Quante volte abbiamo attribuito al “fattore psicologico” una sconfitta? E quante altre abbiamo additato l’allenatore di turno per un atteggiamento troppo rinunciatario in campo dovuto “all’approccio psicologico” alla gara? Per non parlare di quei giocatori, lungodegenti, che tornano in campo dopo mesi di infortunio e giocano col freno a mano tirato per timore di recidive.
Altri, poi, senza una apparente motivazione valida, giustificata da guai muscolari, tendinei o quant’altro, spariscono dalla circolazione per diverso tempo e poi tornano in campo ammettendo di aver sofferto di depressione, di stati d’ansia e/o di panico.
Per questo “Catania Mood” ha pensato di introdurre un’interessante analisi psicologica, condotta dal dottor Michele Torrisi, psicologo clinico, esperto in neuropsicologia e ricercatore sanitario presso IRCCS centro neurolesi “Bonino Pulejo” di Messina, ma catanese DOC e tifoso dei colori rossazzurri.
Dottor Torrisi, la svolta con l’Agenzia delle Entrate viene mitigata dai dubbi che aleggiano sul Comune di Mascalucia ma l’epilogo sembra già scritto: il Catania passerà a Tacopina. In che modo influirà psicologicamente questo prestigioso cambio di proprietà specialmente se dovesse avvenire prima dei play-off?
Nelle aziende in generale di qualsiasi tipo c’è un aspetto fondamentale che favorisce e accresce la motivazione nei lavoratori: il senso di appartenenza aziendale. Il passaggio della società a Tacopina potrà accrescere questo senso di appartenenza non che adesso non ce l’abbiano perché giocano per una piazza e in una città importante che è stata in Serie A per tanti anni, ma il passaggio ad un uomo di un certo spessore che ha gestito altre società anche nella massima serie e sanno che può investire tanti capitali per il club rossazzurro potrà accrescere il senso d’appartenenza. Motivazione e impegno saranno amplificati.
Il Catania ha recuperato una pedina fondamentale nello scacchiere difensivo: capitan Tommaso Silvestri. Secondo lei Giosa, Claiton, Tonucci e Sales possono trarre giovamento dalla maggiore competizione o rischiano di demotivarsi sapendo che una delle due maglie da titolare nella difesa a quattro tornerà appannaggio di Silvestri?
No assolutamente non ci sarà nessun pericolo di demotivazione. Sales, Tonucci, Claiton e Giosa sapevano già che Silvestri era un titolarissimo della squadra anche prima di approdare al Catania. Solitamente si verifica un crollo delle motivazioni quando la realtà è incoerente rispetto alle aspettative. In questo caso la realtà è coerente perché i giocatori avevano già l’aspettativa di giocarsi un posto da titolare: se non lo avessero saputo fin dall’inizio avrebbe potuto rappresentare un rischio di demotivazione.
Matteo Di Piazza la scorsa settimana si è reso protagonista di una sontuosa prestazione con doppietta al seguito. Crede che verrà confermato contro la sua ex squadra (il Catanzaro)? Se sì, pensa che a prevalere saranno l’emozione o la voglia di riscatto dato che ha giocato pochissimo nel club calabrese?
A mio avviso Baldini deve mettere Di Piazza titolare per una motivazione psicologica. Secondo me, lo dico da mental coach, tutti gli ex dovrebbero sempre giocare perché essere ex dà una motivazione in più soprattutto se ha giocato poco perché subentra lo spirito di rivalsa, la voglia di far credere alla società e all’allenatore precedenti di essersi sbagliati e questi sono dei fattori che giocano a favore del Catania, individuali, anche egoistici per certi versi, ma è tutta la squadra a trarne giovamento perché quel giocatore inserisce una marcia in più. Fossi in Baldini, al di là di disquisizioni meramente tecniche, lo metterei titolare. Ancora di più in considerazione del fatto che proviene da una doppietta quindi ha una doppia motivazione: un ex arrabbiato e frustrato da una società che non lo ha preso a sufficienza in considerazione e il buon momento scaturito dalla doppietta.