Attesa, ansia, paura, scaramanzia.
Sono solo alcune parole che definiscono il “derby dei derby”, quello di Sicilia tra Catania e Palermo due città che hanno calcato i campi del calcio che conta dando filo da torcere anche alle big.
Per i tifosi di entrambe le squadre non si tratta di una partita ma della “Partita per eccellenza” quella che si deve vincere a tutti i costi per far valere il proprio blasone e scrivere un altro pezzo di storia.
Entrambe le formazioni non provengono da un bel momento, il Catania dal pareggio a Vibo Valentia mentre il Palermo dalla cocente sconfitta contro la Viterbese che è costata la panchina al tecnico Boscaglia (la squadra è stata affidata al tecnico in seconda Filippi, ndc).
Lo scontro tra le due compagini siciliane non ha bisogno di presentazioni basti pensare al roboante 0-4 maturato allo stadio “Barbera” proprio dodici anni fa, l’1 marzo del 2009 quando sulla panchina rossazzurra sedeva Walter Zenga (reti di Ledesma, Morimoto, Mascara e Paolucci) ma quello davvero impresso nella mente degli sportivi di tutta Italia, e non solo, è sicuramente quello di Mascara con un gol da centrocampo che sorprese il portiere rosanero Amelia, ricevendo applausi anche dal pubblico di casa.
Dall’altro un Palermo corsaro, per esempio, nella stagione 2007 (1-2), quel maledetto 2 febbraio dove purtroppo lo si ricorda per la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, negli scontri fuori allo stesso stadio.
Insomma il calcio è lo sport più bello del mondo dove sfottò ci possono stare ma che devono rimanere tali perchè anche questo fa parte di una partita di calcio dove deve predominare l’amore per la propria squadra e il calore in quei 90 minuti e sono esclusi rabbia e odio che non possono e non devono fare parte dello sport ed è compito degli adulti salvaguardarlo per noi stessi e, soprattutto, per le generazioni future.
(foto freepressonline.it)