Nato a Catania il 5 agosto 1963, da più di trent’anni opera nel settore dell’informazione e dello spettacolo. Ha lavorato sia per il quotidiano La Sicilia che per l’emittente televisiva Antenna Sicilia. In quest’ultima, a partire dagli anni novanta, ha condotto una delle trasmissioni più seguite fra tutte quelle proposte dalle televisioni private italiane: stiamo parlando del programma “Insieme”. Stiamo naturalmente presentando l’illustre giornalista e conduttore catanese Salvo La Rosa, che dal 2018 è il direttore artistico di TGS, RGS, RTP e Antenna dello Stretto, emittenti del gruppo editoriale SES Gazzetta del Sud-Giornale di Sicilia.
Catania Mood ha deciso di coinvolgere anche lui nel novero di interviste inerenti il momento del Catania. Con Salvo, infatti, si è disquisito di campionato, di playoff e delle rilevanti vicende societarie. Inoltre, ci siamo fatti raccontare le sue novità in programma e i suoi progetti futuri.
Salvo, a nome mio e di tutta la redazione di Catania Mood, ti ringraziamo per aver accettato questo invito. Come stai? Come procede la tua vita in tempi di pandemia?
“La mia vita è come quella di tutti gli altri, ovvero stravolta e non più normale da più di un anno. Ovviamente ci siamo un po’ tutti dovuti adeguare a questa situazione. Io sono fermamente convinto che in questi momenti bisogna rigorosamente rispettare le regole, affinché si possa tutelare la mia salute e quella degli altri. È vero che, però, bisogna anche ritornare a lavorare, pur mantenendo le giuste precauzioni. Mi spiace perché vedo intorno a me grandi situazioni di disagio legate non solo alla malattia e a chi ha perso amici e parenti, ma anche dal punto di vista economico, con tante persone che stanno soffrendo. Spero che si possa ritornare presto alla normalità e che ci si possa vaccinare tutti. Io non sono ancora vaccinato perché ho 57 anni e finora non è toccato a me, ma appena sarà possibile lo farò, perché voglio stare più sicuro, non solo per me, ma anche per chi mi sta accanto”.
Il 25 gennaio 1980 pubblichi il tuo primo articolo sportivo sul quotidiano catanese La Sicilia. Da quel giorno sono trascorsi più di quarant’anni. Cosa è mutato, secondo te, nell’informazione sportiva odierna?
“È vero, ho iniziato proprio in quella data. Ero ancora giovanissimo. Facevo la prima al Liceo Classico e avevo una passione enorme per il giornalismo. Per dirla come Jovanotti, sono stato un ragazzo fortunato che è riuscito a coronare il proprio sogno, ovvero quello di diventare non solo giornalista, ma anche conduttore televisivo. È chiaro che da quegli anni ad oggi è cambiato il mondo: adesso ci sono mezzi di comunicazione che ovviamente quarant’anni fa non c’erano, a cominciare dal web, dai social e da tanti altri mezzi che sicuramente accorciano le distanze ma che, allo stesso tempo, creano problemi se non vengono gestiti bene”.
Veniamo adesso al Catania. Stai seguendo le sorti del sodalizio etneo in questo campionato? Qual è l’idea che ti sei fatto del club rossazzurro?
“Ovviamente seguo sempre il Catania perché sono un catanese doc, “ca nocca o ca cumma”, come si dice dalle nostre parti. Sono anche un siciliano che adora la propria terra e che ama tutto quello che arriva da quest’isola meravigliosa, quindi seguo anche le altre squadre siciliane. Quest’anno, inoltre, sto seguendo molto attentamente la Serie C perché sono opinionista settimanalmente del programma sportivo TgS Sport per l’emittente televisiva siciliana TgS, di cui sono direttore artistico, così come la radio RgS. Per quanto riguarda il Catania, secondo me sta facendo un buon campionato: dobbiamo considerare che questa società a luglio ha rischiato il fallimento e dobbiamo dire grazie, anzi come dico io, cututtuucori, ai soci della Sigi, che sono stati straordinari, perché hanno salvato la matricola 11700 e hanno messo in campo una squadra che al momento, non dimentichiamocelo, è quinta in campionato. C’è stato un momento di crisi durante la gestione Raffaele, ma con l’arrivo di Baldini la squadra si è ripresa e adesso si giocherà i playoff sicuramente da grande protagonista”.
Ritorniamo alla tua carriera lavorativa. Hai avuto modo di collaborare con tanti cabarettisti e comici figli dell’Etna, da Giuseppe Castiglia ad Enrico Guarneri in arte “Litterio Scalisi” e molti altri ancora. Tra tutti questi, chi è quello maggiormente tifoso del Catania? Ricordi qualche aneddoto particolare?
“Lavoro e ho lavorato con tantissimi comici straordinari che sono stati importanti per me così come io lo sono stato per loro. Per tantissimi anni abbiamo fatto la trasmissione “Insieme”, che io ho condotto dal 1994 al 2015, ma che ora va avanti senza di me perché, come ben sai, sono da tutt’altra parte. Stiamo, infatti, portando avanti un nuovo progetto con Enrico Guarneri chiamato “Di Nuovo Insieme” con le avventure di Litterio e del Sig. La Rosa. Speriamo di fare anche tante altre cose con altri comici e amici. Sia Giuseppe Castiglia che Enrico Guarneri sono molto tifosi, anzi, per dirla tutta, Enrico era anche un buon calciatore e ancora oggi ha un bel tocco di palla, anche se certamente adesso gli manca un pò di fiato. Con Giuseppe mi ricordo che abbiamo lanciato tanti anni anni fa uno di quelli che poi diventò un inno del Catania, ovvero Alè Catania, che cantato da Giuseppe rappresentava un inno alla gioia, allo sport e alla catanesità. Personalmente, ricordo l’orgoglio che ho avuto e l’onore che ho provato quando ho presentato, nel maggio 2006, la festa della promozione in Serie A del Catania. Ricordo che al Massimino c’erano più di 20.000 persone e ospiti importanti come Franco Battiato e Pippo Baudo. Ricordo anche la promozione del 1983 con il presidente Massimino, ma quella festa del 2006 la ricordo con immensa gioia. Spero che al più presto si possano rivivere questi momenti: piazze come Catania o Palermo meritano categorie e scenari molto più importanti”.
Da osservatore esterno e semplice tifoso rossazzurro, che idea ti sei fatto del possibile acquisto del Calcio Catania da parte dell’avvocato statunitense Joe Tacopina?
“Beh, credo che il passaggio di proprietà sia ormai alle porte. A breve immagino ci sarà il closing e le rispettive firme. Tacopina sarà per la Catania calcistica una vera e propria toccata d’ossigeno. Sono certo che l’avvocato statunitense insieme al suo entourage farà molto bene. Tacopina l’ho visto mosso da grande passione. Inoltre, ha delle idee e dei progetti imprenditoriali sicuramente importanti che possono riportare il Catania in alto”.
Infine, considerando che nel tuo mestiere spesso hai a che fare con il pubblico, che sensazione ti dà vedere concerti, stadi, teatri senza spettatori? Ti senti di mandare un saluto ai tuoi concittadini che hanno il sangue rossazzurro che gli scorre nelle vene?
“È chiaro che una partita di calcio senza spettatori sugli spalti o una rappresentazione teatrale senza il pubblico in sala diventano manifestazioni prive di anima, perché c’è sempre uno scambio di emozioni tra chi gioca e guarda la partita o chi fa lo spettacolo e chi assiste in sala. Anche da questo punto di vista non vedo l’ora di ritornare alla normalità. Mi auguro di rivedere gli stadi e i teatri nuovamente pieni, anche perché questa mancanza porta conseguentemente a una crisi importante a livello lavorativo. Il mio pensiero, infatti, va a tutte le maestranze che lavorano nel mio settore che sono senza lavoro ormai da diversi mesi. L’augurio che mi sento di fare ai tifosi del Catania è in primis quello di poterci riappropriare della nostra vita, e questo vale un po’ per tutti. Portandolo al settore calcistico, invece, così come ho già detto prima, per il Catania mi auguro che presto venga fuori da questa situazione infernale che è la Serie C, dove una città come Catania non merita di stare e che, perlomeno, si possa arrivare ad affrontare una Serie B importante per poi poter ritornare anche in Serie A. L’arrivo di Tacopina, in questo senso, sicuramente può essere positivo”.