e democraticamente inappuntabile e ineludibile, ci sembrava doverosa una chiosa sull’argomento per evitare confusione in un momento cruciale nella storia gloriosa del club rossazzurro dove le pedine, e sono tante, devono muoversi in armonia prima che un soffio possa raderle al suolo.
CAPITOLO CLOSING
La notizia è che non ci sono notizie. L’ora del silenzio è anche l’oro del silenzio! Era stato decantato, perseguito con le parole (e quindi dov’era il silenzio?), finalmente è stato adottato senza emissione di suoni ma con la fattività delle bocche cucite. Le parti in causa, c’è poco da aggiungere, sono ancora in attesa del duplice responso di Comune di Mascalucia e Agenzia delle Entrate ma la sensazione è sempre la stessa: tra una settimana, tra un mese (speriamo comunque prima dei playoff perché si rassenerebbe tutto l’ambiente e per “tutto” intendiamo: società attuale, società subentrante, staff tecnico, giocatori e, soprattutto, tifosi), la cessione si farà perché non esistono né un Piano B, né un Piano C (e meno male, perché siamo stanchi di fermarci sempre alla terza lettera dell’alfabeto).
Nessuno scenario apocalittico perché gli interessi in ballo sono troppi e potrebbero ritorcersi come un boomerang proprio sulla attuale proprietà, quindi perché rischiare di perdere più di quanto si può ottenere?
CAPITOLO SQUADRA
E’ il momento più delicato della stagione, non solo uno dei più intricati della storia del club che, bisogna dirlo, non ci hai mai lasciati tranquilli a goderci lo spettacolo. Fa parte, evidentemente del DNA catanese e dei suoi derivati, quindi anche della squadra di calcio che ci rappresenta. Non sbandieramo sempre l’incisione del “Fortino” Melior de Cinere Surgo come uno stile di vita, un Mood, se ci passate il termine a noi molto caro? Bene, allora è proprio nei momenti più complicati che bisogna stringersi attorno alla squadra anche se l’istinto ci suggerirebbe di disdire abbonamenti alle pay tv, spegnere la Radio, boicottare eventuali dirette televisive in RAI perché “porta male” o stravolgere organigramma societario e la rosa.
Tra qualche settimana, per la precisione il 25 aprile, la regular season finirà e siccome coincide con la Festa della Liberazione, prendiamolo come un segno o come un monito: liberiamoci dal passato, riponiamo tutta la rabbia, la passione, le speranze sul rettangolo verde e ricordiamoci che il Cosenza, nella stagione 2016/17, si piazzò al quinto posto in classifica dopo un girone d’andata quasi fallimentare, imponendosi ai playoff su: Sicula Leonzio, Casertana, Trapani, Sambenedettese, Suditrol e Siena. E volò in Serie B.
Nel contempo lo staff tecnico ha l’obbligo non solo di posizionarsi al meglio in classifica in vista dei playoff ma anche di recuperare gli infortunati e presentarsi con l’organico al completo. Poi sarà sempre il campo a dare il verdetto. Il campo, appunto, non le voci. Allora sì che potranno aprirsi le danze della critica. Ma perché ora? Smaltita la sbornia del derby, un’ebbrezza dannosa, che gli avvocati facciano gli avvocati, che i dirigenti facciano i dirigenti, che i giocatori facciano i giocatori e che i tifosi facciano i tifosi. E’ inutile rimuginare sulla questione closing perdendo di vista il campionato in corso. E’ controproducente e accanirsi sulla questione non velocizza le firme né i burocrati. Il Calcio Catania prima d’ogni cosa.
(fonte foto:ekuonews.it .it)