Non è una partita di Champions League. Sì, oggi si giocano quelle dei gironi ma il Catania è ben lontano dall’Olimpo del calcio. Eppure, anche se Borussia Dortmund-Catania non si disputa né al “Massimino” né tanto meno al “Westfalenstadion”, la sensazione di esserci aggiudicati un trofeo, per merito altrui, a Catania ce l’abbiamo ugualmente.
In rigoroso ordine latitudinale, da Trapani a Palermo fino a Ribera, da Messina a Milazzo, passando per Lamezia, Catanzaro, Crotone, Taranto, Foggia, Andria, Monopoli, Potenza, Campobasso, Avellino, Napoli, Torre Annunziata, Torre del Greco, Benevento, Caserta, Teramo, Genoa, Vicenza, Brescia, sconfinando oltre il passo del Brennero e fino a Dortmund, Germania.
Se dovessimo ridisegnare la cartina geografica tenendo conto “solo” delle città che, attraverso i loro striscioni, ne hanno cucito idealmente uno gigantesco e contiguo che passa da 10 regioni e uno stato estero, avremmo mezza Italia rossazzurra e la regione tedesca della Vestfalia avvolta dalla proboscide del nostro liotru.
Forse nessuno si attendeva una quantità d’affetto così oceanica, che ci ha fatti sentire avvolti da un grande abbraccio, di quelli che solo i nonni sanno dare, colmi di dolcezza e di speranza per l’avvenire dei propri cari. Catania aveva bisogno di questo e lo ha ottenuto senza alcuno sforzo. Quando un gesto d’affetto e di solidarietà proviene dal cuore arriva dritto al cuore di chi lo riceve. Non serviva altro.