Per la rubrica Tifosi Mood abbiamo il piacere di intervistare l’amico e tifoso Daniele Trovato. Con lui abbiamo parlato sule vicende rossazzurre, dal campionato fino al closing. Infine, abbiamo fatto un tuffo nel suo passato, scoprendo il suo rapporto da tifoso con il Catania. Di seguito le sue risposte alle nostre domande.
Daniele, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito di Catania Mood. Per prima cosa ti chiedo come stai?
“Ciao Davide e un saluto anche alla redazione di Catania Mood. Come sto? Sto bene”.
Veniamo alla tua vita da tifoso. A che età hai iniziato a seguire il Catania?
“La mia prima partita fu nel lontano 1997, ovvero la sfida playoff di Serie C2 contro la Turris. Io sono un classe ’87, quindi puoi immaginare bene che in quell’occasione ero piccolo, avevo solo 10 anni. Già da bambino amavo il calcio perché ci giocavo sempre con gli amici, ma quando andai la prima volta allo stadio con mio padre, capì che quell’atmosfera che si respirava era favolosa e mi coinvolse tantissimo. Da quella volta in poi, specialmente a partire dagli anni 2000, iniziai ad andare allo stadio come tutti i ragazzini chiedendo alle persone più grandi di farmi entrare, anche perché all’epoca era ancora possibile fare questo.
Qual è il ricordo più bello e quello più brutto pensando al Catania? Quello che ti fa emozionare e quello che ti fa, invece, arrabbiare?
“Parto da quello più brutto, ovvero vedere le intercettazioni di Pulvirenti e le indagini per “I Treni del Gol”. Quello è stato un brutto colpo arrivato, tra l’altro, dopo l’altra delusione della retrocessione in Serie B. Ricordo quell’annata, con un Catania che per la serie cadetta aveva uno squadrone, ma nonostante ciò steccava sempre. Poi, a fine anno, per l’appunto, arrivo quella mazzata, che rimane l’esperienza più brutta. Per quanto riguarda il ricordo più bello, ti dico il gol di Fini nella gara di andata contro il Taranto. Grazie a quel gol, infatti, riuscimmo ad andare in B dopo tanti anni di inferno. Dopo quella rete, mi misi a piangere come un bambino dalla gioia. Un altro gol indimenticabile è quello di Manca con il Messina, ma i ricordi sono sbiaditi perché ero piccolino”.
Adesso parliamo dell’attualità. Ti aspettavi un Catania così prorompente con l’arrivo di Baldini in panchina? Quante possibilità credi possa avere il club rossazzurro ai playoff?
“Baldini non lo conoscevo, o perlomeno, leggevo dei feedback non proprio positivi sulla sua carriera. Più che per quanto concerne i moduli o la tattica, credo che stia facendo un ottimo lavoro sulla mentalità. Credo che i calciatori del Catania, viste le critiche precedenti, stiano volendo dimostrare di poter affrontare dignitosamente i playoff. Non vorrei pensare che vi erano dei malumori con Raffaele, perché i risultati fanno pensare ciò. Dare un giudizio su Baldini dopo quattro partite è prematuro. I playoff saranno un bel banco di prova. Proprio su questi ultimi, sappiamo bene che si tratta di un campionato a parte dove si azzera tutto. Paradossalmente, anche la decima classificata può avere delle chance. Personalmente non ho grandi aspettative, anche perché secondo me la squadra non è al livello di altre squadre, poi nel calcio può succedere di tutto, Da tifoso ci spero, è normale, ma se devo essere obiettivo, credo sarà molto difficile”.
Il passaggio di proprietà a Joe Tacopina sembra ormai imminente. Cosa ti aspetti dell’era Tacopina e, infine, un tuo parer sull’operato della Sigi?
“Sull’imminente passaggio di proprietà ti rispondo dicendoti che mi sento un tifoso fortunato, perché per come erano messe le cose, questa evoluzione era quasi impensabile. Parliamoci chiaro, lo stesso Tacopina ha ammesso che con i debiti che ha il Catania poteva persino prendere una società di Serie A. Il fatto che ha voluto fortemente il Catania, mi fa sperare tanto. Sulla Sigi, onestamente, sono stato scettico. È risaputo che non hanno tutta questa forza economica. Prendere il Catania in quelle condizioni è stato un azzardo, perché c’era il rischio di un non futuro. Allo stesso tempo, la loro dedizione per questa causa ha fatto si che al Catania s’i interessasse un personaggio forte come Tacopina. Alla fine hanno fatto quello che avevano in mente, ovvero salvare la matricola e poi dare il Catania nelle mani di gente che può dare garanzie. In parole povere, dico che hanno un ottimo lavoro e mi hanno smentito”.
Infine, ti chiedo qual è il tuo sogno nel cassetto da tifosi del Catania? Oltre alla prevedibile risalita in A, hai qualche altro desiderio particolare?
“Risponderti la serie A sarebbe scontato. Poi, se devo dirti qualcosa in più, ti direi l’Europa. Giocare in una competizione europea sarebbe davvero un sogno. Catania è la decima città d’Italia e meriterebbe un’esperienza europea. Poi, chiaramente, ci sono le soddisfazioni più piccole come vincere sempre il derby col Palermo. Un’altra ciliegina sulla torta sarebbe la costruzione di uno stadio nuovo, che porterebbe, con una capienza maggiore, anche più persone sugli spalti. Magari senza pista atletica per poter vedere i campiona delle Serie A da vicino e non con il binocolo”.