Salvatore Giuffrida (Freepressonline) è intervenuto ai nostri microfoni per rispondere alle nostre domande sul momento del Catania
Il Direttore Responsabile di Freepressonline Salvatore Giuffrida è intervenuto ai nostri microfoni per disquisire sul difficile momento che vive il Calcio Catania. Con l’amico e collega, inoltre, si è parlato della stagione appena conclusa e della querelle tra Sigi e Tacopina.
Salvo, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito di Catania Mood. Come stai?
“Innanzitutto, vi ringrazio per l’intervista. Purtroppo, il Covid, che sembra si stia affievolendo, ha lasciato dei segni indelebili in tutti noi, sia come cambio di abitudini, sia come ritmi di lavoro. Penso a quello che ci sarà da fare per risollevarci un po’ tutti e vedo una montagna da scalare, e questo non mi fa stare certo bene”
Parliamo di calcio. Tra mille difficoltà, il Catania è riuscito a concludere il suo campionato. Che giudizio ti sei fatto sulla stagione dei rossazzurri?
“A dirti il vero, io pensavo che la stagione il Catania non la completasse, e nei fatti, a bocce ferme, sarebbe stato così se non fosse intervenuto Tacopina coi suoi 800.000 dollari poco prima della gara persa con il Palermo. La stagione dei rossazzurri, da un punto di vista meramente sportivo, è stata un grande successo sportivo di grosso livello, perché una squadra che per me era costruita per non andare oltre un dodicesimo posto, è riuscita ad ottenere la qualificazione ai playoff uscendo con una squadra a mio avviso più forte”.
Sigi-Tacopina: da un closing ormai imminente ad un improvvisa frenata della trattativa. Secondo te, qual è la verità dietro questo congelamento della contrattazione tra le due parti?
“La trattativa tra Sigi e Tacopina è meramente economica che non ha nulla a che vedere con la matricola e la salvezza del Catania, perché non dimentichiamoci che Sigi ha interessi sul debito del Catania, avendo anche delle persone al suo interno che sono creditori della società rossazzurra, uno tra questi Arturo Magni. Per quanto riguarda Tacopina, ovviamente si tratta di un altro uomo d’affari che ha fatto sempre bene dovunque è andato. L’avvocato americano, così come tutti sappiamo, non voleva una squadra con eccessivi debiti, e penso chiunque la penserebbe così. Dall’altro lato, invece, c’è Sigi che rincorre i suoi soldi. Per quello che riguarda l’arenamento della trattativa, è dipeso molto da alcuni fattori contingenti che erano ben conosciuti da ambo le parti come per esempio la burocrazia, che in Italia è legata a delle norme imprescindibili per il suo funzionamento e da cui la burocrazia stessa si alimenta. Non dimentichiamoci che nel 2017 un imprenditore francese andò al Ministero del Lavoro a Roma e, riunendosi con le parti sociali, dichiarò che un suo investimento grosso non lo avrebbe più fatto in Italia. Qualcuno gli chiese quali erano stati i motivi, e lui rispose che tutto era dovuto alla burocrazia. Il ritiro di questo investitore, tra l’altro, portò al disinvestire di alcune grosse catene come Carrefour”.
Ripartenza o sopravvivenza: questo è il punto di domanda che attanaglia i tifosi del Catania, divisi tra l’idea di un nuovo miracolo con salvataggio della matricola o di una ripartenza da zero, ma con ossigeno per le casse rossazzurre. Tu da che parte stai?
“Il Catania è da considerare come un malato terminale. In questo momento, tutto quello che si fa è solo palliativo. Non riuscirà mai più a camminare e a farlo bene, quindi bisogna voltare pagina. A chi è legato a questa matricola, secondo me sbaglia, perché poi alla fine quello che conta è l’attaccamento territoriale, l’identità di gruppo, di persona, e non certo un numero scritto da un burocrate negli anni settanta, mettendo in fila in ordine alfabetico i nomi delle squadre di calcio professionistiche che operavano in Italia”.
Infine, ti senti di esprimere un pregio e un difetto per entrambe le due parti in causa (Sigi, Tacopina) riscontrati in questi lunghi mesi di trattativa?
“Allora, senza l’avvento della Sigi il Catania non avrebbe partecipato all’ultimo campionato. Questo è il loro merito. Poi, i difetti sono quelli dovuti, secondo me, ad una comunicazione un po’ troppo ottimistica. Parecchie volte hanno sventolato che con il Comune di Mascalucia era tutto fatto, invece noi sapevamo che il sindaco Magra di quest’accordo raggiunto non ne sapeva nulla. Questo per me è stato il difetto più grave, perché ha alimentato una speranza nei tifosi che adesso si stanno un po’ svegliando e stanno capendo che il rischio di andare in Serie D è più che concreto. Tacopina, invece, ha un grosso pregio, ovvero quello di essere un investitore ed un imprenditore di alto livello, ma questo lo è grazie alla sua rigidità nel seguire delle regole che lui si è auto-imposto. Questa rigidità può essere vista come un punto negativo, però in realtà non lo è, perché i numeri parlano di sue vittorie in campo imprenditoriale”.