La stagione del Catania è paragonabile ad un grosso punto interrogativo fin dalle prime battute. Il Catania sopravvive o fallisce? Si iscrive o no al campionato? Acquista un forte attaccante o una semplice alternativa? Resta a SIGI o passa a Joe Tacopina? Nelle ultime settimane, a questi molteplici punti di domanda, se n’è aggiunto un altro che, specialmente dopo la scialba prestazione dei ragazzi di mister Raffaele in quel di Pagani, si è fortificato: convincersi o illudersi?
Lo spento 0-0 del “Marcello Torre” è, difatti, il resoconto di un pomeriggio avaro di emozioni, sia da una parte che dall’altra. Giustificabile per una Paganese che, seppur in forma nelle ultime uscite, è parsa squadra abbastanza modesta. E poi, la società azzurrostellata, non ce ne vogliano gli amici campani, può prendere come oro colato un pari contro una squadra collocata al quinto posto in classifica e con sedici punti di vantaggio. Discorso differente per il Catania.
Ci mancherebbe, fare un processo alla squadra di Raffaele sarebbe alquanto ingiusto. In primis, perché va certamente dato atto al tecnico barcellonese di aver, dopo venticinque giornate, fatto rendere al massimo un gruppo di giocatori che, dai tifosi maggiormente scettici, veniva giudicato persino da metà classifica. Secondariamente, perché questi ragazzi, a differenza delle squadre più strutturate degli scorsi anni, stanno dimostrando carattere e personalità da vendere, forse anche più del livello tecnico. Tuttavia, è proprio l’atteggiamento che ha deluso maggiormente nel pareggio contro la Paganese.
Silvestri e compagni, infatti, sono apparsi tutt’altro che “affamati” dopo le ultime due giornate che li hanno visti puniti eccessivamente tra Terni e la gara del Massimino contro il famigerato Bari. La risposta del Catania, invece, si è palesata in zero tiri in porta contro una squadra che lotta per la salvezza. Oltre al deficit in chiave propositiva, a stupire negativamente è stata la “non voglia” nell’andarsi a riprendere ciò che le ultime due giornate gli avevano ingiustamente tolto. Certamente non il modo migliore per continuare a restare in scia delle prime della classe, specialmente in ottica posizionamento playoff. E già, proprio riguardo la classica roulette russa, dalla quale uscirà la quarta promossa in cadetteria, sorge spontaneo l’ennesimo interrogativo: convincersi che sarà ancora una volta un percorso arduo con sullo sfondo l’ennesima doccia fredda o illudersi di potersela giocare anche con compagini maggiormente pronte al salto di categoria sperando nella divina provvidenza?
La prestazione di Pagani, sinceramente, porterebbe più a rendersi definitivamente conto della encomiabile volontà di questi ragazzi, ma della qualità certamente meno significativa rispetto altre pretendenti alla conquista del trono. Tuttavia, ancora mancano troppe giornate per esprimere un giudizio definitivo. Le troppe gare ravvicinate, le assenze importanti a causa delle innumerevoli defezioni, possono rappresentare degli alibi forti a favore della squadra e del mister. La trasferta di Vibo è già alle porte. Un nuovo test probante per i ragazzi di Raffaele che, se vorranno continuare a nutrire sogni di gloria e, perché no, a creare quella fantastica illusione che ogni anno, tra palpitazioni e paure pervade e accompagna i cuori rossazzurri tra maggio e giugno, non potranno più steccare, specialmente dal punto di vista dell’atteggiamento che, è risaputo, ai playoff gioca certamente un ruolo fin troppo importante.
(fonte foto: www.calciocatania.it)