Nel 1997, i coniugi Fabio Ricci ed Alessandra Drusian vincono il Festival di Sanremo con il brano Fiumi di parole. Pensando a quella canzone, ed in particolar modo alle parole del ritornello, viene immediato pensare alla situazione del Catania. Eh già, fiumi di parole come quelle che oramai da mesi accompagnano la lenta agonia del club rossazzurro e le difficili giornate dei suoi supporter. Le ennesime, si sono consumate in questi ultimi giorni, specialmente nella conferenza stampa delle scorse ore tenutasi a Torre del Grifo, con ai microfoni il presidente Sigi, Giovanni Ferraù.
Fiumi di parole perché, ancora una volta, molte delle cose dette sembrano non concretizzarsi affatto. Andando a ritroso nelle ultime settimane, difatti, sono molteplici le affermazioni rilasciate dall’avvocato catanese e da altri componenti della S.p.A. etnea: incontri con gruppi di varie nazionalità, maltesi su tutti; incontri con imprenditori locali (Morosoli); possibili sponsorizzazioni con compagnie aeree low cost dell’Est Europa; ricapitalizzazioni all’orizzonte fino ad arrivare alle frase per antonomasia di questa vicenda: il Catania si iscriverà al 100%.
Eppure, di tutto cio, poco o meglio nulla. Anzi, al riguardo della frase relativa all’iscrizione del club rossazzurro al prossimo campionato, balzano agli occhi, onestamente, varie contraddizioni, una su tutte. Come può, infatti, una società di calcio essere certa dell’iscrizione alla nuova stagione se poi si chiede l’aiuto economico alla piazza catanese per poter fare si che il Catania sopravviva, perché di questo si tratterebbe, e possa partecipare alla Serie C 2020/21?
Ora, pur essendoci varie fazioni sul partecipare o meno a questa raccolta fondi, la certezza è quella che ancora una volta i tifosi del Catania potrebbero, e lo stanno già facendo, rispondere presente a questa iniziativa. Difficile, tuttavia, pensare di poter racimolare la somma adeguata al fine. Ora, seppur capitasse il miracolo, quali sarebbero successivamente le condizioni? L’ennesimo campionato anonimo, l’ennesimo torneo di stenti per una piazza come Catania che, invece, dovrebbe avere un solo ed unico obiettivo, ovvero quello di essere protagonista?!
Insomma, a oramai una settimana dal fatidico 28 giugno, le nubi che aleggiano su Torre del Grifo diventano sempre più grigie. Tra comunicati, conferenze e accordi mancati, il tempo scorre inesorabilmente e stavolta, forse ancor più dello scorso anno, la sensazione è che nemmeno un miracolo potrà evitare la fine di una storia che va avanti da oltre settant’anni. Tutti scongiurano il fallimento del Catania, ma una domanda sorge spontanea; a questo punto, fallimento o no, iscrizione o no, quale futuro spetta ai poveri tifosi rossazzurri defraudati dell’unica cosa, ovvero vedere i propri colori correre e vincere su di un prato verde?