Gli aggettivi sulla squadra si sono sprecati: professionisti, passionali, encomiabili, amanti della maglia ecc. E, per carità, nessuno si permetta di asserire il contrario. Siamo pienamente d’accordo, impossibile non esserlo, e non è nel nostro interesse fungere da guastafeste o da “bastian contrario” per puro e improduttivo sadismo.
Però, nel bel mezzo del clima surreale che accompagna i giorni, le settimane, gli allenamenti e le partite del Catania, e a quattro giorni dall’assemblea dei soci fissata per venerdì 29 ottobre, considerare che proprio Mariano Izco, promotore del post su Facebook, sacrosanto e accolto con fierezza rossazzurra e amore ampiamente corrisposto, occorre notare, per completezza di informazione, che anche Izco si è “messo in mora”.
Il capitano in pectore del Catania, infatti, è ancora un socio della SIGI, figura tra i 24 soci che compongono la Sports Investment Group Italia. E’ paradossale, non vogliamo decretare che si tratti di “conflitto d’interessi” dato che Izco è un professionista che riesce a scindere perfettamente le due realtà, ama la città di Catania più di molti catanesi che la vituperano appena girano l’angolo e questa maglia ce l’ha cucita addosso, però obiettivamente questa situazione lascia un po’ perplessi.
Diciamo che non si può non notare e non si tratta di un rimprovero o quant’altro di analogo (chi saremmo noi per rivolgerglielo?), soltanto di una constatazione, di un invito a una riflessione legittima almeno quanto il post su Facebook che tutti, compreso chi scrive, hanno sinceramente apprezzato.
Izco è una bandiera del Catania e, probabilmente, proprio per questo ha voluto partecipare personalmente versando una quota e facendo ingresso in società. L’unico dettaglio che stride, dal momento in cui i calciatori giustamente hanno stabilito di mettere in mora il club è la sua posizione: cosa prova il ragazzo in questo momento? Si sente tra due fuochi? Contro chi si è schierato e a favore di chi?
Non dev’essere facile gestire il duplice conflitto emozionale per Izco ma, spezzando una lancia in suo favore, ci sentiamo di rammentare che “il tutto è più della somma delle singole parti”, come sostenevano i gestaltisti. Ciò significa che la totalità del percepito è caratterizzata sia dalla somma dalle singole attivazioni sensoriali che da quel quid in più che permette di comprendere la forma nella sua totalità.
Nella fattispecie, comprendere la totalità dei sentimenti che turbinano vorticosamente nella mente del centrocampista argentino è un’opera consentita solo al diretto interessato, ammesso che ne sia abile. Noi non siamo in grado di comprendere. Però siamo perfettamente in grado di osservare dall’esterno e, dall’esterno, la percezione è che tra le singole parti che compongo la SIGI ce n’è più di qualcuna che non ha funzionato a dovere. Altrimenti non saremmo qui a parlare dal lunedì al sabato di punti di penalizzazione, stipendi non pagati e Tribunali. La nota su Izco era solo una scusa, calzante a nostro parere, per ribadire l’inadeguatezza del “tutto” in SIGI, la confusione delle “parti”, e la sensazione che nemmeno un segugio sarebbe in grado di comprendere la totalità di ciò che accade all’interno del CdA.
Ricordiamo il post di Mariano Izco perché merita, ben al di là del paradosso, di essere letto e riletto:
“Vogliamo stare insieme, lavorare insieme e lottare insieme su ogni pallone, tutte le domeniche.
Noi saremo sempre UNITI contro tutto e tutti.
Adesso stringiamoci alla nostra gente e andiamo avanti con un solo obiettivo: far parlare il campo
NOI SIAMO IL CALCIO CATANIA”.
(foto: facebook.com)