Francesco La Rosa: “Baldini ha dato la giusta motivazione. Il Catania ai playoff può fare bene”
Ai nostri microfoni è intervenuto l’amico e giornalista Francesco La Rosa (Rei Tv). Con lui, abbiamo disquisito sulle questioni riguardanti il Catania: momento attuale, prospettiva playoff e closing. Infine, data la sua bellissima amicizia con Stefania Sberna, abbiamo chiesto un pensiero da poter condividere con la nostra redazione e con tutti lettori di Catania Mood. Di seguito le sue risposte alle nostre domande.
Francesco, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. Partiamo dal Catania: ti aspettavi un avvio così prorompente con Baldini al timone? Che opinione ti sei fatto, invece, della gestione Raffaele?
“Da Baldini mi aspettavo tutto quello ha fatto finora, ovvero che mettesse un pò di ordine in una squadra che nelle ultime settimane, probabilmente, di ordine né aveva ben poco. Credo che ad un certo punto Raffaele, al quale comunque riconosco sicuramente delle qualità e gli auguro di fare tanta strada, sia rimasto prigioniero di talune convinzioni riguardanti alcune disposizioni in campo di certi giocatori. Credo che il tecnico siciliano abbia fatto un ottimo lavoro inizialmente, però successivamente si è intestardito su determinate scelte che non hanno dato i frutti sperati, soprattutto per quanto riguarda alcuni reparti come il centrocampo”.
Tra gli aspetti positivi di questa rinascita targata Baldini si possono evidenziare le ottime performance di diversi giocatori apparsi quasi come delle incognite durante la gestione Raffaele. Quali sono i calciatori che ti stanno sorprendendo maggiormente?
“Partiamo da Maldonado, che proprio Raffaele aveva fortemente voluto per poi improvvisamente non farlo giocare più. Si tratta, probabilmente, dell’unico giocatore d’ordine che il Catania ha in quel ruolo. Anche se ogni tanto concede qualche sbavatura, per me deve sempre giocare. Ho l’impressione che più scende in campo, più acquista fiducia. Con Maldonado in campo, lo stesso Dall’Oglio ha reso di più, a prescindere dai gol messi a segno. Stesso discorso si può fare per Izco o Welbeck. Un altro giocatore che mi sta stupendo e che Raffaele aveva posto nel dimenticatoio è Claiton. Non sarà né Baresi, né Scirea, però credo che, anche alla luce della sua esperienza, possa dare un contributo importante. Credo che nella gestione complessiva Baldini abbia messo finalmente le pedine giuste al posto giusto. Inoltre, il nuovo tecnico è riuscito a dare al gruppo la giusta motivazione. Spero che i playoff possano portarci lontano, ma se così non dovesse essere, sono convinto che già esiste una base importante per costruire al meglio una squadra vincente per la prossima stagione”.
Veniamo alla vicenda che sta, inevitabilmente, tenendo banco più di ogni altra. Pensi che il mese di aprile possa essere quello definitivo per il passaggio di proprietà e l’inizio dell’era Tacopina?
“Io me lo auguro. Il fatto che lui sia tornato a Catania in questi giorni significa tanto. Ho visto Tacopina domenica allo stadio dialogare con alcuni dirigenti, l’ho visto indicare alcune zone dello stadio che secondo lui, magari, saranno oggetto di migliorie. Finora ha dimostrato di volere il Catania. È chiaro che esistono delle difficoltà a tutti note legate all’Agenzia delle Entrate e al Comune di Mascalucia. La Sigi sta facendo l’impossibile per poter dirimere questa matassa. Io spero che tutto questo possa avvenire in tempi rapidi, perché non penso che Tacopina, per quanto possa essere innamorato di Catania e consapevole delle potenzialità della piazza, voglia fare un salto nel buio. Spero che si faccia presto, perché se si vuole impostare un lavoro importante per la prossima stagione bisogna farlo fin da ora, e poi perché, in caso contrario, potrebbero aprirsi degli scenari poco piacevoli per il Catania, anche perché i soci della Sigi, ai quali dobbiamo essere tutti grati per aver salvato la matricola, sono un pò arrivati sotto il profilo economico, quindi se non entrano forze fresche non so che tipo di futuro possiamo aspettarci”.
Negli ultimi anni il Catania si presentava ai playoff come una delle compagini candidate al salto di categoria. Quest’anno, invece, non sarà così. Credi questo possa essere un vantaggio per i rossazzurri?
“Forse siamo noi che non ci aspettiamo grandi cose, ma mi risulta che il Catania sia abbastanza temuto proprio per il rendimento di queste ultime settimane. Credo che la squadra rossazzurra possa dire la sua. Non so se potrà vincerli, anche perché credo che quest’anno negli altri gironi, specialmente quello B, ci siano delle compagini più attrezzate rispetto agli scorsi anni, come il Perugia o il Padova. È vero anche che i playoff sono sempre una lotteria. Un esempio emblematico è il Cosenza di qualche anno fa, che da quinto in classifica è riuscito ad andare in Serie B. Nei playoff molte volte, e noi né abbiamo avuto contezza negli scorsi anni, un arbitro, un palo, una traversa, un’incertezza sotto porta, ti possono modificare l’esito di tutta la situazione. Se il Catania dovesse riuscire a centrare la promozione sarebbe un’assoluta impresa, però io quello che mi auguro e che la squadra possa arrivare all’appuntamento in ottima condizione: baratterei volentieri una grande forma fisica con un miglior piazzamento”.
Infine, volevo chiederti un pensiero verso Stefania Sberna, tua grande amica. Che sensazione hai provato nel sentire la voce delle figlie Federica e Giulia, nuove speaker del Catania?
“Con Stefania mi ha legato un rapporto di grande amicizia. Abbiamo condiviso tanto, anche al di là di quello che è l’aspetto calcistico. Abbiamo fatto tante trasferte insieme, compresa quella epica di Taranto. Per me è come aver perso una sorella, perché avevamo tante cose in comune, compreso l’anno di nascita. Io ho avuto il privilegio di averla a Sottorete per tanti anni. Grazie a quella collaborazione, Stefania prese il tesserino da giornalista. Ultimamente ero stato con lei anche quando il Catania giocava a Lentini. C’è una bella amicizia di famiglia col marito Salvo e con le figlie Federica e Giulia. Ha lasciato un vuoto incolmabile e io nel mio piccolo sto cercando di fare tutto il possibile purché il suo nome resti indelebilmente legato ai colori rossazzurri, a partire dalla intitolazione della Tribuna Stampa, che io ho subito promosso trovando l’approvazione del sindaco Pogliese e dell’assessore Parisi, che ringrazio. Vi anticipo che a giorni sarà comunicata da loro stessi la data ufficiale della intitolazione della tribuna a Stefania. Insieme al collega Lucio Di Mauro, inoltre, abbiamo promosso anche un’altra iniziativa, ovvero quella dell’installazione di un defibrillatore allo stadio Massimino che porti il nome di Stefania Sberna, che andrà ad aggiungersi a tutti gli altri presenti in città grazie al lavoro della Dott.ssa Sara Pettinato. Ma le iniziative in itinere sono davvero tante, ed è giusto che sia così, perché il Massimino per Stefania era la sua prima casa e il Catania lo aveva nel sangue. Le figlie le ho simpaticamente definite “Stefanine”, anche perché le conosco da quando erano piccolissime. Contro la Viterbese, nella loro prima volta da speaker del Catania, mi hanno fatto rivivere un’emozione da brividi, soprattutto quando hanno annunciato il gol di Dall’Oglio, perché la loro voce è davvero molto simile a quella della mamma, e sono veramente grato al Calcio Catania e al collega ed amico Angelo Scaltriti che ha promosso questa iniziativa e alla dirigenza che l’ha resa possibile. Purtroppo Stefania non è più con noi, ma quello che serve sono i gesti per onorarla al meglio e questo è stato un gesto davvero nobile che rimarrà per sempre”.