Sembrava la mattonella di Maldonado, quella da cui l’ecuadoregno avrebbe disegnato una parabola arcuata sul primo palo beffando il portiere avversario, magari a fil di palo. Invece Dall’Oglio ha fatto il Maldonado griffando il gol-vittoria, estraendo dal cilindro una magia balistica che completa un bagaglio di interdizione, grinta, e polmoni, già di tutto rispetto.
Abbiamo pensato tutti “la tira Maldonado”, invece si è allontanato dalla sfera quasi imbronciato…Dopo 10 secondi di capo chino, il tempo della rincorsa e del destro che ha deliziato gli esperti di balistica, l’ecuadoregno si era già appollaiato sulle possenti spalle del compagno che aveva deciso di festeggiare al meglio il suo recentissimo compleanno, caduto proprio alla vigilia del match contro la Viterbese, e la Santa Pasqua.
La fotografia della gara è tutta lì: se il centrocampo gira, gira tutta la squadra, nonostante qualche sbavatura di Izco, Welbeck che parte dalla panchina e fa il suo, Rosaia che entra e mette ordine senza tanti fronzoli ma con abnegazione e compiti tattici impartiti da mister Baldini e perfettamente assorbiti.
Di Reginaldo, Baldini aveva parlato in settimana definendolo una valore aggiunto e se analizziamo la prestazione del brasiliano, al di là del gol che sarebbe potuto arrivare in tuffo di testa, la capacità di tenere palla e far salire la squadra e il bagaglio tecnico di valore assoluto danno ragione al tecnico di Massa.
Tre su tre: vice-capolista, fanalino di coda e buona squadra di mezza classifica (bisogna dirlo: se avessero pareggiato i conti nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo). Dall’Oglio, evidentemente, l’arma in più: corre, recupera palloni, detta geometrie, propone incursioni e segna pure su calcio di punizione diretto. Di qualità, di qualità.