Ai microfoni di Catania Mood parla l’amico e collega Pietro Santonocito (Istinto Rossazzurro). Una bella intervista ricca di spunti sul difficile momento che attanaglia il club etneo. Il campo e l’extra-campo, con quest’ultimo che, per forza di cose, tiene banco tra i tifosi rossazzurri.
Pietro, grazie per aver accettato l’invito di Catania Mood. Come stai?
“Ciao ragazzi, grazie a voi. Sto bene, a parte l’insonnia post Catania – Bari che non mi ha permesso di dormire bene. Per il resto, tutto a meraviglia”.
Come giudichi questo inizio di stagione del Catania? Ti aspettavi un avvio così impervio?
“Sì, me lo aspettavo, sinceramente. Quest’estate, ad Istinto Rossazzurro, lo abbiamo detto a più riprese. La squadra è incompleta da un punto di vista strutturale e acerba da quello caratteriale. Non è ancora il miglior Catania, dato che molti dei “big” non sono al 100% della loro condizione, ma non abbiamo altre soluzioni in panchina, tanto da poterne fare a meno quando incappano in una giornata “no”. I giovani, non sono il vero problema”.
Qual è, a tuo avviso, il reparto con più lacune e che sta soffrendo maggiormente in queste prima uscite stagionali?
“Il centrocampo ed i due centrali di difesa, le cui caratteristiche non mi sembrano ben compatibili. Come appena detto, urgono rinforzi soprattutto in quelle zone del campo. Una punta di esperienza per questa categoria, non sarebbe affatto male”.
Tra qualche giorno sapremo la decisione del Tribunale in merito alla questione Catania Servizi. Che sensazioni hai?
“Non buone, considerata l’accusa della curatela fallimentare. La cattiva gestione ed il “disperato” tentativo di “rifarsi” su una delle aziende controllate non può farci stare tranquilli. Non sono specialista e competente nell’ambito fallimentare, per cui non conosco le sanzioni previste dalla legge, ma mi preoccupano le conseguenze che possono interessare le “tasche del Calcio Catania”. Blocco dei conti? Chi lo sa: sono solo preoccupazioni le mie. Mi interessa il Catania Calcio e quello che non si potrebbe compiere se dovessero mancare le poche risorse messe a disposizione. A Gennaio non si può rimanere inermi senza fronteggiare quelle che potrebbero essere delle partenze e delle “necessità” importanti per il mantenimento della categoria”.
Infine, ti chiedo un giudizio complessivo sull’operato della SIGI. Qual è l’errore più grave che imputi a loro?
“Non ho ancora ben capito di questa finanziaria:
1) Con quali garanzie bancarie ha potuto rilevare il Calcio Catania, se è stato necessario avviare una “raccolta fondi” di dubbie modalità e parvenze, senza alcuna garanzia di rilancio progettuale; se il progetto sportivo è pieno di punti interrogativi non ancora nemmeno discussi con l’allenatore che, a detta sua, si aspettava altri 4 innesti.
2) Perché mai è stata concessa l’esclusiva a Tacopina, prima di testare il suo reale interesse nel concludere la trattativa alle condizioni (forse?) ampiamente discusse in vari “meeting” organizzati a TDG, senza vagliare un piano B, C, D, ecc. con altrettanti investitori palesemente sbandierati quando il tempo lo richiedeva.
3) Quale sia l’ambizione del Catania Calcio per questa stagione e quale sia il suo futuro: restare in C a data da destinarsi, fallire e ripartire dalla D col primo che busserà alla porta (non ce lo auguriamo, ma potrebbe essere l’unica soluzione a tempo scaduto), trovare un investitore da 50 mln (a perdere) o ricapitalizzare (se sì, con che tempistiche). Soluzioni ne abbiamo? Tutto tace, attualmente. Urge una scossa, prima di disperdere anche l’ultimo grido d’amore, quand’anche fosse solo il suono stridulo emesso dal fiato della nostra bocca.
I giudizi si elargiscono alla fine dei giochi, mai prima, né in corso d’opera. Salvaguardare il patrimonio del Calcio Catania ed i suoi tifosi è l’imperativo. Non può essere altrimenti”.