La sconfitta contro il Palermo è una delle peggiori umiliazioni sportive, una squadra che non riesce a sfruttare la superiorità numerica per oltre un’ora di gioco, una squadra spaesata che non reagisce al gol subito, che non crea azioni di gioco, quasi come se non si seguissero più gli schemi tattici e le indicazioni di Raffaele.
Una squadra allo sbaraglio, specchio dell’attuale e confusionaria condizione societaria padroneggiata da continui dissidi interni, insomma una squadra che aveva il compito di non sbagliare le due partite di derby tra andata e ritorno, e che puntualmente le ha ciccate. A chi attribuire la colpa?
Il tutto ruota al classico triangolo costituito da dirigenza, staff tecnico, rosa, gli uni direttamente proporzionali agli altri. E’ ampiamente chiaro che se vi sono dei problemi a monte, questi ultimi si ripercuoteranno a valle; questo è quello che sta succedendo al Catania inteso come rosa e dirigenza, una squadra che in estate non è riuscita a svolgere alcuna amichevole per una preparazione adeguata, complice il grande sforzo per il salvataggio della matricola 11700, una società che a causa del grande numero di debiti è stata costretta a svolgere un mercato di riparazione con nessun budget disponibile.
La continua attesa di risposte tra agenzia delle entrate e comune di Mascalucia non fa di certo bene all’intera piazza che continua a chiedersi se e quando arriveranno questi riscontri senza alcun responso dai diretti interessati.
Si respira un’aria pesante, e di certo la squadra ne risente ciccando clamorosamente partite definite “abbordabili”, perdendo sempre di più la propria identità di gioco.
La piazza è stanca di questa mediocrità che non le appartiene, chiede un cambiamento urgente, esige rispetto soprattutto da chi ha continui mal di pancia all’interno della stessa SIGI, e che si vada verso l’unico scenario auspicabile.
Intelligenti pauca.
(Fonte foto: lasicilia.it)