Tra il demagogico e il giornalistico si dovrebbe tracciare un solco anzi, un netto divario. Negli ultimi giorni gli avvenimenti interni ed esterni a SIGI hanno catalizzato l’attenzione mediatica, lasciando che trasbordassero indiscrezioni a iosa, talvolta contrastanti talaltra convergenti, ridisegnando gli scenari societari, riesumando persino quel “Piano B” che sembrava ormai vetusto, superato e figlio di pretattica (e chi dice che non lo sia ancora?), al quale, invece, dovrebbe essere sostituito semplicemente un piano per la B, da stilare in tempi brevissimi ben oltre le più rosee speranze dei play-off, con una società solida che implementi un progetto serio, oculato ma dispendioso perché sotto l’Etna ballano, o ballavano quando c’era un buon motivo per danzare, oltre 700.000 persone, una storia da salvare ma, soprattutto, da scrivere, e una miriade di cabbasisi ridotti a frittata.
L’attuale società, occorre sottolinearlo, nonostante dissidi interni che qualunque bambino dai 5 anni in su potrebbe subodorare, sta lavorando alacremente su tutti i fronti:
A) Tacopina;
B) Agenzia delle Entrate (di Palermo ormai);
C) Comune di Mascalucia, da cui si attende una protocollazione della proposta;
D) Nuovi investitori pronti a immettere liquidi nelle casse del club per traghettarne fino al 30 giugno l’ordinaria amministrazione, inclusi gli emolumenti da versare ai giocatori.
Ma manca il punto “E” come “Esposizione” chiara dei fatti. Raccogliere informazioni non significa recarsi alla “fera o luni”, raccattarle in una qualsiasi bancarella, metterle dentro una busta di cartone e schiacciarle finché il succo di pesca fuoriesca e le maciulli. In questo momento storico e a questa redazione non interessa frantumare i “cabbasisi” con storie, storielle, semmai prediligiamo storioni dato che a Catania vantiamo un palato fine specie quando l’argomento in questione è il calcio.
La corsa alla notizia è finita: fino al minuto che precederà la firma di un passaggio di proprietà, nessuna informazione sarà degna di essere etichettata come tale. Fa notizia solo una firma, non certo di un preliminare d’acquisto ma quella del rogito notarile. Continueremo a fare informazione consapevoli che non vi sarà alcuna notizia fino alla fine della querelle.
E’ vero che siamo stanchi, confusi, “addannati”. Ma siccome “non pò fari chiù scuru di menzannotti” , ci sembra opportuno e doveroso attendere che esca un comunicato ufficiale prima di raccontare novelle. Le lasciamo a Pirandello con tanto di cappello, anzi, ci inchiniamo e solleviamo dal capo a birritta cu’ i ciancianeddi, sonante a festa, davanti al primo presidente, dirigente, socio, della attuale società, di quella futura, di una nuova cordata che fa 6 al Superenalotto e decide di investire sul Calcio Catania ma, vi prego, basta farneticazioni, dissidi interni, botta e risposta, frecciatine.
Non si tratta di demagogia: è facile scrivere quello che la gente vuole leggere o sentirsi dire per raccogliere consensi. Qui si tratta che da “tifolisti“, una sorta di centauri per metà tifosi e per metà giornalisti o aspiranti tali, siamo stanchi anche noi di attendere risposte dai creditori istituzionali, dagli avvocati, dai commercialisti e dai dirigenti.
Si deve prendere una decisione PRIMA DEI PLAYOFF perché non ci giochiamo solo una stagione, ce ne giochiamo due e forse di più. Una promozione in Serie B, che può apparire improbabile ma che, a conti fatti, è un obiettivo possibile per tutte le partecipanti, Catania incluso, muterebbe gli scenari di SIGI, della nuova proprietà se verrà, dei nuovi investitori, di tutti!
Redazione di Catania Mood.