Il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Enna nonché amministratore delegato dell’Enna Calcio, Fabio Montesano, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai nostri microfoni, spiegando le ragioni che hanno spinto il club ennese ad aderire alla “raccolta fondi” promossa dal Calcio Catania per salvare club, matricola 11700 e storia.
Dottor Montesano, buonasera e grazie di aver accettato il nostro invito. Da dove nasce l’idea di supportare economicamente il Calcio Catania?
“L’Enna Calcio è stata pioniera dell’azionariato diffuso in campo dilettantistico. Questa azione di marketing ci ha permesso di coinvolgere anche persone che non si erano mai avvicinate al calcio perché le abbiamo coinvolte sull’onda dell’entusiasmo del senso di appartenenza.
Quando abbiamo letto il messaggio sui social in cui la società Calcio Catania faceva un appello alla città per sottoscrivere una forma di azionariato popolare, devo dire che per noi è stato spontaneo dire: dobbiamo dare un segnale anche noi perché è giusto così, perché lo abbiamo sperimentato e sappiamo che si tratta di un fenomenale strumento finanziario oltreché di marketing territoriale perché le persone si sentono coinvolte.
Abbiamo voluto dare un segnale, dato che in campo dilettantistico siamo stati i primi, anche perché far conciliare le norme della Serie D con le norme dell’azionariato diffuso non è stato semplice, abbiamo creato una Società Cooperativa per azioni. Immagini che tra i nostri azionisti c’è persino il nostro Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, che conosco personalmente. E’ uno strumento che utilizzano pochi club in Italia, mentre Barcellona, Real Madrid, Bayern e altre lo adottano da anni”.
Avete un rappresentante nel CdA dell’azionariato diffuso?
Sì, assolutamente, lo rappresenta e prende parte alle assemblee, e ha potere decisionale com’è giusto che sia”.
Pensate di poter fare da traino per risvegliare l’orgoglio catanese?
Ci è venuto naturale dare un contributo. Qui bisogna attivare la leva dell’orgoglio catanese. Il contributo diventa importante se riusciamo a risvegliare l’orgoglio dei sostenitor rossazzurri.
Avevamo notato una scarsa attenzione della città all’appello del Catania e, nel nostro piccolo, cerchiamo di dare un contributo che possa fungere da traino all’orgoglio catanese. Catania merita, le esigenze finanziarie sono ridotte rispetto a quello che può dare questa città che è la ‘Milano del Sud’ “.
Ci sono i tempi tecnici per implementare un azionariato diffuso che presenti tutti i crismi legali e giuridici del caso?
“Sì, ci sono. Anche se chiaramente il nostro esempio è differente sia per il volume d’affari tra Serie D e Lega Pro che per la differenza tra S.p.a e Società Cooperativa per azioni. Grazie alla professione che svolgo, all’Università Kore di Enna e con l’Ordine dei notai siamo riusciti a redigere uno statuto che è stato validato dal CONI.
Il Catania, a quanto ho letto, sta raccogliendo le caparre per un’eventuale sottoscrizione laddove poi si dovesse perfezionare l’iscrizione ci sarà un aumento di capitale che è stato deliberato e un’emissione di azioni. A quel punto il tifoso può far parte della società. Mi piace l’idea di un azionariato diffuso che possa partire da Catania come modello per tutta la Sicilia, qui bisogna salvare la matricola, speriamo di essere un esempio al di là dell’entità del contributo perché tanti piccoli contributi possono trasformarsi in una grande somma”.
Si aspetta, dopo questo gesto dell’Enna Calcio, un benevolo effetto domino sugli altri club siciliani?
“Ma certo, il Catania è la storia del calcio siciliano, non ci si può tirare indietro, non ci si può girare dall’altra parte. Chi può dare di più dà di più, chi può dare di meno dà di meno, conta la partecipazione, bisogna partecipare in tanti. Il Catania in Serie A ci ha fatto piangere, emozionare, ridere, così come il Palermo. La storia va conservata e tutelata, deve continuare. Spetta a noi siciliani farla proseguire”.
Si ringrazia l’Enna Calcio per la disponibilità.
(foto: blogsicilia.it)