Sposta il mouse in alto a destra, clicca sulla X e chiudi quella finestra. Ora vai su Google, cerca “Calcio Catania”, e dimmi che tra i primi risultati dell’ultima settimana non viene fuori quello 0-1 nel derby.
Purtroppo non bastano un paio di clic per scacciare via quei pensieri cupi di un banale mercoledì sera. Il Catania ha steccato nelle notti di Sanremo, ha tentato un acuto (con scarsa applicazione, occorre sottolinearlo), e non è riuscito a prendere quella nota.
La musica si è fermata, la sinfonia da cinque giornate a questa parte stona. Nonostante, a ben donde, le controparti abbiano predicato il silenzio come un’arma d’oro ricolma di speranze e riluce di futuro, l’argomento è sempre sulla bocca di tutti.
Comune di Mascalucia, Agenzia delle Entrate, Tacopina, SIGI, derby: il calderone dei grattacapi confonde e genera cefalee. Le sconfitte, peraltro cocenti e dallo strascico disdicevole, se contestualizziamo la rilevanza della partita e l’andazzo in cui si stava incanalando, rappresentano un surplus di turbe psichiche per i tifosi rossazzurri.
Diciamoci la verità: se il Catania avesse vinto il derby in giro si parlerebbe più di campo e meno di extracampo. Invece no, e nessuna obiezione è concessa perché il presente è il preludio al futuro e l’imminenza, sportiva e societaria, incombe.
Tra un mese e mezzo il Catania si appresterà ad affrontare i playoff. Dopo le ultime cinque partite senza centrare una sola vittoria ci si dovrebbe appellare all’oracolo di Delfi per sapere in quale stato emotivo si presenterà, con quali aspettative reali, con quali presupposti e con quali giocatori arruolabili, alla lotteria degli spareggi. Sia la squadra che i tifosi, e ci mettiamo dentro pure la società attuale, potrebbero affrontarli con maggiore serenità se sapessero, firme alla mano, quale futuro li attende.
Sarebbe di vitale importanza chiudere la questione entro la fine della regular season in modo tale da remare, tutte le componenti, verso l’obiettivo: una promozione in Serie B attraverso i playoff. Impossibile? Manco per sogno! In quello slogan “Noi siamo il Calcio Catania” c’è molto di più della prestazione nel derby, c’è molto di più delle querelle burocratiche, dei dissidi interni e delle beghe legali con la vecchia dirigenza: c’è una città innamorata di due colori e migliaia di “presidenti” che li custodiscono da settantacinque anni. Il futuro è ora e, ora, è già arrivato. Non è un film per cui la parola “fine”, “the end” come direbbe Joe Tacopina, rappresenterebbe solo un nuovo inizio.
(foto: goal.com)