Il giornalista Daniele Lo Porto (Giornale di Sicilia) ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di Catania Mood. Con lui si è disquisito ancora una volta del brutto derby col Palermo ma anche sulla pronta risposta dei rossazzurri a Bisceglie. Si è affrontato anche il tema più “caldo” per i tifosi del Catania, ovvero il tanto atteso closing con l’avvocato statunitense Joe Tacopina.
1) Seppur ormai è trascorsa una settimana, la delusione per la sconfitta casalinga nel derby con il Palermo è ancora tanta. Secondo te, cosa non ha funzionato?
“Credo che soprattutto non sia stato adeguato l’approccio con l’avversario, come già accaduto nella partita d’andata. Un avversario che, tra l’altro, aveva difficoltà di organico, veniva dall’esonero di Boscaglia e poteva essere in difficoltà psicologica e, invece, è stato l’esatto contrario. Poi, non aver saputo sfruttare la superiorità numerica per quasi un’ora è stato un evidente limite sia agonistico che tattico. Bisogna, però, dire che se Russotto avesse segnato e non colpito il palo dopo dodici secondi della ripresa la partita probabilmente sarebbe stata diversa. E se Russotto fosse stato un po’ più fortunato quando ha colpito la traversa adesso, probabilmente, staremmo commentando un pareggio, risultato che sarebbe stato comunque deludente, per l’importanza del derby, ma avrebbe mosso la classifica”.
2) A Bisceglie il Catania è ritornato alla vittoria. Mister Raffaele ha cambiato diverse pedine, anche a causa del passaggio al 3-5-2. Tra queste novità, spicca l’utilizzo dal primo minuto di Maldonado. Come giudichi la sua prova? Pensi merita qualche chance in più?
“Col Bisceglie si poteva e doveva fare solo e necessariamente bene, non c’era nessun altro risultato da prendere in considerazione. Dopo un primo tempo equilibrato è stato determinante l’uno-due che ha letteralmente messo k.o. gli avversari. Maldonado mi sembra che fino ad ora abbia disputato un campionato a corrente alternata. Bisognerebbe capire se la qualità delle sue prestazioni sono la causa o l’effetto della mancanza di continuità. Credo che nelle aspettative del tecnico e della società avrebbe dovuto dare di più. Ha regalato qualche flash, ma nel complesso temo che non meriti la sufficienza piena”.
3) Con la vittoria sui pugliesi il Catania si riporta a -2 dal quarto posto (Catanzaro). Nelle prossime tre i rossazzurri affronteranno Teramo, Turris ed Avellino. Pensi questo trittico di gare possa essere decisivo per le sorti del campionato dei rossazzurri in chiave playoff?
“Ogni partita è decisiva. Se il Catania avesse vinto contro il Bari avrebbe potuto continuare la corsa verso il secondo o il terzo posto, che si sono successivamente allontanati in seguito ai tre pareggi ed alla sconfitta con la Ternana, così come aver perso il derby ha costretto gli etnei ad inseguire il Catanzaro. Sarò banale, ma tutte le partite sono importanti, i punti sprecati, persi per strada alla fine del campionato mancheranno, anche se una squadra nel corso della stagione alla fine ottiene grosso modo quello che merita. Sento parlare spesso che ogni gara è una finale, ma è una frase fatta parzialmente realistica o parzialmente falsa. Questo Catania, così come è accaduto nelle ultime stagioni, manca spesso nei momenti decisivi. Spero solo che ai playoff arrivi carico mentalmente, ma non stressato, e non scarico fisicamente”.
4) Closing. Secondo te marzo sarà il mese decisivo o si rischiano altri slittamenti?
“Questa del closing mi sembra un po’ la tela di Penelope: c’è chi cuce e c’è di lavora per scucire. Sicuramente si è fatto un errore di valutazione, in termini temporali e di concretezza, per quanto riguarda il debito con i due soggetti pubblici, Comune di Mascalucia e Agenzia delle entrate, che non hanno e non possono avere i tempi del calcio, né di un soggetto privato impegnato in una importante trattativa e più tempo passa e più si complica la situazione, a mio parere”.
5) Se l’affare Tacopina andrà in porto, sei più per un puntellare l’organico attuale o propendi più per una rivoluzione? Secondo te mister Raffaele merita una riconferma?
“Non credo nelle rivoluzioni, tanto meno nel calcio. I successi si ottengono costruendo passo dopo passo un progetto e per realizzare un progetto vincente servono denaro, professionalità, organizzazione, organico, guida tecnica, un pizzico di fortuna e tanto spirito di sacrificio. Il bilancio su Raffaele si potrà fare solo a fine campionato, senza dimenticare che ha iniziato con un organico raccogliticcio, che ha dovuto fare dell’emergenza una costante e che qualche errore, inevitabilmente, lo ha commesso pure lui. Detto questo, io avrei riconfermato Lucarelli che, però, ha fatto bene a sposare un progetto dichiaratamente importante”.