Pagani, Vibo Valentia che conoscevo solo perché l’estate scorsa sono stata a Tropea, il derby (bocche cucite, argomento tabù), poi Bisceglie. La geografia della Serie C conferisce la dimensione esatta della realtà in cui il Catania annaspa ormai da oltre un lustro.
Un palcoscenico triste, altro che Sanremo senza pubblico! Nonostante la vittoria netta, almeno dal punto di vista del risultato perché sul piano del gioco il primo tempo aveva lo stesso ritmo di una seduta di yoga in una yurta affollata da over 70, i punti interrogativi saltati fuori dopo l’innominabile derby come funghi nella stagione umida, non sono stati risolti.
La prossima partita al “Massimino”, in un orario strampalato e in un giorno altrettanto strampalato (sabato alle 12:30, ma perché?), dovrebbe rappresentare un banco di prova più congruo dato che il Teramo occupa l’ottavo posto in classifica e ha solo 4 punti in meno dei rossazzurri.
Beh, perlomeno durante il primo tempo tra un piatto di pasta, una fetta di carne e un caffè il rischio di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo (ma non era un giocatore?) sarà quasi nullo. Ma il secondo? Solitamente il Catania si sveglia nei secondi 45 minuti quindi rivolgo un appello a Giuseppe Raffaele: mister non inverta la tradizione! Al massimo la bissi anche nel primo tempo.
Let’s go liotru!
Francesca Tremoglie